Caruso, ultimo caso, terrà lezioni all’Università “Magna
Grecia” di Catanzaro, dove insegnerà “Sociologia dell’ambiente e del
territorio”
“Non posso dirVi cosa
provo nel vedere invece tanti ex terroristi assunti dallo Stato a fare i
Professori universitari, dipendenti comunali, dipendenti musei e addirittura
alla RAI”
Queste parole amare le scriveva Lorenzo Conti, figlio dell’ex
sindaco di Firenze Lando ucciso dalle Br nel 1986, in una lettera per il
33esimo anniversario della strage di Bologna. Non conoscendo gli altri casi,
che restano comunque paradossali visto che chi ha combattuto contro lo Stato
finisce poi per lavorarci, mi soffermo sui primi: i professori universitari. Del
resto, il monopolio della sinistra nelle Università seminato a partire dal ’68,
ha permesso anche questo. E così ci ritroviamo dietro una cattedra ex
terroristi e anarchici a dare lezioni al prossimo, come se stessero in un
centro sociale qualsiasi. Magari anche a quanti non la pensano come loro ma per
obblighi universitari devono sorbirsi le loro lezioni. Ultimo caso quello di
Francesco Caruso, diventato noto ai più durante i fattacci del G8 di Genova ed
eletto anche deputato nelle fila di Rifondazione comunista. Ma ci sono anche
altri.
CARUSO DOCENTE DI SOCIOLOGIA A
CATANZARO - “Le loro leggi hanno armato le mani dei padroni, per
permettere loro di precarizzare e sfruttare con maggior intensità la
forza-lavoro e incrementare in tal modo i loro profitti, a discapito della
qualità e della sicurezza del lavoro”. Così parlò Francesco Caruso nel 2007.
Chi può dimenticare l’accanito attivista No-Global, auto definitosi nel 2008
“disobbediente a tempo pieno”. E’ nitido il ricordo di quando, parlando a
proposito di due giovani morti sul lavoro a Mugnano e Bolzano, per poco non
diede degli assassini a Marco Biagi – giuslavorista e docente universitario
ucciso nel 2002 dalle Nuove Brigate Rosse – e Tiziano Treu e di quando cercò,
in fretta e furia, di correggersi ammettendo: “Non credo che siano Treu e Biagi
gli assassini. Credo che le loro leggi siano servite e siano state utilizzate
da veri e propri assassini”.
Sguardo cupo, forte cadenza calabrese ed un passato
turbolento forse da dimenticare, anzi, già dimenticato. Talmente caduto
nell’oblio al punto che Caruso, all’Università “Magna Grecia” di Catanzaro, insegnerà
“Sociologia dell’ambiente e del territorio”. Francesco Caruso, un curriculum di
“tutto rispetto”. Esponente del Movimento No-Global al Sud, Deputato della
Repubblica, dal 2006 al 2008, tra le fila di Rifondazione Comunista, ha fatto
della disobbedienza sociale la battaglia della vita. Dalle canne alla Camera
dei Deputati, dalle occupazioni abusive ad una cattedra universitaria, il Professor
Caruso in vita sua non si è fatto mancare proprio niente.
RENATO CURCIO DOCENTE A BOLOGNA
- Nel 2012 è la volta di un antesignano della lotta armata proletaria, Renato
Curcio cofondatore delle Brigate Rosse. Una lunga storia di eversione e condanne
alle spalle. Anche lui ed il suo curriculum di “lotta”, entrano nel mondo
universitario dalla porta principale. Dal 2012, infatti, l’ex brigatista fu
docente, titolare di un “corso di formazione su sfruttamento e sofferenza
lavorativa” all’Università di Bologna. Già nel 2007, Curcio salì in cattedra
con una lezione sulla “precarietà nel centro sociale occupato Crash”.
ENRICO FENZI A BARCELLONA - Poi,
Enrico Fenzi, ex terrorista classe ’39, nel ’79 aderì alle Brigate Rosse
genovesi. Di recente insegnante presso l’Universidad Autonoma di Barcellona,
insegnò in passato, Letteratura Italiana all’Università di Genova dove nel
2011, tra onori dichiarati e polemiche, fu invitato a tenere una lezione dal
titolo “Petrarca tra Genova e Venezia”, essendo considerato uno dei maggiori
studiosi del poeta aretino e di Dante.
