HA TRASFORMATO LA FIAT E RESA COMPETITIVA LA FERRARI
Raramente sono costretto a ricredermi su una persona. Tanto
su quelle conosciute nella vita quotidiana, quanto, e soprattutto, su
personaggi pubblici. Ma ogni tanto accade e sono sempre pronto ad ammettere il
mio errore nelle valutazioni iniziali. Come è successo nel caso di Sergio
Marchionne, Amministratore delegato della Fiat (oggi Fca) dal 2004 e Presidente
dall’ottobre scorso della Ferrari, dopo
le dimissioni di Montezemolo. Anch’io appartenevo alla vulgata di quanti gli
davano addosso quale nemico dei diritti dei lavoratori e smantellatore
dell’italianità dell’azienda. Ma ora mi ci sottraggo volentieri.
HA TRASFORMATO LA FIAT E RESA
COMPETITIVA LA FERRARI – Quando ha preso in mano la Fiat undici anni fa,
Marchionne aveva trovato una situazione disastrata. Con bilanci in rosso e
priva di progettualità. Tutte le filiali dell’azienda torinese erano a rischio
chiusura, i modelli non tiravano sul mercato interno e men che meno su quello
internazionale. Un’azienda destinata al ridimensionamento e molto probabilmente
alla delocalizzazione verso mete più convenienti. Non solo, sarebbe
probabilmente finita pure in mano straniere, come avvenuto a tanti altri
storici marchi italiani. Il tutto, complici sia il venir meno degli appoggi
politici dei governi democristiani (molto legati alla famiglia Agnelli), sia
una proprietà meno in gamba rispetto al passato.
E invece, sotto la sua guida, la Fiat non solo non ha chiuso
alcuna sede (trasferendo però quella legale) ma è stata rilanciata alla grande
anche a livello internazionale, mediante una fusione con l’americana Chrysler.
Anche in termini di vendite il miglioramento è palese, soprattutto grazie alle
intramontabili Punto e, soprattutto, Panda.
Pure la Ferrari sembra di nuovo poter rientrare nel novero
delle big della Formula Uno, dopo sei anni bui. Non a caso domenica scorsa si è
aggiudicata il Gran Premio in Malaysia, cosa che non accadeva da due anni. La
scelta del duo Vettel-Arrivabene
sembra promettere bene.
LE COMPLESSITA’ - Certo, i
contratti di lavoro stipulati negli ultimi anni sono stati al ribasso per gli
operai, con l’introduzione di maggiori turni e la riduzione di alcuni
privilegi. Tuttavia, invece di accusare Marchionne, dovremmo sperare che popoli
sfruttati come quelli dell’est Europa o quelli asiatici, si sveglino dal sonno
e comincino a reclamare più diritti. Comunque, incidono anche un regime fiscale
lì molto più vantaggioso e un costo della vita più basso; che consente di
campare anche con la metà di uno stipendio italiano. Fattori esterni che
influiscono non poco e coi quali bisogna purtroppo fare i conti. Le istanze di
Landini sono giuste, ma in un mondo sbagliato.
molti dimenticano lo stato in cui versava la FIAT prima dell'arrivo di Marchionne..
RispondiEliminaquanto alla Ferrari, aspettiamo a cantar vittoria, comunque è un buon viatico per il campionato..
la FIAT non esiste più. E' stata smantellata facendo la fine che ha fatto l'industria italiana, che non conta più assolutamente nulla. La vittoria della Ferrari è fumo negli occhi. Lo stesso fumo che Marchionne vende provocando il cancro seduto com'è nel consiglio di amministrazione della Philip Morris.
Elimina