lunedì 19 marzo 2012

CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO, UN COARCEVO DI INDAGATI


IL CASO DI ROMANO LA RUSSA, ASSESSORE ALLA SICUREZZA, E’ SOLO L’ULTIMO DI UNA LUNGA SERIE

Il consiglio regionale lombardo presieduto da Roberto Formigoni, in carica da tre anni, sta diventando un’assemblea di indagati prevalentemente per corruzione, ma non mancano casi di scandali quali dossier denigratori o sexygate. Per non parlare della discussa presenza del Trota figlio di Bossi e della messa in discussione dell’elezione stessa di Formigoni a Presidente, contro cui i Radicali hanno presentato più esposti.
L’ultimo caso è dell'assessore alla sicurezza, Romano La Russa, indagato per finanziamento illecito ai partiti nell'ambito dell'inchiesta sul caso Aler.

ROMANO, FRATELLO DI IGNAZIO - Le accuse rivoltegli vanno dalla turbativa d'asta alla corruzione e illecito contributo elettorale. Due dirigenti dell'Aler, azienda pubblica di Milano, avrebbero eluso, in concorso con 5 service manager, gare ad evidenza pubblica frazionando gli affidamenti a diverse ditte. L'illecito finanziamento è relativo al contributo elettorale di oltre 10 mila euro pagato da un imprenditore per finanziare la candidatura di Romano La Russa alle elezioni regionale 2010 e quelle di un altro esponente del Pdl, Marco Osnato, genero di Romano La Russa, alle elezioni per il Comune nel capoluogo lombardo nel 2011. 


IL CASO DI DAVIDE BONI - Davide Boni, della Lega e Presidente del consiglio regionale, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per corruzione con l’accusa di aver intascato e girato al suo partito tangenti per oltre un milione di euro. Ha comunque detto che non si dimetterà.

L’ARRESTO DI NICOLI CRISTIANI - Nicoli Cristiani, ex consigliere e vicepresidente del consiglio regionale, ed ex Assessore all’Ambiente e al Commercio, è stato arrestato lo scorso novembre con l’accusa di truffa, corruzione e riciclaggio illecito di rifiuti. Il corruttore sarebbe Pierluca Locatelli, imprenditore bergamasco del settore, che avrebbe versato 100mila euro per ottenere l’autorizzazione per una discarica di amianto. Cristiani, eletto tra le fila del Pdl, ha trascorso il Natale a San Vittore, per poi essere scarcerato il 24 febbraio. Era consigliere regionale dal 1995, anno della prima elezione di Formigoni al Pirellone.

MASSIMO PONZONI – Massimo Ponzoni, Pdl, assessore all’ambiente nella precedente legislatura, nel 2010 è comparso nelle inchieste sulla ‘ndrangheta in Brianza. L’assemblea lombarda gli aveva rinnovato la fiducia nonostante fosse indagato per un pagamento di 220 mila euro ricevuto da un costruttore per influire su alcuni pubblici ufficiali di Desio e Seregno e agevolare, così, un’operazione urbanistica. Lo scorso gennaio è finito in manette per bancarotta concussione e finanziamento illecito ai partiti. L’ordine di arresto era stato inviato dalla procura di Monza che indagava sul fallimento della società Pellicano.

ANGELO GIANMARIO -  Il procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e il pm Giordano Baggio hanno indagato il consigliere regionale Giuseppe Angelo  Giammario, vicepresidente della Commissione Ambiente e membro della commissione Sanità. L’accusa è corruzione e finanziamento illecito dei partiti. Nei suoi confronti è stata disposta una perquisizione effettuata dai carabinieri del Noe presso il Pirellone.
Angelo Giammario è stato sottosegretario regionale ai rapporti con Milano e fa parte del consiglio di amministrazione   dell’Università Bocconi. L’inchiesta che lo coinvolge nascerebbe da uno stralcio di una indagine nata a Monza.

ANGELO CIOCCA - Gli inquirenti che cercano di far luce sulla presenza della criminalità organizzata in Lombardia e sui suoi legami con la politica hanno parlato anche di Angelo Ciocca, consigliere regionale leghista che – è emerso dalle inchieste che hanno condotto ai maxi blitz milanesi – avrebbe avuto contatti con il «boss» Pino Neri. Ciocca fu fotografato dalla Dia in un suo incontro con Neri con cui ‘avrebbe fatto degli affari immobiliari’.

PIERGIANNI PROSPERINI – Nel 2009 l’assessore alla Sicurezza, al Turismo e allo Sport Piergianni Prosperini finì in carcere con l’accusa di essersi fatto restituire dalle emittenti televisive lombardo parte della campagna pubblicitaria da 7 milioni e 200 mila euro spesi dalla Regione per gli spot turistici. Nel luglio 2011 è finito ai domiciliari per aver intascato, ai tempi in cui era assessore, una mazzetta da 10mila euro per garantire a una società un appalto da 300mila euro per manifestazioni in Valtellina.

