La Corte
Costituzionale il 5 novembre scorso – accogliendo il ricorso di un gruppo di
risparmiatori – ha bocciato la norma del Salva Italia del governo che
anticipava al 6 dicembre 2011 il termine ultimo per poter convertire le vecchie
lire in euro
Ogni qualvolta ci capita di rivedere una banconota o una
moneta della vecchia Lira, proviamo un sussulto nostalgico, un tuffo al cuore,
un senso di vuoto nelle tasche. La mia generazione è stata l'ultima a
beneficiare della lira in età adolescente. Quando con mille lire in tasca ci
sembrava di poter acquistare tante cose; quando con diecimila lire potevamo
andare in pizzeria e ci rimaneva pure il resto. Oggi con cinquanta centesimi possiamo
fare al massimo un'offerta a uno dei tanti mendicanti in strada, mentre con
cinque euro al massimo possiamo comprare una pizza e una bibita ma da un take
away.
GLI ERRORI, VOLUTI, INIZIALI
- La sensazione, col passaggio dalla Lira all'Euro, di essere stati rapinati è
stata immediata. I commercianti (quelli che da qualche anno piangono per la
crisi) ne hanno subito approfittato per raddoppiare i prezzi. Col beneplacito
dello Stato, il quale, oltre a non obbligarli per almeno un paio di anni di
esporre il doppio prezzo Lira-Euro, ha raddoppiato esso stesso bollette e
tariffe. Sarebbe bastato anche immettere monete di carta per 1 e 2 euro, per
dare maggiore peso ai soldi e una maggiore consapevolezza per i consumatori
nello spenderli.
Ma oltre a ciò, ha compiuto un'altra rapina, tramite il
Governo più filo-europeista avuto in questi anni: il Governo Monti.
Come? Tramite la norma Salva Italia (legge 201/2011 art. 26),
la quale ha anticipato al 6 dicembre 2011 il termine ultimo per poter convertire
le vecchie lire in euro. Un anticipo di ben tre mesi, dato che la legge del
2002 (introdotta per gestire l’introduzione dell’euro) fissava invece al 28
febbraio 2012 la fine del diritto di cambio.
Un anticipo che ha beneficiato allo Stato tra 1,2 e 1,6
miliardi di euro che, invece di finire nelle tasche degli italiani in possesso
delle lire, furono versate da Bankitalia in tre rate nella casse statali per
concorrere alla riduzione del debito pubblico. Quel debito pubblico che ci
divora da decenni e che nessun governo riesce a ridurre.
LA SENTENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE - Per fortuna, a riparare le
nefandezze dei nostri governanti ci ha pensato ancora una volta la Corte
Costituzionale. La quale ha bocciato la norma con questa motivazione: ''il
fatto che al momento di entrata in vigore del decreto Salva Italia fossero già
trascorsi 9 anni e 9 mesi dalla cessazione del corso legale della lira non è
idoneo a giustificare il sacrificio della posizione di coloro che, confidando
nella pendenza del termine originariamente fissato dalla legge, non avevano
ancora esercitato il diritto di conversione”.
BISOGNA ANCORA CAPIRE COME E QUANDO SI POTRANNO CAMBIARE LE LIRE RIMASTE - Ora
però bisogna capire quando e come si potrà beneficiare dei tre mesi scippati
agli italiani per cambiare le proprie lire. Al momento tutte le opzioni sono
aperte: dalla riapertura di una finestra, alla limitazione del cambio solo per
coloro che possano dimostrare di aver cercato di cambiare i titoli durante il
periodo in cui questo era ancora consentito dalle norme iniziali.
La risposta si trova, quindi, in un mix di problematiche che
vanno dalla solita lungaggine burocratica all’impatto sui conti pubblici con la
mancanza di soldi cash per finanziare questa restituzione.
Del resto che la coperta sia troppo corta è evidente facendo
due conti: nel 2012 Bankitalia spiegava che tra le banconote non ancora
restituite mancavano all’appello 196 milioni di pezzi da mille lire, 12 milioni
da 100mila lire, 300mila da 500mila lire, 40,6 milioni da diecimila lire, 30,9
milioni da cinquemila e 21,6 milioni per il taglio da duemila.
C’è, infine, un altro punto da chiarire: quando far partire
i tre mesi messi a disposizione dalla Consulta per presentarsi agli sportelli
bancari per cambiare le lire? Se venisse confermato che il countdown parte dal
giorno di pubblicazione della sentenza, giovedì 5 novembre 2015, le possibilità
dello Stato di tenersi il tesoretto aumenterebbero a dismisura.
Una notizia che renderà l'Euro agli occhi degli italiani
ancora più ostica, una fregatura impostaci dall'alto.
Tralasciando l'economia che è una merda. Guarda il mio blog, sono diventato volontario da oggi per le persone DiversaMente Abili..
RispondiEliminaEra inutile confermarlo.
RispondiEliminaOrmai risaputo da tutti.
Che tristezza. Quattordici anni dopo arriva una sentenza che più inutile non si può. Nemmeno alfano è così inutile, vah -.-
RispondiEliminaHo iniziato nel 2002 a dire ai miei amici commercianti che si stavano suicidando e, fino al 2007, questi hanno continuato a guardarmi come si guarda un idiota.
Poi, nel 2007 hanno cominciato a piangere miseria e io, naturalmente, non mi sono fatto sfuggire l'occasione per dire loro che chiudere la stalla dopo che i buoi eran fuggiti era inutile. Da allora, quasi tutti quelli che conosco hanno chiuso l'attività.
Tuttavia, imho, la responsabilità maggiore è stata di berlusconi che si è semplicemente rifiutato di fare ciò che avrebbe dovuto: controllare i prezzi della grande distribuzione. Perché è lì che è iniziato tutto.
Come detto, però, ormai è tutto inutile -.-
Ah, quasi dimenticavo ... il tutto è avvenuto con la complicità dei media e dell'ISTAT che quotidianamente ci raccontava che l'inflazione era al 2% ...
A mio parere quando arrivò l'Euro furono fatti vari errori forse voluti; il primo errore: non furono attivati i previsti comitati provinciali per il controllo prezzi, il secondo errore: non fu spiegato alla gente che l'euro era una moneta forte e che le svalutazioni competitive non si sarebbero più potute fare; molti pensarono che l'Euro era semplicemente la lira che cambiava nome che al consueto aumento dei prezzi sarebbe seguito il consueto aumento degli stipendi e aumentarono i prezzi a iniziare da quelli all'ingrosso senza rendersi conto che l'azienda Italia andava fuori mercato, questo errore di valutazione lo fecero anche molti amministratori pubblici che ritoccarono le tariffe dei trasporti, delle mense ecc. senza rendersi pienamente conto di quello che facevano. Quando arrivò l'euro la moneta cartacea più piccola era quella da mille lire, avrebbero dovuto fare i 50 centesimi cartacei per fare capire alla gente il valore della nuova moneta. ciliegina sulla torta la recente sentenza della corte costituzionale rischia di fare un grosso favore a chi detiene miliardi di vecchie lire mai convertite in euro; ci si dovrebbe chiedere perché miliardi di vecchie lire non sono mai state convertite?...forse i possessori avevano difficoltà a giustificarne la provenienza?.....ma forse mi sbaglio.
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