IL NOIR DI PAOLO VIRZI’ CONCORRERA’ COME Miglior Film in lingua non inglese
Dopo “La
grande stucchevolezza” di Paolo Sorrentino – affresco stucchevole sulla
Roma borghese ipocrita, cinica e volgare, scopiazzato da “Roma” e “Otto e
mezzo” di Federico Fellini – un altro film che getta una cattiva luce
sull’Italia è pronto ad approdare all’Accademy world, sperando di accaparrarsi
pure la statuina d’oro: Il Capitale umano. Un contorto Noir in salsa brianzola
diretto da Paolo Virzì, che raffigura quel pezzo d’Italia come cinico, evasore,
snob. Dove si cela una sorta di Setta satanica pronta a fregare il prossimo. Tanti
stereotipi a manetta, che qui hanno già vinto 7 Nastri d’Argento e altrettanti
David di Donatello, ma anche numerosi riconoscimenti in altri festival
internazionali. Il film vede anche il contributo finanziario di Rai Cinema.
LE REAZIONI DEI PRODUTTORI - Il
film è stato prodotto da Indiana Production con Rai Cinema. «È la continuazione
di un splendido viaggio iniziato insieme circa un anno fa - ha detto Nicola
Claudio, presidente di Rai Cinema - quando il film di Paolo Virzì è uscito
nella sale e ha avuto una straordinaria risposta dal pubblico. Poi ha proseguito
la sua strada raccogliendo sette David di Donatello, sette Nastri d’Argento e
numerosi riconoscimenti in altri festival nazionali e internazionali. Essere
stati scelti a rappresentare l’Italia in una competizione così prestigiosa come
quella dell’Oscar è già un gran risultato. Insieme a Indiana Production
accompagneremo Paolo Virzì in questa sfida, sicuri che il film abbia tutte le
carte in regole per farsi apprezzare dai giurati dell’Academy». I produttori di
Indiana Production, Fabrizio Donvito, Benedetto Habib e Marco Cohen, hanno
commentato: «Siamo molto felici ed entusiasti di affrontare con grande
energia questa sfida. Il Capitale Umano
è nato da un romanzo americano, splendidamente adattato e portato sullo schermo
da Paolo Virzì e siamo pronti a ritornare là dove tutto è partito. Il film ha
già iniziato una strada internazionale importante e concentreremo tutte le
nostre energie nel rafforzarla. Infatti da domani saremo a Londra insieme a
Paolo Virzì per l’uscita del film nel Regno Unito e da subito partiremo per gli
Stati Uniti per l’inizio della campagna di
candidatura».
LA TRAMA – In un paese della
Brianza che finisce in "ate", eretto alle pendici di una collina una
volta incredibilmente boscosa, un cameriere da catering neanche più giovane torna
a casa a notte fonda con la sua bicicletta, chiuso tra il gelido freddo di una
curva cieca e il sopravanzare spavaldo e sparato di un Suv che lo schiaccia
lasciandolo agonizzante, vittima predestinata di un pirata anonimo. Il giorno
dopo, la vita di due famiglie diversamente dislocate nella scala sociale
brianzola viene toccata da questo evento notturno in un lento affiorare di
indizi e dettagli che sembrano coinvolgere il rampollo di quella più ricca,
assisa nella villa che sovrasta il paese, e la figlia dell'altra, piccolo
borghese con aspirazioni di ribalta.
Uno a uno sfilano i presunti protagonisti: il padre della
giovane ragazza, un ingenuo stolto e credulone, titolare di un'agenzia
immobiliare, pronto a giocarsi quello che non ha per entrare nel fondo
fiduciario del magnate della zona al quale accede per un eccesso di fiducia e
grazie all'entratura garantitagli dalla figlia, fidanzata con il giovane
rampollo della ricca famiglia; il magnate, cinico e competitivo, perfetto
prodotto brianzolo, forgiato con la tempra di chi ha abbattuto ettari di bosco
per costruire quell'impero economico, inno del malcostume e del cattivo gusto:
le moglie dell'uno e dell'altro, la prima psicologa tutta presa dalla sua
missione e dall'imminente maternità, tardiva e sofferta, la seconda sposa tonta
con il sogno del teatro, obnubilata dalla ricchezza e dal troppo avere: in
ultimo i rispettivi figli, non più incolpevoli, mai più adolescenti, complici
dell'orrore in questa "tragedia" balzachiana che della commedia ha
solo i tipi.
