IL GIORNALISTA HA SOSTENUTO CON I SUOI ARTICOLI LE LORO
DISCESE IN POLITICA, MA SONO FINITE TUTTE MALE
Con il suo atteggiamento da professorino poco abituato al dibattito
ma più propenso a leggere il suo editoriale come un’omelia, Marco Travaglio ha
finito per litigare con il suo storico compagno di viaggio (televisivo) Michele
Santoro. Colui che lo ha portato in tv, rendendolo un popolarissimo giornalista
amato da tanti, soprattutto per la sua capacità di scrivere disamine politiche
e giudiziarie attente e precise, ma anche ironiche e taglienti. Odiato dalla
destra e apprezzato dalla sinistra, almeno fin quando al Governo c’era
Berlusconi, nella puntata di Annozero di giovedì scorso Travaglio ha lasciato
gli studi, stizzito dal fatto che l’amico Michele non gli abbia concesso di
replicare ad alcune frasi del Governatore ligure Burlando. Ponendosi così alla
stregua di un Mastella o di un Berlusconi (personaggi da lui spesso attaccati
negli articoli). E non è la prima volta che i due tribuni televisivi finiscono
per scontrarsi. Del resto, finché Travaglio leggeva il suo articolo, si
prendeva gli applausi e si rimetteva nell’angolino, tutto andava bene. Ma a
parte queste diatribe televisive che lasciano il tempo che trovano, in questa
sede si vuole sottolineare la capacità del delfino di Indro Montanelli di portare
jella agli ex Pm che decidono di fare politica, “benedicendoli” coi proprio
articoli. E’ successo con Di Pietro, poi con Ingroia e ora con de Magistris.
I TRE CASI - Il primo dei tre
che ebbe l’iniziazione di “Coso” (come lo chiamò Berlusconi durante la famosa
puntata di Annozero, che di fatti lo rilanciò nei sondaggi)), fu Antonio Di
Pietro, l’eroe di Mani Pulite, il campione del “tintinnar di manette”. Di
Pietro è quello che ha avuto più successo in politica: è stato ministro e ha
fondato un partito che per anni è stato un ago della bilancia negli equilibri
della sinistra. Emblema del giustizialismo e della lotta per la moralità
pubblica, la sua carriera si è infranta negli scandali del suo partito e in una
misera ritirata strategica per scomparsa di voti.
Anche dell’altro Antonio (Ingroia), Travaglio è stato amico
e mentore. Anzi, con lui ha avuto una liaison politico-intellettuale
fortissima. Memorabile è la foto che li ritrae “accoccolati ad ascoltare il
mare” sotto lo stesso ombrellone, neanche fossero in una canzone di Baglioni.
Il giornalista d’inchiesta e il magistrato duro e puro, in vacanza insieme,
spiegano bene che pattumiera d’ipocrisia è il circo mediatico-giudiziario
italiano. Ingroia, dopo aver calcato da magistrato i palchi sindacali e le
piazze osannanti di paleantropi del popolo viola e dopo essere stato
protagonista della famosa inchiesta sulla presunta trattativa Stato-Mafia, ha
fondato il suo partito con l’ufficiale benedizione di Travaglio; di Ingroia non
c’è più traccia e del suo partito non c’è mai stata.
La parabola imbarazzante di Giggino De Magistris è roba
recente. Con la sua vittoria a Napoli, (insieme a quella di Pisapia a Milano)
portò Travaglio e i suoi scudieri (l’allegra brigata di giustizialisti, da
Flores D’Arcais a Furio Colombo) a costruire il mito del “risveglio civile”
dell’Italia dopo il sonno berlusconiano. Oggi Giggino, per i suoi stessi amici
giustizialisti, è un sindaco abusivo: condannato in primo grado ha l’ardire di
rimanere in carica inveendo contro il mondo che gli vuole male. I suoi colleghi
dell’Anm lo hanno definito “un caso umano”.
Di contro, il buon Marco porta bene a coloro contro cui
scrive da anni articoli accusatori. Vedi Berlusconi, influente nella vita
politica italiana da oltre vent’anni.
(Fonte: Il
Giornale)
Buono l' articolo, ma non credo che sia merito o colpa delle lodi di Travaglio che i suddetti politicanti siano stati occultati. Se sono spariti dalla scena politica è a causa delle loro incompetenze, incapacità o errori di valutazione.
RispondiEliminaNon sono paragonabili a cav. "POMPETTA" poiché costui i suoi uomini li tiene per i coglioni, ciò che i personaggi di cui sopra non sono capaci di fare perché il partito (?) dell' ex cav è un' azienda gli altri si sono limitati a fare un partito tradizionale dove c' é sempre qualcuno che ti può mandare a fan(...).