L'audizione del
garante dell'Autorità Anticorruzione, Cantone, e le osservazioni della Banca
d'Italia, hanno segnalato come alcuni aspetti del decreto Sblocca Italia possAno
rivelarsi strumenti per il riciclaggio di capitali sporchi e infiltrazioni
della criminalità. SENZA DIMENTICARE LA MINACCIA ALLA TUTELA AMBIENTALE
Altro che Turismo e le tante risorse naturali che abbiamo a
disposizione. Anche per il Governo Renzi – che si autoproclama come la novità
in rottura con la vecchia politica del passato – a salvarci possono essere il
Petrolio e il cemento. Quanto al primo, il Premier ha più volte ribadito la
necessità di incrementare le nostre capacità estrattive, non solo nella già
bistrattata Basilicata (pensata come fosse il Texas italiano), ma anche in
Sicilia, Abruzzo e ovunque possibile. Quanto al secondo, come già avvenuto con
i vari “Sviluppa Italia”, “Decreto Fare”, “Sblocca Italia”, torna il Totem
delle grandi infrastrutture, le quali fanno gli interessi soprattutto delle
aziende costruttrici ma poi si rivelano quasi sempre inutili. Mentre poco viene
fatto per le bretelle rimaste incompiute qua e là per il Paese o la messa in
sicurezza del territorio. Difatti, sono solo delle briciole le risorse
economiche stanziate per la messa in sicurezza del territorio dal rischio di
dissesto idrogeologico, a cui necessitano almeno 41 miliardi di euro; senza
considerare gli stanziamenti per la prevenzione degli eventi sismici. Con il
ritorno delle piogge autunnali, torneremo al solito problema di frane e
allagamenti. Stessa situazione e stessa stima economica, pari a 40 miliardi di
euro, per quanto riguarda la manutenzione e la messa in sicurezza delle strade.
FIUMI DI PAROLE…E DI MILIARDI
- Dobbiamo subito dire che la Legge Obiettivo e il Project Financing istituiti
ormai nel lontano 2001, meri strumenti di accentramento verticistica delle
decisioni per le infrastrutture, sono miseramente falliti.
Nonostante tutto, il Programma delle Infrastrutture
Strategiche 2013/15 prevede interventi con il relativo quadro finanziario
(costo, disponibilità e fabbisogno residuo), per un costo totale delle opere
pari a 235,3 miliardi di euro, di cui sono disponibili sono pochi miliardi.
Dalla vecchia pianificazione i cantieri aperti sono solo una
piccola parte, ma tantissime sono le opposizioni sociali delle comunità locali
investite da progetti devastatori. Solo per citarne alcuni, ricordiamo la TAV
Torino-Lione, il Corridoio Autostradale Tirrenico, il tunnel TAV di Firenze.
L’ autostrada a pedaggio Brescia-Bergamo-Milano (BRE.BE.MI.)
entrata in esercizio quest’anno è l’esempio di come il Governo impegna risorse
per poi avere un’autostrada deserta.
Fiumi di miliardi di euro stanziati per opere inutili
funzionali alla corruzione e all’infiltrazione mafiosa. Nonostante tutto ciò i
governi che si sono succeduti, invece di cambiare rotta hanno continuato a
emanare leggi a favore dei privati contro l’interesse pubblico. Difatti, con
l'obiettivo di rendere gli appalti più appetibili ai privati, negli ultimi anni
con i vari “Sviluppa Italia”, “Decreto Fare”, “Sblocca Italia” si è tentato di riaffermare le solite
infrastrutture onerose che non porteranno nessun beneficio alla collettività e
al territorio. Alcune di queste normative riguardano il project bond
e alcuni correttivi al project financing. Il trattamento fiscale
agevolato per favorire l'emissione di project bond da parte della società di
progetto consisterà nella tassazione agevolata in obbligazioni e titoli di
debito, comparabile a quella dei titoli di stato, con ritenuta degli interessi
percepiti dal sottoscrittore pari al 12,5, con questa operazione sarà possibile
l'emissione di obbligazioni per rifinanziare anche debiti che le società hanno
contratto già prima di realizzare l'opera.
LA DEFISCALIZZAZIONE PER I
COSTRUTTORI - A rendere appetibili per le imprese private anche un
trattamento fiscale agevolato degli interessi pagati dal concessionario, che
sarà ricondotto agli interessi pagati sui finanziamenti bancari; inoltre le
imposte di registro ipotecaria e catastale, verranno definite in misura fissa
su tutte le operazioni relative alle obbligazioni.