A VALERIO MORRUCCI INVECE E’ ANDATA
MALE - Ha tentato la “carriera” anche Valerio Morucci che nel suo
peregrinare da esponente di spicco della colonna romana delle Br e
sequestratore dell’allora Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro, tra
una scorribanda ed un comunicato di rivendicazione, tentò di diventare
professore per un giorno ma gli fu negato. Ad invitare l’ex terrorista alla “Sapienza” di Roma nel
2009 fu Giorgio Mariani, professore di letteratura angloamericana, che aveva
chiesto a Morucci di parlare agli studenti sul tema “Cultura, violenza e
memoria”. L’evento crollò sotto un fiume in piena di polemiche e fu annullato.
Lo stesso Mariani fu costretto a chiarirsi: “Mi scuso della leggerezza di aver
chiesto alla nostra collaboratrice di spedire l´invito, senza spiegare la
natura e il contesto dell´incontro con Morucci […]Vorremmo solo far spiegare a
uno che ha commesso tragici errori, che la scorciatoia della violenza è sempre
e comunque sbagliata”. Come se si avesse bisogno della deposizione storica di
un ex-brigatista per saperlo.
SOFRI PRESENTO’ LIBRO – Nel
dicembre 2013 Adriano Sofri arriva all’università per presentare un libro e
scoppia la polemica. A farsi promotori della protesta sono stati gli studenti
di Azione Universitaria mentre il rettore Luigi Lacché si incarica di buttare
acqua sul fuoco. Pesa ancora su Sofri quella condanna a 22 anni di carcere come
mandante dell'omicidio del commissario Calabresi e il fatto che si sia
presentato in aula a fare lezione agli studenti non è stato gradito da questi
ultimi, almeno da quella parte rappresentata da Azione universitaria di area
centrodestra. Che anzi considera la presenza di Sofri in ateneo «una vergogna
sinistra», Sofri ieri pomeriggio era all'Università di Macerata per un motivo
preciso: la presentazione del libro di Emmanuelle de Villepin «La vita che
scorre».
«L'università - arringa Andrea Volpi, presidente nazionale
di Azione Universitaria - è prima di tutto un'istituzione la cui missione
primaria è educare e formare le coscienze dei giovani, non è concepibile che si
pieghi così spesso ad accogliere tra le proprie stanze chi, in anni neanche
troppo lontani, si è macchiato di azioni criminali altamente deprecabili». A
rincarare la dose ci pensa Vittorio Guastamacchia, dirigente nazionale di
Azione Universitaria: «Questa presentazione è una riunione politica. Oggi
pomeriggio (ieri, ndr) nell'Aula Magna dell’Ateneo si sono incontrati Sofri, la
cui provenienza politica è più che nota, Laura Benedetto, moglie del presidente
Rossi della Regione Toscana e l'autrice, nuora di Carlo De Benedetti». Secondo
Guastamacchia sono tutti personaggi che non hanno problemi a trovare
altriluoghi per essere ospitati. «Evidentemente - conclude - si cerca di
impossessarsi di uno spazio che dovrebbe essere solo degli studenti».
Il rettore di Unimc, Luigi Lacché, che era a Roma per
impegni istituzionali, liquida la questione con poche parole: «L'evento non era
organizzato dall'Università e, tra l'altro, non si trattava di una lezione, ma
della presentazione di un libro. Adriano Sofri è un libero cittadino, che ha
scontato la sua pena. Noi, come Unimc, apriamo le nostre porte quando ci sono
cose che fanno riflettere».
Da giovani lo Stato lo hanno combattuto a suon di proiettili
e bombe. Ma arrivati a una certa età, è meglio farsi assumere…
meglio dei fascisti che diventano ministri...
RispondiEliminaO dei Piduisti che governano il Paese, dopo aver messo le bombe nelle banche, nelle piazze, nelle stazioni e sui treni.
RispondiEliminaPoi ci lamentiamo che trattiamo troppo bene gli extra....
RispondiEliminaTrattare, bene, o male, qui è scientificamente fatto, a caxxo di cane. Mi si consenta il fine tecnicismo. Non c'è altro da dire, su questa faccenda. La caciara, ed il polverone alzato su quegli anni, è totale. Per certo, chi ammazza in maniera vigliacca, non dovrebbe avere spazio, in una società CIVILE. Difatti, continua a dimostrarsi non tale.
RispondiEliminaOppure meglio migliaia di uomini qualunque moderati truffatori e disonesti (ed e' ancora quotidianamente cosi') che si sono succeduti e si succedono sul palcoscenico della vita pubblica italiana?
RispondiEliminaE' proprio una considerazione da Bar Mario.