L’OFFERTA DA ALCUNI ANNI SI STA ANCHE AMPLIANDO. ANCHE SE NEL
NOSTRO PAESE NON MANCANO TAGLI E PROBLEMI
Secondo le ultime statistiche, presentate dalla Commissione
europea, 270 mila studenti hanno beneficiato dei contributi Ue per studiare e
formarsi all’estero nel 2012-2013. L’identikit di chi fa la scelta di studiare
all’estero corrisponde a uno studente di circa ventidue anni, donna (61%), con
una laurea di primo livello. L’Erasmus, da 7 anni a questa parte, si è
caratterizzato per le sempre maggiori novità formative rivolte ai ragazzi. Ma
l’Italia mostra qualche lacuna.
LE NOVITA’ INTRODOTTE DAL 2007
- Nonostante la scelta di andare all’estero per studiare vada sempre per la
maggiore, uno studente su cinque (55 mila) sceglie il collocamento in azienda.
Dal 2007, infatti, Erasmus offre l’opportunità di fare anche un’esperienza
lavorativa, il più possibile attinente al percorso di studi seguito. In questo
caso il periodo in cui i ragazzi restano all’estero è di circa cinque mesi,
mentre per l’esperienza di studio la media è sei mesi.
«Da 27 anni l’Erasmus dà la possibilità agli studenti di
ampliare i propri orizzonti e le proprie competenze studiando all’estero. E
adesso con il nostro nuovo programma Erasmus+, per i prossimi sette anni, i
giovani avranno ancora più offerte per studiare, formarsi e lavorare in altri
Paesi», dice Androulla Vassiliou, commissario europeo per l’istruzione, la
cultura, il multilinguismo e la gioventù.
A gennaio di quest’anno, infatti, è stato lanciato Erasmus
“più”. I destinatari principali sono studenti universitari, delle scuole
professionali, formatori, insegnanti, tirocinanti e giovani lavoratori. In quel
“più” c’è anche il budget finanziario, aumentato del 40%, rispetto ai tagli che
il progetto aveva subito in Consiglio, e salito così a 14 miliardi di euro.
Ovvero ben il doppio di quelle degli ultimi cinque anni.
LE METE PIU’ SCELTE E DA DOVE SI
PARTE MAGGIORMENTE - Ma da dove vengono questi ragazzi? E soprattutto
quali sono le loro mete preferite? I posti scelti dalla stragrande maggioranza
dei giovani per studiare sono Spagna, Germania e Francia. Questi ragazzi
vengono soprattutto da Lussemburgo, Liechtenstein, Finlandia, Lettonia e
Spagna.
I dati, inoltre, mostrano che il contributo Erasmus medio,
per coprire parte dei costi di vivere all’estero e di viaggio, è aumentato a
272 euro al mese, un 9% in più rispetto all’anno precedente (250euro).
LE LACUNE DELL’ITALIA - L’Italia,
invece, si piazza in quinta posizione, subito dopo il Regno Unito. I disservizi
delle nostre Università, uniti ai problemi relativi alla sicurezza, e in
generale, ad altri servizi nevralgici – vedi i trasporti – rendono l’Italia
meno appetibile di altri Paesi. Specie nelle città del Sud. Ma non solo. E’
proprio notizia di ieri che a inizio giugno una studentessa polacca venuta qui
proprio per l’Erasmus, sia stata violentata di notte da due romeni a Milano.
Città da diversi anni in balia degli extracomunitari.
Attraggono comunque ancora città come Torino, Perugia,
Bologna, Firenze e Roma. Ritenute ancora “a misura di studente”.
Ma l’Italia ha fatto registrare anche graduali tagli. Come
denuncia il Messaggero, la mannaia di Renzi calerà soprattutto sulle
università. Il ministero di viale Trastevere sta, infatti, mettendo a punto un
piano per inasprire le regole per l'assegnazione degli assegni. Per esempio,
nella bozza del decreto, vengono esclusi "gli studenti che entro 25 anni
non siano iscritti al primo anno di un corso di laurea" e quelli che
"al compimento del 32° anno non abbiano presentato l'iscrizione a un corso
di laurea magistrale". E ancora: saranno aumentati i crediti formativi
necessari a ottenere la borsa di studio. In questo modo, quindi, gli assegni
verrebbero ridotti del 30% e la borsa negata ad almeno 50mila studenti. Vengono
esclusi "gli studenti che entro 25 anni non siano iscritti al primo anno
di un corso di laurea" e quelli che "al compimento del 32° anno non
abbiano presentato l'iscrizione a un corso di laurea magistrale". E
ancora: saranno aumentati i crediti formativi necessari a ottenere la borsa di
studio. In questo modo, quindi, gli assegni verrebbero ridotti del 30% e la
borsa negata ad almeno 50mila studenti. Rese più severe anche le soglie
relative al reddito.
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