Alle elezioni
dipartimentali, il centrodestra da lui guidato è arrivato al 29%. Sconfitto da
Hollande nel 2012, torna così in corsa per il 2017. Ma su di lui pendono le
ombre riguardanti le intercettazioni e i finanziamenti di Gheddafi
Per dirla alla
Cristicchi: Sarko…no, Sarko…zy! In
una Francia che sta messa solo leggermente meglio di noi dal punto di vista
economico (ma molto meglio su tutto il resto), torna in auge perfino Nicolas
Sarkozy, leader della destra neogaullista Ump, già Presidente
della Repubblica dal 2007 al 2012, poi sconfitto
dal socialista Francois Hollande nel 2012. Già Ministro degli interni
durante il secondo mandato di Chirac (che non lo ha mai stimato), il suo
Governo si dimostrò innovatore
su diversi punti, ma la recessione economica prima e alcuni sospetti poi, avevano
logorato la sua figura. Eppure, il contesto politico francese gli sta ridando fiato.
In primis, il suo partito che da tre anni non riesce a trovargli un leader
alternativo; secondo, un
Premier in caduta libera in termini di gradimento anche per le sue vicende
personali; in ultimo, una Le
Pen che piace sempre più agli insofferenti e agli emarginati, ma al
contempo spaventa i moderati. E così alle elezioni dipartimentali la sua
coalizione di centrodestra, formata da Ump e Udi, si è attestata oltre il 29%.
I socialisti perdono ben 500 dipartimenti, mentre in uno su due il Front
National va al ballottaggio.
IL RISULTATO ELETTORALE - La
battaglia per le elezioni “dipartimentali” è solo rimandata al prossimo weekend
quando in molti casi a decidere sarà il secondo turno. L’ex presidente francese
ha ottenuto il 29,4% dei voti, il partito di estrema destra si è piazzato al
secondo posto con il 25,19% dei voti (il 10% in più rispetto al primo turno del
2011), mentre i socialisti e i loro alleati hanno raccolto il 21,8% dei voti.
Circa 21 milioni di francesi, dei 41,6 chiamati a votare, si sono presentati
alle urne. Il tasso di astensione è stato così del 49,71%, un dato inferiore al
primo round del 2011 quando era stato del 55,7%. Il secondo turno delle
elezioni è previsto per il 29 marzo.
Festeggia Nicolas Sarkozy che già punta lo sguardo
all’orizzonte delle presidenziali del 2017: “L’alternanza si è ormai messa in
moto, nulla la fermerà”. Ma a cantare vittoria è anche Marine Le Pen che con il
suo Front National ottiene il secondo posto: puntava a raddoppiare il risultato
delle Europee 2014 (quando fu la prima forza della Francia) e invece si ferma
dietro Sarkozy. Ma dati alla mano, l’estrema destra è comunque soddisfatta: è
il miglior risultato di sempre alle elezioni locali. “Siamo il primo partito di
Francia perché l’Ump è alleato con l’Udi” ha detto la Le Pen.
Si tratta di amministrative e quindi il risultato finale
sarà quello dei ballottaggi. Sarkozy ha già annunciato che domenica prossima
non si formerà il “fronte repubblicano” (l’alleanza con il Ps in funzione “anti
Le Pen”) ma neanche “ci sarà alcun accordo locale con il Front National”.
Circostanza della quale il Fn non si cruccia. “Il voto massiccio per il Front
National, che si radica elezione dopo elezione, mostra che i francesi vogliono
ritrovare la libertà” ha detto Marine Le Pen dal suo quartier generale di
Nanterre.
Per il Partito socialista non c’è stato il crollo sotto il
20% – come ipotizzavano i sondaggi – ma il terreno perduto, soprattutto a
livello locale dove molti suoi dipartimenti cambiano colore, è allarmante.
SARKOZY FINANZIATO DA GHEDDAFI?
- Nicolas Sarkozy avrebbe commissionato l'assassinio di Gheddafi nell'ottobre
del 2011. Perché il 19 marzo 2011 Nicolas Sarkozy avrebbe lanciato i suoi
bombardieri contro Tripoli, tre ore prima di avvertire gli alleati - come
raccontato nel libro di Hillary Clinton "Hard choices" - e con al
fianco il solo David Cameron. Un’azione che ha poi condizionato tutta la
campagna libica.
Dietro la morte di Gheddafi c’è però anche un altro scenario
che emerge dalle inchieste della magistratura ed è quello di un interesse
personale di Nicolas Sarkozy nel menare una campagna che doveva portare alla
distruzione delle prove di un suo grande e inconfessabile segreto: aver
ricevuto un ricchissimo finanziamento da Gheddafi. Si dice addirittura 50
milioni di euro. In Francia è scoppiata la polemica come riportano i quotidiani
d'Oltralpe. Il motivo è chiaro. Se le accuse a Sarkozy fossero vere
gnificherebbe che un presidente della République sarebbe stato eletto grazie al
contributo di un altro Capo di Stato essendone teoricamente ricattabile. A
riguardo suonano sinistre le parole del figlio del rais Saif al-Islam a raid
iniziati: "Abbiamo finanziato noi la sua campagna elettorale e ne abbiamo
le prove". Ultimo atto di questa storia, come racconta La Stampa, è il
fermo giudiziario di Claude Guéant che è stato l’uomo chiave della ragnatela di
rapporti tra Sarkozy e Gheddafi. Rapporti che infittiscono a partire dal 2005,
due anni prima della presidenziale vittoriosa, e che riemrgono cinque anni
dopo, nel 2012 a pochi giorni dal ballottaggio per l’Eliseo vinto da Hollande.