MONICA RIZZI - Brutte storie, hanno sfiorato anche la consigliera leghista Monica Rizzi, assessore allo Sport, vicinissima a Renzo Bossi, è stata indagata con l’accusa di aver confezionato dossier illeciti contro altri lumbard per favorire l’ elezione al Pirellone del ‘Trota’.

DANIELE BELLOTTI - Daniele Bellotti, assessore al Territorio e all’Urbanistica, è stato indagato in una maxi inchiesta contro gli ultras atalantini come presunto ispiratore di alcune manifestazioni di contestazione violenta nel corso del campionato 2009-2010, finito per l’ Atalanta con la retrocessione in serie B.

NICOLE MINETTI – Per la ex soubrette, ed ex igienista dentale, diventata famosa per il suo coinvolgimento nel caso Ruby non c’è alcuna accusa di collusione con la mafia, di aver intascato tangenti o favorito imprese amiche. Su di lei grava l’accusa di favoreggiomento della prostituzione minorile per aver coinvolto l’allora minorenne marocchina Ruby nei festini di Berlusconi nella villa di Arcore.

GLI ALTRI – Poi ci sono gli affaristi, amici e confidenti che si muovono a breve distanza da assessori, presidente e consiglieri. Alessandro Uggeri, ad esempio, fidanzato della Rizzi, che del Trota Bossi è stato perfino l’autista. E’ stato sfiorato da diverse indagini. C’è anche Giancarlo Abelli, super manager della sanità lombarda ed ex assessore di Formigoni, che negli anni ’90 finì sotto inchiesta per false fatturazioni e concorso in abuso d’ufficio. Luigi Zunino, immobiliarista oggi indagato con Boni per le tangenti, che fu codnannato nel processo sulla tentata scalata di Antonveneta.

FILIPPO PENATI – C’è anche un caso nel centro-sinistra. Filippo Penati è indagato dallo scorso luglio per concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti dai pm della procura di Monza per presunte tangenti intascate sulla riqualificazione dell’ex Area Falck di Sesto San Giovanni. Ha ricoperto il ruolo di Presidente della provincia di Milano ed è stato segretario politico di Pier Luigi Bersani.

I RICORSI DEI RADICALI SULLA CANDIDATURA DI FORMIGONI - La stessa candidatura di Roberto Formigoni alla Presidenza della Regione Lombardia per un IV mandato (Elezioni Regionali 2010) fu oggetto di contestazioni, in quanto avrebbe violato la legge 165/2004, art. 2. I pareri favorevoli alla candidabilità di Formigoni per un quarto mandato si basavano, per alcuni, sul fatto che l'art. 2 cit. sarebbe una norma di principio, inapplicabile in assenza della normativa attuativa regionale; per altri, sul fatto che, poiché la legge fu promulgata nel 2004 essa non sarebbe applicabile al mandato in corso, ma solo a partire dalle successive elezioni del 2015. D'altra parte, i contestatori sostenevano che tale interpretazione fosse in opposizione alla ratio della norma, la quale sarebbe volta ad evitare il formarsi di rendite politiche e di accumulo di potere personale, oltre che ad una sentenza della Cassazione, ritenuta applicabile al caso regionale.
Il 22 febbraio 2010 venne depositato un esposto alla corte d'appello di Milano contro la ricandidatura di Formigoni. Anche il deputato Pierluigi Mantini (Udc), presentò un ricorso al Tar contro la candidatura di Formigoni ed Errani (infatti la medesima situazione ha implicato anche Vasco Errani, candidato per l'Emilia-Romagna). Tuttavia il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, con un'ordinanza del 6 marzo 2010, dichiarò ammessa la lista “Per la Lombardia” alla competizione elettorale.
In data 6 ottobre 2010, il Tar della Lombardia ha dichiarato infondati due ricorsi dei Radicali coi quali si chiedevano "l’annullamento delle operazioni elettorali per l’elezione del presidente della Giunta e del Consiglio regionale, nonché l’annullamento della delibera di esclusione dalla competizione della Lista Marco Pannella". Successivamente il 29 ottobre dello stesso anno, il Gip ha archiviato l’inchiesta per falso ideologico riguardante omissioni o irregolarità nella raccolta delle firme per le liste Per la Lombardia e Penati presidente. Infine, il 9 dicembre 2010 sempre il Tar ha respinto un altro ricorso dei Radicali che chiedeva la decadenza di tutti i consiglieri regionali lombardi, in relazione a presunte firme false raccolte a sostegno della lista Per la Lombardia.

2 commenti:

  1. e con la Lega cosi li abbiamo messi dentro tutti...
    come direbbe Fede
    CHEFIGURADIMMERDA.....

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  2. LaRussa solo l'ultimo in ordine di tempo! e Formigoni che non ci pensa proprio a dimettersi
    però poi se dici che hanno la faccia come il c. sono capaci di offendersi

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