IL POLO NORD E’ RICCO DI IDROCARBURI. LO SCIOGLIMENTO DEI
GHIACCIAI APRE LA STRADA A UNA NUOVA CORSA PER IL PREZIOSO GREGGIO
L’estate dello scorso anno nel Polo Nord si è toccato il
record di sempre per quanto concerne lo scioglimento dei ghiacciai. Nell’Artico
si sono infatti sciolti oltre 70 mila km quadrati di ghiaccio. Un ritmo che se
resta tale renderà il Polo Nord completamente libero dai ghiacci tra qualche
decennio. Le superpotenze, invece di riunirsi per combattere l’innalzamento
delle temperature, stanno preparando strategia militari al fine di accaparrarsi
per prime il petrolio e il gas. Già perché sotto quelle che un tempo erano
immense montagne di ghiaccio, si cela il 13% dei giacimenti di petrolio e il
30% di quelli di gas. Secondo uno studio del Servizio geologico Usa, perforando
i fondali artici si potrebbero estrarre circa 90 miliardi di barili di
petrolio, 44 di gas liquefatto e oltre 1.000 miliardi di metri cubi di gas
naturale, presenti in 25 aree definite.
La NATO sta già piazzando propri radar in Paesi “neutrali”
circostanti, quali Svezia e Norvegia. Mentre la Russia è stata la prima a
piazzare proprie bandiere.
LE CONVENZIONI INTERNAZIONALI POCO
CHIARE - Ma quali sono le convenzioni internazionali relative al Polo
Nord? Le norme della convenzione Onu per il diritto marittimo, sancite nel
1982, si mischiano con le regole stabilite nel 1996 con la costituzione
dell’Arctic Council, Forum internazionale di cui fanno parte i Paesi che si
affacciano sul mare Artico: Canada (che rappresenta i territori del Nord-Ovest,
il Nunavut e lo Yukon), la Danimarca (che rappresenta Groenlandia e isole Far
Øer), Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Stati Uniti (che rappresentano
l’Alaska) e la Svezia. Poi c’è un’altra lunghissima lista di Paesi inseriti nel
Consiglio Artico, in qualità di osservatori, tra cui la Cina e i principali
Paesi europei.
Insomma tutti vogliono tenere un piede sul ghiaccio,
probabilmente sperando che si sciolga il prima possibile.
Le rivendicazioni dei Paesi che si affacciano sull’Artico
fanno riferimento alla cosiddetta «zona economica esclusiva» fino a 200 miglia
dalle proprie coste, con diverse sovrapposizioni e tensioni diplomatiche
conseguenti. Il confronto internazionale nell’Artico è stimolato
dall’incertezza dello status giuridico internazionale.
LE MANOVRE DELLA NATO IN NORVEGIA E
SVEZIA - La prima a colonizzarlo per l’estrazione petrolifera fu la
Russia. Nell’agosto del 2007 due minisottomarini russi che partecipavano alla
spedizione Arktika, piantarono con un braccio meccanico sul fondo del mar
Glaciale artico, a una profondità di 4 mila metri, due bandiere del loro Paese.
Ma sono gli Usa, tramite la NATO, a fare le mosse più
colossali. Per capire quello che c'è da capire: la guerra in Libia, l'anno
scorso, è stata condotta via satellite da Svalbard. Questo è molto pericoloso
perché questa isola, le isole Svalbard sono una zona di pace sottoscritta da 14
nazioni diverse, ma la Norvegia ha consentito agli Stati Uniti d'America Il
dispiegamento di impianti radar, in connessione con il satellite che gestisce
la guerra. Si tratta di una comprensione del tutto nuova del modo in cui la
guerra viene condotta.
L'altra cosa sono tutti gli altri radar e satelliti che
trasmettono informazioni ai piloti e
agli aerei da guerra su come e dove bombardare. Ho un globo qui davanti a me ed
è quasi tutto coperto da impianti radar degli Stati Uniti per scopi diversi. Dunque,
abbiamo questo scudo missilistico nazionale, che a loro parere è per la difesa,
ed è anche un'arma offensiva. Può essere utilizzato come difesa ma può anche
essere utilizzato come arma offensiva. E uno di questi radar è stato installato
appena fuori dal confine con la Russia a Vardo.
Durante un seminario sull'Artico il rappresentante russo non
era d'accordo con me sul fatto che questa fosse una situazione di pericolo.
L'unico ad essere d'accordo con me era Bård Wormdal, il giornalista che aveva
scritto il libro La Guerra dei Satelliti. Sembra che ci sia mancanza di
comprensione sulle installazioni che circondano il confine con la Russia,
secondo la mia opinione. E penso che sia piuttosto pericoloso.
Questo radar Vardo, a pochi chilometri dal confine con la
Russia, è piuttosto pericoloso perché è inserito nel sistema di difesa
missilistica, il cosiddetto sistema di difesa missilistica. Dunque, penso che
lui non fosse a conoscenza di questo. a partire dal 2007, ci sono stati grandi
manovre di guerra sul suolo svedese e norvegese, con tutta la NATO, e in
particolare lo Stato americano che ha partecipano alle grandi manovre nel nord.
Per citare qualche esempio: Il Nordic Air Meet nel 2007 al quale molti paesi
hanno preso parte, e poi nel 2009, c'è stata la Loyal Arrow: la manovra aerea
più grande della storia nella parte settentrionale della Svezia e della
Norvegia, e anche la Finlandia era in campo. E poi ha continuato con il Cold
Response №1, una manovra d'inverno nella parte settentrionale di Svezia e
Norvegia. E a marzo 2012 con la Cold Response №2 con 16.500 soldati provenienti
da 15 paesi diversi. E poi, dopo questo lo scorso autunno c'è stata una grande
manovra nel nord chiamata Nordic Air Meet №2. Quindi, sono in corso
esercitazioni di guerra militari e alcuni militari russi hanno protestato, in
particolare contro Cold Response №2. Nessuno in Svezia l'avrebbe saputo se 5
addetti norvegesi non si fossero schiantati sulla Kebnekaise, una montagna nel
nord della Svezia, non avremmo mai saputo di questa manovra con 16.500
militari.
Quindi, sta accadendo, e non su base giornaliera, ma di
certo ogni anno ci sono circa due grandi manovre nel nord, e anche nel sud, nel
Baltico. Queste manovre sono per l'Artico e per le risorse che saranno
disponibili quando il ghiaccio si scioglierà.
Dunque una nuova corsa all’oro nero sta per iniziare. Anzi,
è già iniziata da qualche anno. E cosa importa se il livello dei mari e degli
oceani si sta alzando pericolosamente, se gli animali si stanno estinguendo e
se il clima sta radicalmente cambiando. L’importante è che dal ghiaccio sciolto
sgorghi petrolio ed evapori gas.
(Fonti: Tuttogreen, Lupi
di Einstein)
Prospettiva un po' pessimistiche in questo pezzo...
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