DUE VITTIME IN MENO DI 3 ANNI PER CAUSE CHE NON CONVINCONO I
FAMILIARI DEI DETENUTI
Nell’immaginario collettivo, la Costa azzurra francese
rappresenta un luogo paradisiaco dove passare le vacanze. Ma non per tutti è
così, anzi per alcuni italiani quel luogo si è trasformato in un inferno. Nella
fattispecie, il carcere di Grasse, capitale dei profumi in Costa Azzurra.
Claudio Faraldi mercoledì scorso e Daniele Franceschi tre anni fa sono morti
per cause ufficialmente “cardiache”, ma che non convincono del tutto i loro
familiari. In passato si sono verificati altre morti, rivolte e abusi. In un
carcere che soffre, come i nostri, di sovraffollamento.
I DUBBI DEL PADRE DI CLAUDIO FARALDI
- Anche per questo Giancarlo Faraldi, padre di Claudio, non si fida della
concisa ricostruzione fornita dalle autorità. «Attacco di cuore? Mio figlio era
giovane e sano. E mi domando se, nel caso sia stato davvero colpito da un
malore, lo abbiano assistito a dovere». Sul caso è stata aperta un'inchiesta.
Claudio Faraldi, padre italiano e madre francese, due figli, era
tossicodipendente da anni (inutile per lui un soggiorno a San Patrignano) e nel
2011 era stato condannato a cinque anni dopo una rapina commessa in Costa
Azzurra per procurarsi i soldi della droga. Da sei mesi Claudio era stato
trasferito nel carcere di Grasse, dove non aveva mai manifestato problemi di
salute prima della morte, mercoledì. «Ci hanno avvertito solo due giorni dopo -
aggiunge il padre -, e io voglio assolutamente vedere mio figlio prima
dell'autopsia che verrà compiuta il 16 maggio. Stava bene, da tempo non usava
più droghe».
E QUELLI DELLA MOGLIE DI DANIELE
FRANCESCHI - Quando quasi tre anni fa morì nello stesso carcere Daniele
Franceschi le autorità francesi parlarono, anche allora, di problemi cardiaci,
ma la madre ha sempre sostenuto che suo figlio è stato picchiato. Oggi la
signora Cira Antignano esprime solidarietà alla famiglia Faraldi e dice «devono
combattere come ho fatto io fino ad oggi, e devono imporsi per vedere il figlio
prima che venga effettuata l'autopsia. Non come per Daniele: me lo hanno
mostrato avvolto in un telo, a cose fatte. Anche per Claudio, come per Daniele,
parlano di problemi cardiaci, sono versioni che non stanno in piedi». La mamma
di Daniele Franceschi è stata convocata dal ministero degli Esteri giovedì
prossimo, «devono farmi delle comunicazioni ma non so di che cosa si tratti».
Nel marzo scorso la Corte di appello di Aix en Provence ha
prolungato l'inchiesta sulla morte di Franceschi, e tra gli indagati ci sono un
medico e due infermieri del carcere di Grasse.
UN CARCERE DIFFICILE - La
prigione di Grasse, capitale dei profumi in Costa Azzurra, è relativamente
recente, è nata nel 1992 ma già vecchia (per esempio senza docce e servizi in
cella) ed è uno dei casi estremi della pessima situazione delle carceri
francesi. Nel 2001 dopo la morte di un detenuto 17enne ci fu una sommossa che
finì con un incendio e 11 carcerati all'ospedale; nell'agosto 2010 perse la
vita Franceschi; esattamente un anno fa 20 agenti penitenziari hanno bloccato
per una giornata l'istituto per protestare contro il sovraffollamento; il 15
gennaio scorso il secondino Fabien Durand ha scritto al presidente della
Repubblica raccontando gli abusi sessuali commessi in prigione da un suo
superiore «coperto dalla gerarchia».
Che il Governo italiano alzi la voce. Dalla morte di Daniele
Franceschi sono cambiati ben 3 Ministri degli esteri, ma contiamo sempre lo
stesso: zero.
(Fonte: Corriere
della sera)
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