giovedì 19 febbraio 2015

FITTO FARA’ LA FINE DI CASINI, FINI E ALFANO?

ANCHE QUESTI ULTIMI SI SONO ALLONTANATI DA BERLUSCONI CON SCARSI O NULLI SUCCESSI ELETTORALI

Chi si allontana da Silvio Berlusconi fa una brutta fine. Almeno politicamente. Questa è la sentenza che ci arriva dalla recente storia politica italiana. In ordine di tempo, e limitandoci solo a personaggio di spicco (o presunti tali), è successo a Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini e Angelino Alfano. I loro numeri elettorali dopo anni di onorato zelo che gli sono valsi una bella carriera, rasentano o superano il ridicolo. E sarà così anche per Raffaele Fitto? Ras di Forza Italia nel Salento, già Governatore della Regione Puglia dal 2000 al 2005 e Ministro per gli Affari Regionali nel Governo Berlusconi IV dal 2008 al 2011. Giovane rampante insomma, sulla cresta dell’onda già dall’età di 31 anni, grazie anche (e i maligni dicono soprattutto) al fatto che sia figlio del politico democristiano Salvatore Fitto, anch'egli presidente della Regione Puglia dal 1985 al 1988. Ma ora Fitto alza la voce, vuole che si vada oltre l’immortale e ormai ingombrante figura dell’ex Cavaliere. Ha introdotto il termine Primarie, in un Partito monarchico, e ha creato la corrente dei “ricostruttori”, contrapposta ai “rottamatori” di Renzi nel Pd. Il sentore però è che vada verso l’isolamento e, come detto, all’emarginazione politica, come già avvenuto ad altri che hanno tentato di far abdicare il fondatore di Forza Italia. Il quale, alla fine, a differenza e dispetto loro, risorge sempre.

CASINI, FINI E ALFANO – Il primo in ordine di tempo è stato Pierferdinando Casini, il quale nel 2006 e dopo due esperienze di Governo assieme a Berlusconi (nella seconda rivestì il ruolo di Presidente della Camera) decise di allontanarsene, mantenendo una più democristiana posizione al centro, utile a racimolare qualche poltrona in Commissioni, Sottosegretariati e amministrazioni locali. Peccato però che la sua Udc abbia lentamente perso consensi, costretta a unirsi a Monti prima e al Nuovo centrodestra poi per non sparire.
Poi toccò a Fini, accortosi del fatto che Berlusconi fa politica per i propri interessi solo dopo sedici anni insieme, durante i quali ha rivestito la carica di Ministro degli interni e Presidente della Camera. Nel 2010 tentò la spallata al Governo di cui faceva parte ma non ci riuscì. Risultato: ha creato un suo partito, Futuro e libertà, mai decollato, il quale alle ultime politiche ha preso addirittura lo 0,47% e si è sciolto l’anno successivo. Con Fini cancellato completamente dalla scena politica.
Infine Alfano. Oggi è ancora al Governo perché sta appoggiando il Governo Renzi, ma il partito che ha fondato, il Nuovo centrodestra, ha consensi elettorali molto bassi, mediamente vicini al tre percento. Era considerato il delfino di Berlusconi, nominato anche Segretario del Popolo della libertà. Poi, d’un tratto, la scelta di andarsene per non perdere poltrone (soprattutto quella attuale di Ministro della Giustizia), non aderendo al ritorno di Forza Italia. Ma il futuro è già segnato: finita l’esperienza di un Governo di larghe intese, non andrà molto lontano, salvo il doversi di nuovo alleare proprio col suo ex burattinaio.

3 commenti:

  1. allora la fama dell'ex cavaliere era in continua ascesa, oggi è in panchina e non gioca, penso (e mi auguro) che per Fitto sia tutta un'altra storia.

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  2. non credo...oggi Berlusconi conta meno del 2 di picche...

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  3. E' evidente che chi si allea con il "cav POMPETTA", pregiudicato e condannato per reati contro lo stato, finisce con sparire dallo scenario politico.
    In un partito che è un' azienda padronale non puoi pretendere di instaurare sistemi democratici perché il padrone di butta fuori.
    I personaggi di cui parla l' articolo hanno commesso il madornale errore di credere in questo ed è logica conseguenza la loro sparizione.

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