IL PD SI E’ AGGIUDICATO ENTRAMBE LE REGIONALI, MA HA PERSO
MOLTI VOTI. PERDE MOLTO ANCHE IL M5S, MENTRE LA VERA VINCITRICE E’ LA LEGA.
IMBARAZZANTE IL RISULTATO DI FORZA ITALIA
Quanta differenza tra Tunisia e Italia. Se nel Paese
nordafricano la gente ha fatto lunghe file ai seggi per andare a votare,
entusiasta di scegliere il primo Presidente della Repubblica democratica dopo
la lunga dittatura di Ben Alì, scacciato dalla Primavera araba del 2011, nel
nostro invece alle elezioni Regionali disputatesi in Emilia Romagna e Calabria
è andato a votare rispettivamente il 37 e il 44 percento degli aventi diritto
al voto. Poco meno e poco più di quattro elettori su dieci, un dato inquietante
e disarmante, di un popolo sempre più sfiduciato e disgustato dalla politica.
Che ha già perso anche le ultime speranze riposte negli ultimi pifferai
arrivati: Renzi e Grillo. Per la cronaca, il centrosinistra si è aggiudicato
entrambe le Regioni, ma è una vittoria monca. Imbarazzante poi è la situazione
di Forza Italia, che in Calabria ha preso il 12% e in Emilia Roma appena l’8%,
meno della metà della Lega Nord. Unico partito a vincere, astensionismo a parte,
queste elezioni.
LA SINISTRA DEL PD PUNISCE MATTEO
RENZI – Come detto, il Partito democratico vince in entrambe le Regioni,
sebbene in Calabria Mario Oliverio sarà eletto presidente con oltre il 60%
delle preferenze e la lista Pd si ferma al 24% dei voti, con quasi il 13% che
va alla lista con il nome del presidente. Vittoria monca pure nella rossa
Emilia Romagna, dove Stefano Bonaccini con il 49% dei consensi (dunque non
supera neanche la metà dei voti, in una Regione storicamente favorevole alla
sinistra) ha superato Alan Fabbri (leghista candidato del centrodestra), fermo
poco sopra il 30%.
Soddisfatto però il Premier Matteo Renzi: "In sei mesi
abbiamo strappato quattro regioni alla destra. Il Pd supera il 40% sia in
Emilia che in Calabria, mentre i partiti che appoggiano lo sciopero generale
hanno percentuali da prefisso telefonico. Certo, affluenza preoccupa, ma il
dato elettorale è chiaro: vittoria netta". E ancora: "La Lega asfalta
Forza Italia e Grillo, non il Pd".
Se in Calabria, tutto sommato, il risultato può soddisfare,
il malcontento interno al Pd è palese in E.R. n Emilia Romagna ha perso 700mila
voti, facendo così vincere il partito del "non voto". Un malessere
profondo che ha unito il 60% dell'elettorato. Così, appare già chiaro le regionali
in Emilia-Romagna e Calabria non potranno non avere una qualche ricaduta sulla
mappa dei partiti e sullo stesso dibattito politico nazionale.
I motivi dell'elevato astensionismo sono plurimi e contano
(anche, ma non solo) le inchieste giudiziarie che negli ultimi mesi hanno
martoriato entrambe le Regioni. Dalle "spese pazze" in Emilia-Romagna
allo scandalo che, il 29 aprile scorso, costrinse alle dimissioni l’ex
presidente calabrese Giuseppe Scopelliti. Vicende che hanno certamente
allontanato gli elettori dalle urne ma che non spiegano del tutto un'astensione
choc destinata a irrompere nel dibattito politico. All'interno del Pd è già
partito il processo al premier. Non è, infatti, un mistero che il leader della
Fiom emiliana, Bruno Papignani, abbia ordinato ai suoi il boicottaggio del
candidato piddì Stefano Bonaccini. Anche nella Cgil, che in Emilia Romagna può
contare su 800mila iscritti, ha voluto punire gli attacchi di Renzi al
segretario Susanna Camusso. "La gente non va a votare perchénon si sente rappresentata
da nessuno - spiega il leader della Fiom Maurizio Landini - vedo una
partecipazione agli scioperi senza precedenti e vedo una domanda di
partecipazione che dovrebbe avere una risposta".
"Questi risultati sono disarmanti - tuona il ribelle
Pippo Civati - gli elettori di sinistra non si ritrovano più nel Pd". È la
fotografia del crollo delle tessere denunciato giorni fa da Repubblica. La
stima parla, infatti, di circa 100mila iscritti. Nel 2013, invece, si contavano
539.354 tessere. È la fotografia di un partito che, pur essendo in piena salute
in termini di voti, praticamente non ha più base. "Mamma, ho perso la
base...", ironizza un piddino in Emilia Romagna. Ma da ridere c'è davvero
poco. Lorenzo Guerini, il vice segretario del Pd, fa quadrato attorno al
premier. E replica: "Il crollo della partecipazione è un dato che consegna
a tutti un elemento di preoccupazione. Ma non vanifica una vittoria netta, con
il Pd sopra il 40%". Percentuale che, a differenza di quella incassata
alle europee, lascia l'amaro in bocca.
