giovedì 7 febbraio 2013

SCARICARE VENDOLA E ALLEARSI CON MONTI, IL PROGETTO POST-VOTO DI BERSANI


IL SEGRETARIO DEL PD PIU’ VOLTE HA LASCIATO INTENDERE LE SUE REALI INTENZIONI

L’Unione fa la forza. Tranne in politica a quanto pare. Eppure c’è chi è pronto a perseverare, non pago delle lezioni del passato. Bersani apre e chiude a Monti come facevano con le finestre le donne nella pubblicità del profumo Egoiste. In cuor suo vorrebbe costruire un’alleanza larga, a mo’ di Unione del 2006 appunto, che vada da Monti a Vendola. E allora lascia carpire dalle sue parole che dopo il voto è disponibile a collaborare col Professore e i suoi alleati per le riforme, indispettendo però Vendola.  

L’ULTIMA DICHIARAZIONE -  Ai microfoni di Radio Anch'Io, Bersani ha confermato le sue intenzioni nei confronti di Monti: «Ho sempre detto che chiedo il 51 per cento, ma che mi rivolgerò a forze alternative a Berlusconi e alla Lega come se avessi il 49 per cento dei voti e sono disponibilissimo a rivolgermi anche a forze come quella del professor Monti».

LA RISPOSTA DI VENDOLA - Vendola lo ha subito rintuzzato: «Spero che Bersani non si voglia assumere la responsabilità di rompere l'alleanza del centrosinistra - ha tuonato il leader di Sel -. Ha fatto riferimento al tema pregiudiziali dei programmi e nei fatti quelli di Monti e del centrosinistra sono inconciliabili: ci sono distanze siderali con Monti sul mercato del lavoro e dei diritti». Più tardi, in una videochat con la Stampa.it, ha rincarato la dose: «Bersani non ha il potere di mutilare il centrosinistra della sua genesi: primarie e alleanza con Sel. Lo stimo, ma fossi stato in lui mi sarei dimesso da segretario del Pd: è più di un capo di un partito: è il capo di una coalizione e il candidato premier».

UN GOVERNO BERSANI-MONTI-CASINI? In virtù dell’attuale legge elettorale, Pd e Sel al Senato non avranno la maggioranza sufficiente per governare. Pertanto un’apertura verso i moderati si rende necessaria. Ma ciò decreterebbe l’uscita di Vendola, che non vorrà certo perdere la faccia, restando ai margini di una coalizione col baricentro molto spostato al centro. Certo, un Governo Monti-Bersani avrebbe i numeri per governare, ma ciò rappresenterebbe una grave presa in giro per gli elettori di sinistra del Pd e per quanti hanno partecipato alle primarie di coalizione. Torneremmo indietro con un esecutivo Bersani-Monti-Casini, che farebbe la fortuna elettorale di Berlusconi, Grillo e Ingroia…e la nostra sfortuna. 

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