IN ITALIA SONO CENTO I PUNTI VENDITA CHE HANNO ADOTTATO
QUESTA STRATEGIA. NO DEI SINDACATI
Dopo 'Una notte al Museo' potrebbe essere prodotto un nuovo
film dal titolo: ''Una notte al supermercato''. Già perché in Italia è
approdata l'ultima follia Made in Usa. Una di quelle partorite dal consumismo
sfrenato, figlio del Capitalismo, che ci vuole consumatori ovunque, dovunque e
a qualsiasi ora.
In pratica, i Supermercati restano aperti 24 ore su 24,
anche di notte dunque. Una strategia definita dagli americani ''all day long''
(da non confondere con ''all night long'', titolo di una famosa canzone di
Lionel Richie). Per ora sono cento i supermercati che in Italia hanno aderito a
questa iniziativa, da Nord a Sud, tutti del marchio Carrefour (ma ci sta
pensando anche Conad). In barba alla recessione dei consumi dovuti alla crisi
ormai divenuta atavica e ai diritti dei lavoratori. Ma serve davvero?
FEDERDISTRIBUZIONE VEDE L'INIZIATIVA
POSITIVAMENTE - Federdistribuzione vede le aperture notturne come una
risposta allo shopping online e all’ingresso nel settore di colossi come
Amazon. «L’ e-commerce funziona 24 ore su 24 - fa notare Giovanni Cobolli
Gigli, a capo dell’associazione dei marchi della distribuzione moderna -. Anche
quella delle aperture notturne può essere una risposta ai cambiamenti».
Le associazioni dei consumatori si dividono. Altroconsumo,
da sempre pro-liberalizzazioni, non si smentisce: «La novità dell’ e-commerce
rafforza le nostre convinzioni: va lasciata la massima libertà ai super di
sperimentare le aperture nelle fasce orarie più diverse. A vantaggio del
consumatore».
LAVORATORI SFRUTTATI - Contrarie
invece le associazioni vicine al sindacato come Adiconsum (Cisl) e
Federconsumatori (Cgil). Comprensibile. I francesi sottolineano: le aperture
notturne stanno creando occupazione. Mentre i sindacati fanno notare che i
notturni sono premiati solo con una maggiorazione del 15%. Più un altro 30% nei
festivi.
Catene e dipendenti sono ai ferri corti. Le trattative per
il rinnovo del contratto si sono interrotte. Sarà sciopero. Il 7 novembre e poi
di nuovo a dicembre. Ma le aperture notturne non potrebbero/dovrebbero essere
materia di negoziazione? Eppure al tavolo non se ne parla. «La riorganizzazione
del settore mette in discussione i contratti aziendali su salario e diritti.
Non ci sono le condizioni per affrontare la questione del
notturno», dice Fabrizio Russo della segreteria Filcams Cgil. Netto anche
Ferruccio Fiorot, segretario Fisascat Cisl: «Queste liberalizzazioni sono un
flagello. La gente ha spalmato i consumi su sette giorni e ora li distribuirà
sulle 24 ore. Ma la spesa resta la stessa. E anche l’occupazione non aumenta».
Cassieri e banconisti dei supermercati chiedono 85 euro
lordi come i dipendenti del piccolo commercio. Ma gli ostacoli nella trattativa
non sono sulla parte economica. «Chiediamo la disponibilità a cambiare
mansioni, qualche unità di lavoro in più, disponibilità sugli orari. È l’unico
modo per stare sul mercato nel dopo crisi», spiega Cobolli Gigli. La partita è
aperta. Alla cassa, dietro il bancone. E da dicembre al tavolo della
trattativa.
(Fonte: Il
Corriere della sera)
soprattutto il sabato sera sera sono pieni di persone, in alcuni carrefour restano le casse automatiche, in altre ci son proprio i cassieri. Un sabato sera sono entrato a quello de Corso Europea, la guardia giurata che stava fuori a controllare, diceva che in ogni caso era un'opportunità di lavoro.Ciò che non è utile, lo fanno diventare indispensabile:-.. ho visto persone lamentarsi perché tra le 23 e 45 e le 00: 00 cioè nel passaggio da un giorno all'altro per ragioni fiscali le casse devono restar chiuse e dunque non si possono fare acquisti...
RispondiEliminaCarrefour pensono di fare grossr vendite e poi con la sicurezza che non c è chi si fida di fare la spesa a tarda ora
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