lunedì 16 aprile 2012

ESODATI, ITALIANI NEL LIMBO TRA DISOCCUPAZIONE E PENSIONE


PER L’INPS SONO 65MILA, MA PER I SINDACATI SAREBBERO 350MILA

Quattro anni fa un documento della Commissione teologica internazionale approvato dal Papa aboliva il tradizionale concetto di limbo, inteso come “luogo dove i bimbi non battezzati vivono per l'eternità senza comunione con Dio”. Con la riforma del Ministro Fornero è stato introdotto un nuovo concetto di limbo…laico: quello degli esodati, ossia quei lavoratori che hanno accettato, prima del 31 dicembre 2011, di lasciare l'azienda anzitempo con la certezza di ricevere la pensione massimo entro due anni, ma che con la nuova riforma della previdenza che innalza l'età per lasciare il lavoro si trovano senza occupazione e senza assegno, non potendo più collegare lo scivolo incentivato alla pensione.
Con la nuova legge per andare in pensione sono necessari 41 anni di contributi, 42 per gli uomini, oppure una età anagrafica che sale gradualmente da 62 anni nel 2012 per arrivare a 66 nel 2018. Contro di loro c’è anche uno squallido balletto di cifre, tra Inps, Sindacati e politica. Venerdì scorso sono scesi in piazza per manifestare il proprio dissenso.

LE RAGIONI DELLA PROTESTA - La manifestazione è stata indetta contro la mancata copertura per gli esodati e le cifre fornite dal governo, e più in generale contro la riforma previdenziale varata in novembre in modo rapido e senza trattativa, come primo segno della capacità dell'esecutivo di prendere decisioni senza influenze di parte. Secondo il ministro del Lavoro Elsa Fornero infatti si tratterebbe di 65.000 persone e dunque gli stanziamenti previsti dal decreto Salva-Italia e dal milleproroghe sarebbero sufficienti per applicare le vecchie norme previdenziali a questi lavoratori.
Di parere opposto i sindacati, per i quali il numero arriverebbe fino a 350.000.
"Non siamo affatto convinti [che siano 65.000] perché basta sommare quelli in mobilità per gli accordi sindacali fatti l'anno scorso più quelli del fondo speciale dei bancari per sapere che sono già oltre 65.000", ha detto Camusso stamani in tv aggiungendo che "in realtà oggi il governo sta dicendo che ci sono molte migliaia di fantasmi per i quali non si trova nessuna soluzione".
"Se il governo dovesse confermare i 65.000 esodati non ci resta che una strada: chiedere le dimissioni del presidente dell'Inps [Antonio Mastrapasqua]", ha detto Camusso dopo che il direttore generale dell'Inps, Mauro Nori, ha parlato nei giorni scorsi di 130.000 persone alle quali bisogna aggiungere chi ha scelto di versare contributi volontari per arrivare alla pensione. In tutto sono 1,4 milioni di individui fra i quali 'pescare' molti esodati.

LA RISPOSTA DELL’INPS - L'Inps replica che non c'è alcuna contraddizione. Il numero fornito da Nori, precisa una nota, "si riferiva alla stima delle platee dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni, in procedure di mobilità, in esodi individuali incentivati ed alle altre categorie previste. Il numero emerso dal tavolo tecnico si riferisce invece alla fotografia dei destinatari degli interventi stabiliti dal legislatore".

IL PARERE DI PDL E PD - Si arriverà a 200.000 persone secondo il deputato del Pdl, ex Cgil, ed esperto di previdenza Giuliano Cazzola. "La protesta del sindacato continuerà fino a quando non arriverà una soluzione soddisfacente e definitiva. Pacta sunt servanda", assicura il leader della Cisl, Raffaele Bonanni per il quale il governo "ha fregato giovani e anziani. Dia una parte dei 140 miliardi di risparmi [della riforma delle pensioni] per il problema degli esodati". "Nel paese tante pensioni d'oro. Da lì si trovino le risorse. Equità è dare a chi ha meno non difendere chi ha di più".
Anche il Partito democratico incalza il governo: "Tanto rumore per nulla? Ci sembrano improbabili le stime del ministero a proposito degli esodati...Si mettano a disposizione le risorse che si renderanno necessarie attraverso una clausola di rifinanziamento automatico, nel caso in cui quelle stanziate non fossero sufficienti", ha detto Cesare Damiano, capogruppo Pd nella commissione Lavoro di Montecitorio ed ex ministro del Lavoro.
Vittime della riforma delle pensioni anche i piani ristrutturazioni di alcune banche come Mps e Unicredit. L'istituto senese aveva previsto di ridurre il personale di 1400 unità alla fine del suo piano al 2015 ma a seguito della riforma previdenziale ha dovuto ridimensionare le uscite a circa 450 compensando con un piano di risparmi pari al 3% del costo del personale. Unicredit ha annunciato il rinvio del programma di 5.200 esuberi di personale al 2014-15 a seguito della riforma.

(Fonte: Reuters)

2 commenti:

  1. questi politici da quattro soldi,queste sanguisughe che fanno bruciare opere d'arte a casa aura,per la loro ingordigia da vampiri.casa aura rappresenta l'obbrobbio di un 'opera falsa.''questi ometti'',invece di costruire ospizi per gli anziani,costruiscono grattacieli con casino',con vista sull'immondizia.(ritornate ad essere umani)

    antonio

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  2. Qui il problema sta solo nella politica,si sono accordati tutti i partiti di metterne una condivisa da tutti l'unica che riusciva a piangere in diretta(Fornero) ad attuare quanto concordato"per due anni almeno l'INPS non deve erogare nuove pensioni" i soldi risparmiati se li sono già spartiti.il salvaguardato a scadenza della mobilità non percepisce più niente.Qui tutti danno i numeri 50/60/100/150 mila esodati,tanto per parlare.se si vuole sapere i numeri reali si trovano.

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