IL REGISTA NEWYORCHESE SI E’ DISTINTO PER DIVERSI FILM SUI
MISTERI AMERICANI
Oliver Stone ama così tanto la sua America al punto da
denudarla spesso. Le toglie i veli, scava nel suo intimo, cerca risposte a
domande scomode. E così la sua cinematografia si sta caratterizzando soprattutto
per film anti-convenzionali, pronti a sbugiardare l’establishment statunitense.
E l’ultimo non può che essere sul caso Edward Snowden.
IL FILM - Stone adatterà The
Snowden Files: The Inside Story of the World’s Most Wanted Man, il puntuale
resoconto dello scandalo NSA firmato dal giornalista del Guardian Luke Harding:
“È una delle storie più importanti del nostro tempo. Una vera sfida”, l’ha salutata
il regista. Per alcuni (la maggioranza) un traditore, per altri un patriota,
Snowden ha incassato l’asilo temporaneo in Russia, ma starebbe considerando
l’opzione Brasile: certo, viceversa, è che negli Usa lo attendono 30 anni di
galera.
Eppure, da Repubblicano insofferente del programma di
sorveglianza della NSA, avrebbe agito per amor di patria, e il “suo” regista
certifica: “Per me, Snowden è un eroe. Ha rivelato segreti – diceva già l’anno
scorso – che tutti dovremmo conoscere, ha dimostrato che gli Stati Uniti hanno
ripetutamente violato il quarto emendamento”.
I FILM SCOMODI – Il suo primo
film d’inchiesta fu Salvador (1986),
sulle ingerenze americane nel Paese centroamericano. Poi Platoon (1986) considerato il miglior film di sempre sul Vietnam.
Wall Street (1987)
sulla Borsa americana e i suoi retroscena. Nato
il quattro luglio (Born on the Fourth of July) (1989) sulla nascita
dell’America. JFK - Un caso ancora aperto
(JFK) (1991) sull’assassinio di Kennedy. Gli intrighi del potere (Nixon) (1995) sul Watergate. World Trade Center (2006) sull’11
settembre. W. (2008) su George W.
Bush. Wall Street - Il denaro non dorme
mai, un nuovo film sulla Borsa americana.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano, Wikipedia)
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