IL COMUNE IN PROVINCIA DI NAPOLI HA GIA’ VISTO LA
SANTIFICAZIONE DI UNA SUORA, GIULIA SALZANO, ED E’ IN ATTESA DELLA TERZA. MA
PUO’ ESSERE CONSIDERATO L’UNICO VANTO DI UN COMUNE MORIBONDO
Casoria, Comune in Provincia di Napoli (con cui è pure
limitrofo), è diventato tristemente noto a livello nazionale per diversi fatti
di cronaca, riportati dai Tg, Striscia la notizia e Le iene. Si pensi allo
scandalo del Pronto soccorso del locale Ospedale dei Camillani, per il quale si
spesero innumerevoli fondi senza essere poi mai aperto; al compleanno di Noemi
Letizia al quale partecipò l’allora Premier Silvio Berlusconi, alla vigilia degli
scandali a luci rosse emersi di lì a poco; alla cattiva gestione della raccolta
rifiuti da parte della locale azienda Casoria ambiente; allo scandalo delle
Pompe funebri; allo Stadio chiuso
da 15 anni; alla Parentopoli
e Amicopoli nella gestione delle società controllate; alla terra in zona Cantariello
altamente inquinata; alla corruzione politica, con il voto espresso degli
elettori alle ultime elezioni amministrative completamente
ribaltato e il
caso Tabacci alle ultime Primarie Pd; agli scandali all’Asl, coi dipendenti
assenteisti. Giusto per citare un po’ di casi. E pensare che questa città negli
anni ’70 veniva definita la Sesto San Giovanni del Sud, per la presenza
di molte industrie che davano lavoro anche ai settentrionali. Qui è stato
aperto anche il primo centro commerciale in Campania, l’Euromercato, anch’esso miseramente
fallito. La città oggi è moribonda, una sorta di dormitorio grigio e
incupito. Un ibrido sociale, anche perché i casoriani doc sono forse un quarto
della popolazione totale, complice l’urbanizzazione selvaggia che ha portato
molti napoletani a trasferirvisi. Così, il tessuto sociale è disgregato, ormai
privo di tradizioni e costumi. Mancano luoghi di aggregazione e socialità
(rappresentati solo dalle comunità ecclesiastiche, dai centri scommesse e dai
bar). La stessa festa del Santo patrono, San Mauro, si è ridotta a una semplice
messa celebrativa priva di festeggiamenti come era una volta, con tanto di
luci, corteo, concerto e bancarelle. Unico motivo di vanto è l’essersi veduta
riconosciuta la santificazione di due personaggi legati al territorio: Suor
Giulia Salzano e Padre Arcangelo Palmentieri. Quest’ultimo beatificato domenica
scorsa. In attesa di una terza santa, Suor Adelaide Brando, beatificata nel
2003. E ovviamente, politici, imprenditori e pennivendoli locali sono già pronti
a sporcare pure questo evento; con la propria squallida bramosia speculativa
che li contraddistingue.
BIOGRAFIA
DI PADRE LUDOVICO DA CASORIA - Nacque come Arcangelo Palmentieri a
Casoria, l'11 marzo 1814. Terzogenito di una famiglia di artigiani, dopo aver
fatto l'apprendista falegname a 18 anni fu accolto tra i Frati Minori nel
noviziato presso il Convento San Giovanni del Palco di Taurano, in provincia di
Avellino, proseguì poi gli studi negli istituti di Sant'Antonio ad Afragola, di
Sant'Angelo a Nola e di San Pietro ad Aram a Napoli.
Fu ordinato presbitero il 4 giugno
1847 ed iniziò la sua attività di insegnante di filosofia e matematica presso
vari istituti dell'Ordine francescano.
In quello stesso anno successe
l'episodio che gli cambiò la vita: mentre era in adorazione dinanzi a Gesù
Sacramento nella chiesa napoletana di San Giuseppe dei Ruffi cadde a terra
avvertendo che era giunto il momento di cambiare vita dedicandosi ad
un'attività caritatevole che contraddistinse il resto dei suoi giorni.
Iniziò a frequentare persone di
diverse impostazioni culturali e politiche, tra cui atei e liberali, fondò
accademie di cultura religiosa e numerose case di accoglienza per anziani.
ATTIVISMO
- Con il placet e l'aiuto di Ferdinando II riuscì a riscattare numerosi bambini
di colore schiavi a Il Cairo e ad Alessandria, con lo scopo di donar loro una
vita dignitosa, una educazione cristiana e una preparazione culturale tale da
poterli inviare come missionari indigeni nel continente africano. Molti di loro
scelsero liberamente di ricevere la Cresima e successivamente di divenire sacerdoti
e donne consacrate.
Di grande aiuto gli furono molti
Terziari Francescani che con lui fondarono i Frati della Carità o Bigi. Come
anche le suore Bigie Elisabbettine nel 1962, che tutt'oggi continuano il
carisma del Beato Ludovico da Casoria. A Napoli, in località Scudillo, fondò
l'Istituto La Palma, infermeria-farmacia per i frati della Provincia
Francescana e per i sacerdoti poveri del Terz'Ordine, tutt'oggi l'Istituto è
attivo come luogo di studio e di giochi per i bambini e i preadolescenti meno abbienti
del Rione Sanità. Inoltre, fonda ad Assisi nel 1871 l'Istituto Serafico, dove,
Padre Lodovico da Casoria si fece carico di accogliere ragazzi sordi e ciechi,
da lui definiti "creature infelici e abbandonate", nella convinzione
che anche essi potessero avere un futuro, e ancora oggi l'Istituto Serafico
porta avanti la sua opera.
Particolare aiuto alle sue opere
fu dato dalla Santa Caterina Volpicelli, donna carismatica e devota al Sacro
Cuore di Gesù che intrattenne rapporti anche con San Daniele Comboni,
Sant'Annibale Maria Di Francia, Santa Giulia Salzano, la Beata Maria Cristina
Brando (figlia spirituale dello stesso Ludovico), il Beato Pio IX, il Beato
Antonio Rosmini e il Beato Bartolo Longo.
MORTE
- Prima di morire affidò la sua opera di educazione dei bambini di colore ai
Frati Bigi. Morì la mattina del 30 marzo 1885. I suoi resti riposano nella
Chiesa dell'Ospizio marino di Posillipo, dove aveva fatto erigere un monumento
che raffigurava Francesco d'Assisi nell'atto di abbracciare Giotto, Dante e
Cristoforo Colombo, Terziari Francescani.
(Fonte: Wikipedia)
come neanche in un film di Tarantino!
RispondiEliminaCome sempre ottimo articolo!
RispondiEliminaPenso che Casoria sia il peggior comune della provincia di Napoli, perché ha tutti i difetti di una città senza esserlo e tutti i difetti di un paese, senza esserlo
RispondiEliminaD'accordissimo con te ;)
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