LICENZIATO DI FATTI ANCHE L’UNICO ITALIANO RIMASTO, JARNO TRULLI,
DALLA SCUDERIA CATERHAM. NON ACCADEVA DAL 1969
Il Made in Italy sta subendo mortificazioni su tutti i
fronti. Ora anche nella Formula Uno. La prossima stagione, che inizierà il 18
marzo in Australia, non vedrà gareggiare alcun pilota italiano. L’ultimo era Jarno
Trulli, 37 anni, licenziato venerdì 17 (data appropriata, non c’è che dire)
dalla scuderia anglo-malese Caterham, che lo ha sostituito con il russo Vitaly
Petrov, ex Renault.
Non accadeva dal 1970.
COSI’ LA FINE DEL RAPPORTO -
Il responsabile della scuderia Tony Fernandes dal sito della Caterham ringrazia
il pilota italiano e non nasconde che l’ingaggio del russo è una scelta
economica prima ancora che tecnica. “Voglio ringraziare Jarno per il ruolo
assolutamente centrale svolto nella creazione e nella crescita della scuderia
dal 2009. Non è stato semplice decidere di ingaggiare Vitaly al posto di Jarno,
ma lo abbiamo fatto per dare una nuova spinta all’ambiente con realistica
attenzione al mercato globale”. Ovvero ai 10 milioni di euro di sponsor che il
nuovo pilota porta in dote alla scuderia.
Dal canto suo Trulli, che aveva comunque il contratto in
scadenza al termine della stagione, saluta e ringrazia con stile. “Capisco la
scelta della squadra, e auguro loro il meglio per la stagione che sta per
iniziare. Voglio ringraziare tutti in squadra per le due stagioni vissute
insieme. Siamo partiti da zero, costruendo una solida squadra di Formula 1. Sono
orgoglioso di averne fatto parte”.
LA CARRIERA DI TRULLI - Il
pilota di Pescara saluta dopo 256 GP disputati in una carriera cominciata nel
1997 con la scuderia faentina della Minardi, simbolo di un’altra Italia che non
c’è più. L’apice alla Renault, dove nel 2004 vinse il suo unico GP a Monaco.
Nel palmares anche 11 podi, 4 pole position e un sesto posto finale in
classifica nel 2004. Nello stesso anno, durante il GP di Inghilterra a
Silverstone, è protagonista di uno spettacolare incidente: il cedimento della
sospensione posteriore lo fa sbattere contro le barriere protettive all’uscita
della curva Bridge, la macchina compie due giri completi su se stessa e una
capriola prima di fermarsi sulla sabbia. Trulli esce dall’abitacolo sulle sue
gambe.
PILOTI ITALIANI, PIU’ BASSI CHE ALTI
- E oggi, con la sua uscita dal circus della F1, si esaurisce la lunga
tradizione di piloti italiani in corsa. Correva l’anno 1969 quando per l’ultima
volta nessun pilota italiano partecipò ad una gara di F1. Ernesto Brambilla,
detto Tino, avrebbe dovuto partecipare al solo GP di Monza con la Ferrari, ma
un incidente in moto glielo impedì. Anche nel 1970 l’Italia si presentò alla
prima corsa della stagione senza piloti, ma durante il campionato Andrea De
Adamich subentrò con la McLaren-Alfa Romeo.
Da allora abbiamo sempre avuto qualcuno ai nastri di
partenza. Negli anni Settanta, oltre ai già citati, ci furono tra gli altri
Arturo Merzario, poi anche costruttore, e lo sfortunato Elio de Angelis: due GP
vinti con la Lotus prima di andarsene nel 1986 a seguito di un incidente
durante delle prove in Francia con la Brabham. Negli 1977 c’è l’esordio di
Riccardo Patrese, uno dei più grandi piloti italiani: aggressivo sia in pista
che fuori, non è mai stato molto amato all’interno del gruppo ma ha stabilito
diversi record tra partecipazioni e punteggi oltre a vincere 6 gare, prima con
la Brabham e poi con la Williams.
Negli anni Ottanta, nel nutrito contingente di piloti
battenti bandiera italiana, spiccano Michele Alboreto e Alessandro Nannini. Il
primo, ultimo pilota italiano ad aver vinto una corsa al volante della Ferrari,
nel 1985 con la scuderia di Maranello è arrivato ad un passo dalla conquista
del mondiale, perso nelle ultime gare dopo un entusiasmante duello con Prost.
Vincitore di 5 GP in carriera, nel 2001 Alboreto è morto durante un collaudo in
preparazione della 24 ore di Le Mans. Alessandro Nannini, fratello di Gianna,
ha visto invece la sua carriera in ascesa interrotta bruscamente al seguito di
un incidente avvenuto con il suo elicottero. Durante gli anni Novanta si
aggiungono, tra gli altri, Alex Zanardi, che raggiunge la notorietà grazie alle
molte vittorie nella formula Cart in America più che alle sporadiche
apparizioni in F1, Giancarlo Fisichella e Jarno Trulli, che sono rimasti gli
unici insieme a Vitantonio Liuzzi a rappresentarci negli anni zero. Dopo 3 GP
vinti, tra cui uno indimenticabile in Brasile nel 2003, le ultime gare
disputate in F1 da Fisichella, giunto nel 2009 con grandi aspettative poi non
mantenute in Ferrari a sostituire l’infortunato Massa, segnano il malinconico
declino di una grande scuola di piloti, che da quest’anno non avrà nessuno a
rappresentarla.
Diciamocela tutta. Di fuoriclasse al volante non ne abbiamo
da decenni; ma quanto meno ne avevamo e di tanto in tanto qualcuno saliva pure sul
podio. Non resta che vantarci con la scuderia più prestigiosa del Mondo; almeno
che non smembrino pure quella…
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
Credo che Trulli possa sperare in un posto in Ferrari. Massa rischia molto se non farà nulla di buono nelle prime 4 gare extraeuropee. All'inizio di maggio ci sono i test al Mugello. Quest'anno il pilota si può cambiare.
RispondiEliminasinceramente quei vecchi lì come trulli ormai non vanno niente più...però si potrebbe puntare sui giovani...sempre che ci siano
RispondiEliminaflavio
Non è che i piloti italiani negli ultimi 20 anni abbiano fatto chissà cosa. Dispiace più affettivamente che dal punto di vista dello spettacolo, in uno sport che è ai massimi livelli di decadenza storica.
RispondiEliminaFrancesco
Non abbiamo piloti giovani con dote da milioni di euro!
RispondiEliminaluigi
aspettiamo tempi migliori...tra un pò spariremo pure dal motomondiale
RispondiEliminakerry