MERCOLEDI’ IL BATTESIMO A ROMA PER UNA LISTA CHE DOVREBBE
CORRERE DA SOLA
La rivoluzione arancione sbandierata dall’ex Pm Luigi de
Magistris, ora Sindaco di Napoli, che ha effettivamente funzionato in alcune
importanti città italiane quali Cagliari e Milano (oltre appunto in quella
partenopea) diventa partito. Mercoledì 17 al teatro Eliseo di Roma, de
Magistris ha presentato la Lista arancione, chiamata anch’essa movimento, come
se la parola partito fosse diventata una bestemmia. Un soggetto politico nuovo
che, stando alle intenzioni del protagonista delle inchieste Why not e
Poseidon, si collocherà fuori dal centro-sinistra e punta a superare la sbarra
del 4%.
CHI NE FARA PARTE - Ma chi ne
farà parte. Oltre a de Magistris, che ha già detto di non candidarsi,
dovrebbero farvi parte: Oliviero Beha, Sandro Ruotolo, e un paio di assessori
napoletani: quelli certi sono Alberto Lucarelli e Sergio D’Angelo, ma si sono
proposti anche Pina Tommasielli e Bernardino Tuccillo; poi c’è la “quota” di
candidati che si deve a movimenti e partiti che hanno fatto un passo indietro
puntando sulla “creatura” del primo cittadino. E cioè: l’Idv destrutturato di
Antonio Di Pietro, che candiderebbe Maurizio Zipponi (e con i voti dell’Idv in
liquidazione il 4% appare a portata di mano); Rifondazione, che punta al nome
di Claudio Grassi, e il movimento di “Cambiare si può” e di Alba, pezzi di
società civile da tempo in dialogo con il primo cittadino. Mentre sembra
declinare l’ipotesi di Gaetano Di Vaio, il produttore cinematografico, già
premiato a Venezia, e molto vicino al sindaco, che si è definitivamente
riscattato da un passato di precedenti penali, oggi testimonial di legalità.
Ma la vera candidatura di punta dovrebbe essere quella del
Pm Antonio Ingroia, Magistrato protagonista della delicata inchiesta sulla
trattativa Stato-Mafia. La sua “discesa in campo” non è ancora ufficiale ma si
è collegato dal Guatemala, dove, come noto, ricopre un incarico per l’ONU.
LE DICHIARAZIONI DI DE MAGISTRIS
- Queste le dichiarazioni di de Magistris: "Non mi candido e questo
oggettivamente non concede, nella fase iniziale, quella forza di una
candidatura di una persona che non è mai stata nominata e che al Parlamento
europeo ha preso mezzo milione di voti", aveva detto. Ora invece chiama
all’appello "cittadini e cittadine". "Il paese ha bisogno di
passione civica: dobbiamo impegnarci", ammonisce. Aggiunge il sindaco:
"Io posso essere da esempio, perché la mia esperienza politica nasce
profondamente dal basso, non avevo ricchezze economiche, né cricche né mafie
alle spalle né carriere politiche costruite sul piano mediatico, se l’ho fatto
io lo possono fare tutti e quindi possiamo recuperare la partecipazione
democratica". Oggi, dunque "è una giornata importante, siamo convinti
che c’è necessità di una politica orizzontale e non leaderistica, e con questo
sottolineo ancora una volta che io faccio il sindaco di Napoli a tempo pieno.
Ma si sente la necessità che ci sia un movimento plurale, che metta insieme
italiani e italiane che vogliono effettivamente cambiare questo paese".
Per lui, oggi, "Napoli torna a essere protagonista della buona
politica".
CARICA A SINDACO COME TRAMPOLINO DI
LANCIO - A primo acchito, la Lista arancione sembra essere una rinnovata
Italia dei valori, che affoga, in un pittoresco arancione, il gabbiano ferito e
in caduta libera simbolo del partito di Di Pietro.
Ma per quanto de Magistris non si candidi e non apponga il
suo nome sul simbolo, siamo sempre di fronte al solito partito leaderistico
tipico della Seconda Repubblica. Del resto, già con l’ennesima ricandidatura di
Berlusconi, non avremmo certo potuto sperare nel passaggio alla Terza. Probabilmente
questo nuovo movimento - guai, come detto, a parlare di partito; anche se, se
poi ci si candida, si diventa automaticamente tale – ha l’obiettivo di
raccogliere i voti in uscita dall’implosa Idv, più ammiccare gli elettori di
Rifondazione e del Pdci, e attingere qualche voto da quanti sono propensi a
scegliere il Movimento 5 stelle.
Ma la Lista arancione finisce per dare fiato all’idea che
Luigi de Magistris utilizzi l’investitura a Sindaco di Napoli come trampolino
per una propria carriera politica. Del resto non pochi sono i critici che valutavano
in tempi non sospetti l’organizzazione di grandi eventi a Napoli come mega-spot
elettorali in favore dell’ex Pm. Per una sorta di “tanto fumo niente arrosto”,
mentre i problemi della città restano tali, se non pure in peggioramento. Si
pensi ai quartieri periferici in degrado o alla differenziata, che in campagna
elettorale si era promesso di portare al 70%, mentre è perfino calata dal 22 al
18 per cento.
AMMINISTRATORI LOCALI O LEADER?
Certo, è giusto che un amministratore locale punti ad avere un ruolo di primissimo
piano a livello nazionale. Ma è anche giusto che si dia da fare in tal senso
verso la fine del suo mandato. Vendola e Renzi, che pure ho criticato per le
stesse ragioni in altre occasioni, se non altro sono già reduci da sette anni
di mandato come Governatore il primo e cinque anni come Presidente della
Provincia più tre da Sindaco il secondo. Mentre de Magistris è solo al primo
anno e passa di mandato. Diverso è l’atteggiamento degli altri due principali
esponenti della “rivoluzione arancione”, i Sindaci Pisapia e Zedda, eletti
insieme al Sindaco di Napoli, che si stanno prodigando solo per la propria
città.
Ancora, perché fondare un movimento ex novo e non tentare il
rilancio dell’Italia dei valori? Partito che ha adottato de Magistris nel 2009
candidandolo come europarlamentare, in un periodo difficile per lui dopo la
sottrazione delle inchieste calabresi? A dire il vero, il suo atteggiamento nei
confronti del partito è stato sempre da “un piede dentro e uno fuori”.
IL PRECEDENTE DI BASSOLINO - Infine,
a qualcuno è già apparso come un inquietante fantasma il precedente di Antonio
Bassolino, quando nel 1998, Sindaco di Napoli, fu chiamato dal Premier D’Alema
a svolgere la carica di Ministro del lavoro. Lui disse che sarebbe stato un
bene per Napoli; e invece, come noto, proprio da allora il rinascimento
napoletano da lui avviato nel ’93 subì un violento arresto.
Comunque speriamo di no. Non vorremmo che il colore del
nuovo movimento di de Magistris, l’arancione, sia quello del tramonto e non quello
dell’alba.
grazie per le informazioni integrative, anche se l'articolo è abbastanza critico. Io invece nel Mov.arancione ci spero, non foss'altro perché potrebbe riunire parte di quella sinistra dispersa e un po' sfiduciata. Comunque De Magistris ha ribadito che farà il sindaco fino alla fine del mandato, qui il suo intervento completo a Roma.
RispondiEliminaCiao
http://www.youtube.com/watch?v=g25738bQ088&feature=player_embedded
speriamo che c'è la caviamo visto che siamo al populismo puro grillini, berlusconi, e voi
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