La rivoluzione è passata alla storia come la solita “rivolta per il pane” ed per il carovita. In realtà a soffiare sul fuoco della protesta hanno contribuito anche le nuove generazioni istruite, che non riescono a “spendere” il proprio titolo di studio.
Ma prima cerchiamo di capire chi è Ben Ali, un Presidente-monarca probabilmente aiutato dai Servizi segreti italiani per andare al potere.
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TUNISIA, UNA COLONIA “TRASCURATA” – Sarà per le sue dimensioni modeste (lembo di terra tra Algeria e Libia) o per la sua posizione decentrata essendo posizionata geograficamente nell’angolino a nord-est dell’Africa, la Tunisia è sempre stata una colonia trascurata da chi la possedeva. Al punto da essere amministrata sempre superficialmente, venendo affidato il controllo amministrativo a funzionari locali stessi. Fu così per l’Impero romano prima e per quello Ottomano poi.

L’ASCESA AL POTERE DI BEN ALI. LE INGERENZE ITALIANE - Zine El-Abidine Ben Ali prima di essere il presidente della repubblica tunisina, è stato un militare. Dopo aver gestito le forze militari del ministero della difesa dal 1964 al 1974, il generale Ben Ali fu promosso, nel 1977, a direttore generale della Sicurezza Nazionale per il Ministero dell’Interno, carica che occupò fino all’aprile del 1980, quando a seguito degli avvenimenti di Gafsa occupò il posto di ambasciatore di

Ma chi diede una mano al Presidente per sedersi sulla poltrona più importante della Tunisia? Proprio i nostri servizi segreti, almeno stando a quanto dichiarò in seduta segreta alla Commissione Stragi del Parlamento italiano presieduta da Giovanni Pellegrino, Fulvio Martini, per sette anni a capo del Sismi sotto i governi Craxi, Fanfani, Goria, Andreotti: “Negli anni 1985-1987 noi organizzammo una specie di colpo di Stato in Tunisia, mettendo il presidente Ben Alì a capo dello Stato, sostituendo Burghiba che voleva fuggire”.
E’ stata Repubblica, negli anni ’90, a riuscire a venire in possesso dei documenti della seduta segreta della commissione Stragi. Che dimostrerebbero un nostro diretto coinvolgimento nel golpe di Tunisi.


CRAXI ED ANDREOTTI OVVIAMENTE SMENTIRONO – All’indomani di questo articolo su La Repubblica, il Corriere della sera chiese lumi ai due diretti interessati: l’ex Presidente del Consiglio Bettino Craxi e l’ex Ministro degli esteri Giulio Andreotti. Entrambi hanno ovviamente smentito di aver contribuito al golpe ai danni di Bourghiba .

UNA RIVOLTA DETTATA DALLA FAME E…DALL’ISTRUZIONE – La rivolta in Tunisia è iniziata per l’aumento del costo della vita, diventando una vera “guerra per il pane”. Una rivolta simile vi fu nel 1984, e di fatto l’ex Presidente Burghiba dovette annullare l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.
Ma la guerriglia consumatasi in questi giorni non deriva solo da questi pur importanti motivi. Bensì anche dal fatto che la disoccupazione giovanile investe oggi giovani istruiti, diplomati e laureati, i quali non vedono spendibili i propri sacrifici intellettuali. Pertanto, aiutati anche dagli attuali mezzi informatici che ne facilitano il coordinamento e l’organizzazione, si sono riuniti e sono scesi in strada per gridare i propri diritti. Tanto quanto i poveri analfabeti.

Visto che a regalargli un potente despota siamo stati proprio noi italiani (Craxi da Presidente del consiglio ha finanziato diversi golpe socialisti per il Mondo), non lamentiamoci poi che i tunisini arrivino nel nostro Paese. Vieppiù, oggi il nostro Paese si dichiara amico di uno Stato in cui si massacrano cristiani tutti i giorni, ovvero l’Egitto. Tanto che il nostro Premier ha difeso la nipote del suo Presidente, Mubarak, fermata in Questura per furto. Che poi in realtà si scoprì essere solo una delle tante sgualdrine che hanno frequentato Arcore.
(Fonti: Wikipedia, Giornalettismo)