LE TRISTI STORIE DI LUIGI COPPOLA E LUIGI ORSINO
Per un imprenditore indebitato fino al collo denunciare chi
gli rende quotidianamente la vita un inferno a suon di ricatti, non è assolutamente
cosa facile. Perché si mette a repentaglio non solo la propria vita, ma
soprattutto, quella dei propri cari. Inoltre, lo Stato italiano non incentiva
certo alcun atto coraggioso, il quale diventa puro eroismo. Già perché se
denunci, rischi di ritrovarti solo, abbandonato da tutti, anche dallo Stato
stesso. Lo sanno bene Luigi Coppola e Luigi Orsino, che dopo aver denunciato i
loro strozzini, affiliati peraltro al clan camorristi, si sono ritrovati senza
lavoro e senza una casa.
LA STORIA DI LUIGI COPPOLA - Luigi Coppola era un imprenditore di
Boscoreale, nella fattispecie era proprietario di una concessionaria d’auto.
Parliamo al passato non perché sia morto, ma perché da quando ha denunciato i
suoi usurai, la sua attività è stata allontanata da tutti, perfino gli amici
più stretti. Coppola è diventato noto per aver fatto condannare gli usurai e
gli estorsori che lo taglieggiavano, tra i quali il boss Pesacane. Grazie alle
sue testimonianze sono stati decapitati i clan Pesacane della zona di Pompei e
Cesarano di Castellammare di Stabia.
A QUALE PREZZO? - Dopo la sua
deposizione venne inserito, nel 2002, nel programma di protezione testimoni
assieme alla sua famiglia, moglie e due figlie. Solo nel luglio 2007 riuscì a
tornare nella sua Pompei. Qui la sua concessionaria d'auto venne disertata dai
clienti, alcuni abitanti del paese si resero addirittura promotori di una
petizione al sindaco per cacciarlo da Pompei. L'ultima beffa Coppola la subì
dai proprietari della casa presa in affitto che gli imposero lo sfratto.
Coppola da allora non ha più trovato qualcuno disposto a dargli un'abitazione.
Coppola ha una moglie e due figlie e una vita che non è più vita. Chissà quante
notti avrà pensato “chi me lo ha fatto fare?”.
IL CASO DI LUIGI ORSINO –
Luigi Orsino, di San Sebastiano a Vesuvio (Na) gestiva con la moglie 5 negozi,
tre di abbigliamento e due di mobili a Portici. All’apice del commercio decise
di acquistare una villa lussuosa nel suo comune di residenza; un acquisto che
attirò l’attenzione della camorra dell'hinterland. Iniziarono così le richieste
di estorsione esose, quotidiane e violente. Una mattina trovò le serrande di
tutti i miei esercizi forate da colpi di arma da fuoco. Poi gli sequestrarono il
figlio fuori scuola. Infine, pure lui, con tanto di botte. Le minacce e le
richieste degli strozzini erano continue.
LA DENUNCIA E LA VITA DI ADESSO
- Agli usurai ha ceduto tre appartamenti: due a Roccaraso sulla centralissima
via Napoli e uno a Ercolano. All’esecuzione degli espropri prendono parte anche
gli avvocati malavitosi che vantavano crediti nei miei confronti frutto di
prestiti concessi a tassi del 30-40% al mese. Le banche non volevano saperne di
concedergli credito. L'imprenditore ha denunciato la sua triste storia alla
Procura. Ora vive di elemosina. Il Sindaco di San Sebastiano gli fa perfino la
spesa e il Comune ha pagato l’Università del figlio laureando.
A sostegno dei “testimoni di giustizia” – che si badi bene non
sono “collaboratori di giustizia”, in quanto non hanno mai fatto parte di organizzazioni
criminali ma hanno soltanto esercitato il loro diritto-dovere di testimoniare
contro le attività criminali, e per questo hanno perso casa, lavoro e libertà
di vivere una vita civile comune – è in corso anche una petizione: http://www.petizionionline.it/petizione/tutela-per-i-testimoni-di-giustizia/5444
e dov'è la novità??
RispondiEliminailluso chi pensava il contrario....
lo Stto non esiste..solo per mungere
è sempre bene parlarne ed occuparsene
RispondiEliminaluigi f.