martedì 13 dicembre 2011

LE FS SOPPRIMONO MOLTI TRENI A LUNGA PERCORRENZA, SICILIA TAGLIATA FUORI DAL RESTO D’ITALIA


E’ LA REGIONE CHE PATIRA’ DI PIU’ IL PIANO DI RIORGANIZZAZIONE, A RISCHIO 665 LAVORATORI

Mentre l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, si pavoneggia e si becca l’applauso del Presidente della Repubblica e di quelli delle Camere nel presentare i nuovissimi treni ad alta velocità – veloci sì, ma inaccessibili a molti – i treni destinati ai poveri pendolari sono sempre di meno e sono sempre più impresentabili. In realtà, non se la passano bene neanche quelli a lunga percorrenza, ossia quelli che attraversano più Regioni, se non l’Italia intera. Si pensi al Treno del sole (Palermo-Torino), la Freccia della laguna (Siracusa-Venezia) o il Treno dell’Etna (Catania-Milano), che per decenni hanno riaccompagnato a casa o nei luoghi di lavoro milioni di emigrati del Sud e le loro famiglie, e che ora saranno soppressi. La Regione più calpestata dai tagli è, manco a dirlo, la Sicilia.

ITINERARI RIDOTTI A UN QUINTO IN 6 ANNI - Tutti questi treni saranno soppressi e chi deve partire per Milano, Torino o Poggibonsi verrà scaricato dalle ferrovie a Roma e da qui si dovrà cercare una (fortuita) coincidenza. Per il percorso inverso la tappa intermedia obbligata sarà invece Bologna. Peggio ancora per chi viene dal Sud più retrivo della Trinacria dove il federalismo delle rotaie si restringe fino a diventare un binario morto. Nel 2005 erano 56 i treni circolanti da Nord a Sud e viceversa, ridotti poi a 26 e da oggi ne rimarranno 10. Con un particolare non trascurabile: le partenze saranno possibili solamente da due città dell’isola, cinque da Palermo e cinque da Siracusa, naturalmente con destinazione ultima Roma. Dunque, tanto per fare un esempio, venendo soppresso l’Agrigento-Roma e viceversa, sia gli abitanti che i turisti che a ciclo continuo vengono da mezzo mondo nella città dei Templi dovranno viaggiare in aereo, col pullman o andarsene a ciondolare a piedi.

GLI EFFETTI SUI LAVORATORI – Molti i lavoratori (non soltanto siciliani) licenziati in tronco. Secondo Fit Cisl saranno 82 (665 in tutta Italia) i lavoratori licenziati in Sicilia. Anche per questo “lo sciopero nella regione ha una valenza in più – come spiega Mimmo Perrone, segretario regionale Fit Cisl Ferrovie, che ha indetto la protesta dalle 21 del 15 dicembre alle 21 del 16 dicembre – e ricordiamo alle istituzioni e al mondo della politica, finora assente, che mentre a Roma s’inaugura una stazione ferroviaria ad alta velocità, nell’isola continuiamo ad assistere a tagli ai treni a lunga percorrenza e ai posti di lavoro come quelli che scatteranno domenica 11 dicembre”.

LE RAGIONI INFONDATE DEI TAGLI - Tanto il business non si fa andando (tornando) al Sud e soltanto negli ultimi 3 anni – almeno così dice Trenitalia – sui treni notte c’è stato un calo del 25 per cento dei passeggeri. Non è d’accordo con questi numeri Franco Spanò, segretario generale Filt Ggil, che oltre a dichiarare che così: “Viene negato ai siciliani il diritto alla mobilità e alla continuità territoriale”, dice: “Che il numero dei passeggeri sui treni notte dalla Sicilia fosse basso è una falsità. Anzi, da un anno e mezzo Trenitalia porta avanti una politica di disincentivazione, ostacolando le prenotazioni e preferendo far viaggiare i vagoni vuoti per poi usare questo argomento a sostegno delle sue irresponsabili scelte”.

Come al solito, dunque, l’ammodernamento sarà pagato a caro prezzo da chi questo Paese lo ha fatto grande e ne ha proprio permesso la modernizzazione: i meridionali. Grazie a quanti hanno e stanno lasciando famiglie e amici per recarsi al Nord, spesso subendo ivi pure umiliazioni. Ma ormai ci siamo abituati. Sono 150 anni che ci dimenticano, sfruttano, deridono. E per ringraziarci, ci tolgono i già fatiscenti treni esistenti. Utili, tra l’altro, proprio per raggiungerli a chilometri di distanza. Fortuna che il centocinquantenario dall’Unità d’Italia sta volgendo al termine. Una farsa lunga un anno è dura da sopportare.


3 commenti:

  1. A dir il vero la cosa, se non fosse per i poveri cristi che perdono il loro posto di lavoro, non mi tange...
    Per le mie continue spole tra Milano e Messina, ho preso il treno soltanto due volte in vita mia e mai più lo prenderò! A parte che anche economicamente ormai è diventato più conveniente l'aereo questo è poco ma sicuro...

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  2. Vabè che io ci vado in aereo.. per quanto costa il biglietto e per il lungo e straziante viaggio, preferisco muovermi in aereo.. In un'ora e 15 minuti sono a Palermo..
    Per quanto riguarda il taglio non mi sembra affatto giusto! Tra un po' ci considereranno parte dell'Africa e ci snobberanno in tutto! Guarda com'è successo per terremoti e frane varie.. nessun aiuto! Nessuno!

    Francesca

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  3. ‎....e il Po confine naturale?

    Luigi

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