Non sappiamo se riuscirà nell’impresa come la pellicola di
Sorrentino, ma quanto a fango lanciatoci addosso, non ha nulla da invidiargli.
Come non bastasse già quello che abbiamo addosso…
Posso dire che il giornalista che ha scritto quest'articolo non capisce nulla di Cinema? I film (specie se si tratta di film realizzati con onestà intellettuale, e questo è il caso sia di Virzì che di Sorrentino) non gettano fango sugli italiani. Sono gli italiani che sono così. Compito del Cinema (anzi del miglior Cinema) è quello di leggere la realtà e darne una rappresentazione. Se la nostra società è piena di mali, di vizi e di contraddizioni la colpa non è certo del Cinema che se ne occupa. Par di sentire Andreotti che polemizzò con Vittorio De Sica ed il suo Umberto D. dicendo che i panni sporchi si devono lavare in famiglia. Se si dovesse dar retta a questo giornalista, gran parte del Cinema italiano più rappresentativo non si sarebbe dovuto realizzare. Cosa sarebbe infatti del miglior neoralismo e della miglior commedia all'italiana se ci fossimo preoccupati di non "gettare fango" sugli italiani? Il film di Virzì può piacere o può non piacere (a me è piaciuto moltissimo) ma affermare che è cattivo cinema perchè discredita gli italiani è un esercizio stupido ed ignorante. Se poi si ragiona sul fatto che Libero è un giornale di destra, mentre Virzì è dichiaratamente uomo di sinistra, si potrebbe concludere che oltre all'ignoranza ci sia anche un pò di disonestà.
RispondiEliminaCiao, mi fa piacere che sei tornato a leggermi e a commentarmi, dopo la disfatta di Splinder. Forse non ti ricordi di me, ma su quel portale ci commentavamo spesso :)
EliminaIn realtà non hai capito il senso del mio discorso e forse è anche colpa mia. Io sono un grande sostenitore dei film d'inchiesta, di quelli neorealisti e di quelli che mettono in risalto anche i difetti del nostro Paese. La mia critica qui va al fatto che in quel carnevalesco festival del cinema che si tiene in America, ci rappresenti ancora una volta un film che ci fa apparire come mostri, ci raffigura in modo grottesco ed esagerato. E pure per il secondo anno consecutivo.
Possibile che non ci possa rappresentare un film che esalti anche le nostre belle realtà? Almeno dopo il film di Sorrentino. Ad esempio in lizza c'era anche Le meraviglie, che raffigura la vita difficile e impegnata degli apicoltori italiani.
Ciao e grazie per la visita e il commento
P.s. Libero citato nelle fonti è solo per le dichiarazioni dei protagonisti. Ma se leggi l'articolo non ne parla affatto male.
EliminaAlmeno se siamo la barzelletta del mondo.....su questo ci si vincono gli oscar!!
RispondiEliminaChe bello.....
RispondiEliminaEra già capitato con Gomorra.....mah....furbi noi!!!
RispondiEliminaPerchè,sei convinto che se non ci fossero questi film,all'estero sarebbero convinti che in Italia non esiste la mafia,la camorra,la n'drangheta,e che gli Italiani sarebbero il popolo più onesto e probo del pianeta?
RispondiEliminaNon vorranno toglierci anche la commedia e la satira? Almeno c'e un po di riso amaro e non solo pianti. E' un genere in cui il cinema italiano eccelle, ma chi conosce il nostro paese sa che sappiamo scherzare sul nostro malcostume . Si sta ancora peggio dove non si può farlo.
RispondiEliminapurtroppo per cercare il fango non bisogna faticare, lo si trova a portata di mano
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