Il Consiglio
regionale toscano approva la prima legge in Italia per facilitare l’uso di
farmaci conTENENTI cannabinoidi
Forse una battaglia Radicale vecchia 40 anni sta per
realizzarsi. O almeno, un primo passo è stato compiuto: Il Consiglio regionale
toscano ha approvato la prima legge in Italia per facilitare l’uso di farmaci
con cannabinoidi nella cura di specifiche malattie, come la sclerosi multipla,
la depressione o il glaucoma. Le strutture sanitarie avranno un ruolo
fondamentale riducendo gli attuali tempi burocratici lunghissimi (anche quattro
mesi) per ottenere la cannabis. E poi i trattamenti potranno essere continuati
anche in sede domiciliare.
I benefici dell’uso di cannabis nella terapia del dolore
sono comprovati: «Gli studi mostrano come nel caso di malattie legate ai
muscoli, come ad esempio la distrofia – spiega il consigliere Enzo Brogi (Pd) –
l’uso di medicine a base di cannabinoidi sono in grado di ridurre anche del 50
per cento l’uso di morfina».
LE RAGIONI DELL’APPROVAZIONE
- La legge approvata dà sia la possibilità di acquistare farmaci a base di
cannabinoidi, come pasticche che spesso arrivano da Canada e Olanda, sia
preparazioni galeniche attraverso il controllo delle strutture sanitarie.
Proprio i presidi sanitari potranno acquistare i farmaci, entro i budget
aziendali previsti. «Si tira fuori il paziente dal labirinto della
soggettività», dice Monica Sgherri (Fds-Verdi). Come si può accedere ai
medicinali cannabinoidi? «I pazienti dovranno chiedere i farmaci presso gli
ospedali o al proprio medico», spiega il consigliere regionale Mauro Romanelli
(Fds-Verdi). «Dopo potranno poi decidere di proseguire la terapia a casa»,
aggiunge la consigliera Lucia Martegi (Pd) “Questa legge non ha la presunzione
di risolvere la questione ma di affrontare in modo più dignitoso alcune
patologie”, dice Marco Remaschi (Pd).
I DUBBI DI UDC E PDL - Qualche
dubbio arriva da Marco Carraresi (Udc), che vota contrario insieme al Pdl (la
Lega si astiene): «E’ veramente necessario che la Toscana faccia da apripista?
io credo che sarebbe più saggio aspettare di avere chiarezza su questa
materia». «Non è la politica a dover decidere se un farmaco è utile oppure no -
aggiunge Stefano Mugnai del Pdl - questa legge non cambia poi così tanto nel
processo di reperimento del farmaco e allora se si tratta di un’iniziativa
manifesto abbiamo qualche difficoltà ad approvarla». Il Pdl ha chiesto anche
una breve sospensione dell’assemblea per decidere: «Abbiamo convenuto di dare
ampia libertà di voto su questo tema - dice Paolo Ammirati - non vogliamo dare
una connotazione politica a questo tema, probabilmente c’è stata troppo fretta
da parte della Toscana di essere prima della classe».
Vedremo se uno dei tanti tabù del nostro Paese sarà
finalmente sormontato.
(Fonte: Corriere
della sera)
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RispondiEliminaannalisa
la puglia lo ha fatto da tempo
RispondiEliminaluigi
Un progresso civile che merita un plauso
RispondiEliminaangela
finamente qualcosa inizia a muoversi... anche se bisogna ricordarlo che siamo in Italia
RispondiEliminaangelo
Ebbene sì..sarà così
RispondiEliminafrancesca
Sarebbe un passo avanti...
RispondiEliminameglio tardi che mai...
ben vengano le cure alternative! purtroppo le multinazionali dei farmaci non vogliono abbandonare la miniera d'oro,dei farmaci da loro brevettati,e cosi' facendo tengono i prezzi alti e speculano sulla salute dei poveri.i malati fanno da cavie e non possono sperimentare cure alternative;che hanno meno effetti collaterali dei farmaci cosiddetti tradizionali.dietro ci sono gli interessi delle case farmaceutiche,nonchè di certi medici compiacenti e dei rappresentanti farmaceutici.che vergogna!
RispondiEliminaantonio