Il finanziamento delle infrastrutture mediante
defiscalizzazione viene esteso a tutte le opere realizzate tramite partenariato
pubblico-privato, interessando anche le reti ferroviarie non metropolitane e le
infrastrutture aeroportuali. Per le opere che non prevedono un contributo
pubblico a fondo perduto viene introdotta una nuova forma di defiscalizzazione
che riconosce alla società di progetto, o concessionarie, il rimborso, per un
periodo di 15 anni, di un terzo delle entrate fiscali derivanti dalla
realizzazione e gestione della nuova infrastruttura. Anche per le opere
portuali, il provvedimento renderà più vantaggiosi per i privati gli strumenti
già esistenti.
Nonostante il fallimento, il project financing viene
rilanciato con l'introduzione dell'obbligo di indire una conferenza di servizi
in fase di studio di fattibilità del progetto. Lo scopo è evitare che le
continue richieste di modifica al progetto da parte delle diverse autorità
deputate a rilasciare le autorizzazioni .
E’ stato inoltre eliminato il tetto dei 500 mila euro annui
come limite per l'utilizzo di crediti di imposta da parte dei Comuni, per la
realizzazione di opere infrastrutturali finalizzate al miglioramento dei
servizi pubblici. E per dare maggior spazio alle PMI negli appalti di grossa
entità, il decreto innalza dal 50 al 60% la quota di lavori che i concessionari
autostradali sono tenuti ad affidare a terzi attraverso procedure di evidenza
pubblica.
E’ stata allargata la possibilità di accedere a
defiscalizzazioni Irap e Ires per gli investimenti in infrastrutture previsti
da contratti di partenariato pubblico privato e project financing. Cioè le opere pagate da privati
che in cambio ottengono la gestione del progetto, con relativi incassi, per un
certo numero di anni con abbassamento da 200 a 50 milioni del tetto per cui le
cosi dette opere strategiche vi possono accedere.
LE AUTOSTRADE - Gravissimo
anche l’allungamento delle concessioni autostradali. Le autostrade sono come un
bancomat e per chi le gestisce non c’è rischio di impresa, i pedaggi aumentano
sempre e automaticamente, collegati come sono all’inflazione e ai piani di
investimento finanziario calcolati con complicatissimi algoritmi.
Nella direttiva dell’Unione Europea, si sancisce che al
momento della scadenza, le concessioni devono essere riaffidate tramite gare
europee aperte a tutti e i concessionari attuali stavano fibrillando all’idea
di dover rinunciare a questa gallina dalle uova d’oro. Le concessionarie che
saranno accontentate dal clientelismo del governo Renzi sono: Autostrade dei
Benetton, gruppo Gavio, Cooperative di costruzione, gruppo Astaldi, Banca Intesa,
Mattiona di Torino.
Il decreto “Sblocca Italia” si occupa, tra le altre,
dell’autostrada Orte-Mestre, lunga 400 km dal costo iniziale di oltre 10
miliardi 5 Regioni interessate al tracciato e un perforazione scriteriata
dell’appennino centrale. Anche per questa opera è prevista la
defiscalizzazione, cioè potrà essere costruita senza pagare tasse. Il
padrino/beneficiario dell’operazione è Vito Bonsignore, una condanna definitiva
a due anni per corruzione e svariati procedimenti in corso, passato di recente
con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Altra grande opera, è la nuova
TAV Napoli-Bari il cui costo iniziale è stabilito in 5,3 MLD di euro.
Interessante è quello che sta accadendo per un’altra grande
devastazione: l’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e la bretella
Cisterna-Valmontone. Dopo 24 anni di continua ecoresistenza, il movimento
NOcorridoio/Nobretella, ha trovati nuovi alleati: i costruttori dell’ANCE
Lazio, la FederLazio, la Lega delle Coop Lazio e gli agricoltori del CRA. Tutti
uniti nel chiedere al Governo e alla Regione Lazio di ritirare il progetto
autostradale e stornare i 468 milioni a favore dell’adeguamento in sicurezza
della Via Pontina. Un fatto unico in Italia che apre forti contraddizioni al
fronte dei devastatori e da speranza alle comunità locali, fino ad ora
estromesse dalla partecipazione alla decisioni e disinformate da un potere che,
con la propaganda e la falsità, persegue l’obiettivo di distruggere la nostra
terra, la nostra economia agricola, il nostro ambiente.
(Fonte: Contropiano)
il riciclo di denaro sporco produce PIL....
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