AI CONFINI CON AFRAGOLA SONO STOCCATE ABUSIVAMENTE ALMENO
9MILA TONNELLATE DI RIFIUTI, CHE EMETTONO FUMI TOSSICI
Nel napoletano, oltre a quella di Pozzuoli, c’è un’altra
Solfatara, ai confini tra Casoria e Afragola. Tuttavia, rispetto alla prima,
quella giacente sul territorio casoriano non ha proprietà salutari; anzi è
altamente nociva e pericolosissima per la salute dei 200 rom - tra i quali non
pochi bambini - che vivono nel campo a pochi passi; dei residenti del quartiere
Castagna, i quali vivono a meno di un chilometro in linea d’aria; di chi mangia
le patate e gli ortaggi coltivati a pochi metri di distanza da quelle
esalazioni.
LA STORIA - I rifiuti furono
stoccati lì dentro, in un’area di proprietà della società Epm, nel 2001. Il
primo fu il Comune, con una ordinanza sindacale del 26 gennaio. L’immondizia
sarebbe dovuta rimanere 30 giorni. Era ancora lì quando, mesi più tardi, l’area
fu individuata come sito di stoccaggio provvisorio da un’ordinanza del commissariato
di governo all'emergenza. Fu il caos: file chilometriche di camion
all’ingresso, nessun controllo su quel che entrava, neppure una pesa per
verificare cosa e quanto ogni automezzo scaricava. Con i rifiuti urbani
entrarono pure rifiuti speciali. Ad agosto 2001 scattò il sequestro della
magistratura, tuttora vigente. Il 4 marzo 2003 il sub commissario di governo,
Giulio Facchi, assegnò al Consorzio di bacino Napoli 3 due milioni e mezzo di
euro, da impiegare per reperire siti idonei allo smaltimento delle 13 aree di
stoccaggio provvisorie presenti all’epoca in Campania, tra le quali appunto
Cantariello. Invitò inoltre l’Arpac ad effettuare l’analisi dei rifiuti e del
percolato. L’immondizia avrebbe dovuto essere trasferita alla discarica Resit,
un’altra bomba ecologica, in quel di Giugliano.
Ad aprile, però, nuova emergenza: cumuli di spazzatura in
strada. Le residue volumetrie della Resit furono colmate; saltò lo svuotamento
del Cantariello e quei 2.500.000 euro stanziati da Facchi non furono spesi.
Finanziamento revocato e riassorbito nel 2009 sulla contabilità della Struttura
Commissariale. Seguirono diffide, ricorsi al tar, petizioni.
UNA ZONA SENZA CONTROLLI - Manca
perfino la caratterizzazione da parte dell’Arpac. Cosa stia accadendo nel sottosuolo
del Cantariello, perché la terra fumi, quale livello di contaminazione sia
presente nell’area, oggi nessuno lo sa. Quel che si vede giusto all’ingresso
del sito sequestrato, in compenso,lascia sconcertati. Un buco nel cancello di
ferro, nel quale chiunque potrebbe entrare. Rifiuti disseminati tutt’intorno:
ossa presumibilmente di mucca, stracci, pezzi di carrozzeria, terra mista a
residui di incerta provenienza. "Vengono alle quattro del mattino coi
camion e continuano a buttare materiale", dice Zora, uno dei rom del campo
lì vicino, che è arrivato in Italia 30 anni fa dalla ex Jugoslavia, ha sei
figli e sopravvive come ambulante col sogno di avere, un giorno, la corrente
elettrica nella sua baracca.
Una storia di ordinaria immondizia in quel della Campania
dunque. Regione che ha siti di stoccaggio abusivi come quello del Cantariello
giacenti in molte altre zone, il più delle volte nemmeno visibili e dunque
provocanti morti e malattie all’insaputa di chi lì ci vive o ci passa
quotidianamente a piedi o con l’auto. Ovviamente le autorità competenti
nicchiano, e ci nicchiano.
(Fonte: Corriere
del Mezzogiorno)
l'erba cattiva di casoria...ci stanno ammazzando tutti! il cancro dei politici indifferenti sta mietendo altre vittime;molto silenziosamente.cittadini,attenzione alla vostra salute!!
RispondiEliminaantonio