IL CASO BETTANCOURT – Ma c’è
stato un altro caso relativo a finanziamenti sospetti. Sarkozy era stato
formalmente accusato di "circonvenzione di incapace" nei confronti
dell'anziana miliardaria francese Liliane Bettencourt, proprietaria
dell'azienda di prodotti cosmetici l'Oreal. Sarkozy era sospettato di aver
chiesto alla donna del denaro per finanziare la sua campagna elettorale alle
presidenziali del 2007, approfittando della sua scarsa lucidità. Bettencourt,
90 anni, nel 2006 è stata dichiarata incapace di intendere e di volere.
Il caso è scoppiato in seguito alle dichiarazioni dell'ex
contabile della miliardaria, che aveva dichiarato alla polizia nel luglio 2010
di aver ricevuto una richiesta di 150.000 euro in contanti da parte dell'ex
uomo di fiducia della donna, Patrice De Maistre, all'inizio del 2007. Costui
gli avrebbe assicurato, dice il contabile, di dover consegnare il denaro a Eric
Woerth, l'allora tesoriere della campagna elettorale di Sarkozy.
Diverse persone dell'entourage della miliardaria hanno
dichiarato di aver visto l'ex capo dell'Eliseo più volte durante quel periodo e
hanno affermato che l'ex presidente aveva incontrato madame Bettencourt in più
occasioni. Sarkozy ha sempre sostenuto di essersi recato in quella casa una
sola volta durante la campagna del 2007, per incontrare André Bettencourt,
marito dell'ereditiera, deceduto nel novembre di quell'anno.
I giudici di Bordeaux hanno lasciato cadere l’accusa a
carico di Sarkozy, senza aspettare la decisione della Corte di Cassazione che in
questi giorni avrebbe dovuto deliberare in merito alla legittimità della
procedura. L'ex capo dell'Eliseo, che nel frattempo aveva annunciato di voler
tornare a fare politica a livello nazionale, rischiava tre anni di carcere, una
multa fino a 375.000 euro e l’ineleggibilità a qualunque carica politica per
cinque anni. Gli altri dieci imputati coinvolti nel caso, tra cui l’allora
ministro del lavoro Eric Woerth, tesoriere dell’UMP, si dovranno invece
presentare in tribunale per il processo che probabilmente si svolgerà nel 2014.
I giudici che hanno scagionato l'ex capo dello Stato hanno
stabilito che gli elementi a sostegno dell’accusa non erano abbastanza
consistenti per andare a processo: erano troppo "deboli", rientravano
cioè tra gli "indizi" ma non tra gli "indizi a carico", che
prevedono "l’esistenza di prove sufficienti per individuare la
colpevolezza di qualcuno" e non sono stati trovati. Un eventuale rinvio a
giudizio sarebbe stato un macigno sulla strada di un'eventuale ricandidatura di
Sarkozy alle elezioni presidenziali del 2017, che ora appare invece possibile.
STATO DI FERMO PER LE
INTERCETTAZIONI – Lo scorso primo luglio, Sarkozy è stato posto in stato
di fermo nell’ambito delle indagini su una vicenda di intercettazioni con
l’accusa di concussione e violazione del segreto istruttorio. È la prima volta
che in Francia, nei confronti di un ex presidente della Repubblica, protetto
dall’immunità fin quando è in carica, viene disposto dalla magistratura lo
stato di fermo.
La polizia giudiziaria stava cercando di capire se l’ex capo
di Stato e il suo entourage crearono una «rete» di informatori per essere
aggiornati sull’evoluzione dei processi giudiziari che minacciavano Sarkò,
nell’epoca in cui fu capo di Stato tra il 2007 e il 2012. Il caso nasce da
un’altra inchiesta, aperta nel 2013, in merito a presunti finanziamenti dalla
Libia alla campagna elettorale di Sarkozy nel 2007. In quest’ambito, i
magistrati hanno disposto l’intercettazione del cellulare dell’ex presidente,
scoprendo che Sarkozy si serviva di un secondo apparecchio, registrato sotto il
falso nome di Paul Bismuth, per comunicare con l’avvocato Herzog, anche lui
dotato di un cellulare con falsa identità. A fornire loro le informazioni
sarebbe stato Azibert, avvocato e amico di Herzog. In cambio il magistrato
avrebbe chiesto di essere nominato per un incarico a Monaco. Le abitazioni e
gli uffici di Azibert ed Herzog erano già stati perquisiti da inizio marzo,
mentre telefono cellulare e materiale informatico erano stati sequestrati all’avvocato.
Dall’ascolto di queste comunicazioni è emerso che Sarkozy ed
Herzog erano al corrente di molti dettagli sull’inchiesta dell’affare
Bettencourt, un’altra vicenda di finanziamenti elettorali occulti. Il sospetto
è che l’informatore fosse Azibert, cui sarebbe stato promesso in cambio un
aiuto per ottenere un incarico nel principato di Monaco.
In conclusione, sono due i dati in Francia che fanno
riflettere: un elettore su tre ha scelto di nuovo Sarkozy, ma soprattutto, un avente
diritto al voto su due ha scelto di non andare proprio a votare.
Condivido, buon pomeriggio Luca.
RispondiEliminaPeggio di noi, IMPOSSIBILE !!!
RispondiEliminaA volte l'erba del vicino è sempre più "grigia"
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