ALLA LEGA LA CURA SALVINI FA BENE
– Sorride invece Matteo Salvini, il cui attivismo, in tv e in strada da un anno
a questa parte (da quando cioè è Segretario del Carroccio), sta riportando i
verdi ai risultati lusinghieri del biennio 2009-2010, proprio quando la Lega
sfondò anche nelle regioni rosse Toscana ed Emilia Romagna. Anzi è andato anche
oltre.In quest’ultima domenica ha fatto registrare un ottimo risultato,
prendendo il 19,42% dei voti portati in dote al candidato del centrodestra Alan
Fabbri (sempre del Carroccio), che prende il 29,85%. Un exploit importante,
considerato che nelle precedenti regionali la Lega aveva fatto registrare il
4,8% nel 2005 e il 13,67% nel 2010. Nelle ultime Europee, invece, aveva preso
appena il 5,04%. Matteo Salvini ovviamente è su di giri. E va subito
all'attacco, pregustando la possibilità di far sentire ancora più forte la
propria voce nel centrodestra. "Il pallone Renzi si sta sgonfiando -
scrive su Twitter -. La Lega vola, la nostra comunità cresce ovunque. Pochi
amici fra i potenti, tanti amici fra la gente".
"Non passerò la mattinata a dire che bello - dice il
segretario del Carroccio ad Agorà, su Raitre -. La Lega ha quadruplicato i voti
in sei mesi, sono il leader del centrodestra, il mio impegno è di tornare in
Emilia-Romagna con i nostri consiglieri, un risultato storico, e di parlare con
quel 60 per cento degli emiliano-romagnoli che è rimasto a casa non convinto da
nessuno, il mio problema non era superare Forza Italia o fare una prova di forza
all’interno del centrodestra, la mia scommessa, da questo punto di vista
riuscita perché siamo solo all’inizio, è dimostrare agli Italia, partendo
dall’Emilia-Romagna, che l’alternativa a Renzi c’è: è alternativa dei
contenuti". Poi dice che vuole "arrivare al 51 per cento, con più
elettori".
Salvini alza la voce anche contro l'asse Pd-Forza Italia per
le riforme. "Il patto del Nazareno visto dal centrodestra è una follia.
Renzi è un pericolo pubblico per l’economia italiana". E ancora: "Io
non lo sostengo neanche se si alza per pettinarsi, quindi non capisco perché
Berlusconi insista nel sostenere riforme che stanno massacrando il Paese. I
dati economici sono da dopo guerra. Non sostengo chi mi sta ammazzando".
CROLLA IL MOVIMENTO CINQUE STELLE
- Uno dei vuoti più vistosi è senza dubbio quello dei Cinque Stelle. Il partito
di Grillo raccoglie qualcosa come il 13% in Emilia-Romagna e poco più del 4% in
Calabria.
Le cifre sono indicative di un crollo nella fiducia dei
votanti, soprattutto in quella terra, l'Emilia, che aveva visto la nascita e
l'esplosione del Movimento più che in ogni altra regione. Vero è che a fare i
conti sulle ultime consultazioni regionali, il dato è quasi raddoppiato.
L'ultima volta i Cinque Stelle conquistarono il 7%, ma per l'epoca era già un
grande risultato. Era il 2010 e il
candidato governatore era quel Giovanni Favia che poi sarebbe entrato negli
annali stellati come il primo dei dissidenti dal conducator Grillo: il boom era
ancora di là da venire.
Dal Movimento per ora non parla nessuno, forse perché anche
loro si rendono conto che dopo il 25,55% delle politiche 2013 e il 21,15% delle
Europee di maggio, quel 13% è veramente poca cosa. Nonostante gli scandali che
hanno travolto il Pd emiliano, i (pochi elettori) hanno deciso di premiare la
Lega. I grillini, questa volta, sono rimasti a casa. Nella provincia di Parma,
che aveva visto l'ascesa del primo sindaco stellato di peso, l'eterodosso
Federico Pizzarotti, si è registrata l'affluenza più bassa di tutta la regione:
appena il 31%.
In Calabria, dove a votare sono andati appena un po' più
aventi diritto che in Emilia (40% contro 36%), il partito di Grillo non ha
raccolto nemmeno il 5%: al di sotto del Nuovo Centrodestra ma anche di liste
ben poco sconosciute al di fuori della punta dello stivale, come i Democratici
progressisti (6,95%) e Calabria in rete - Campodemocratico (5,245).
Un campanello d'allarme sarebbe dovuto suonare già dopo le
amministrative di Reggio Calabria, dove Grillo - che pure da qui era partito
per la traversata a nuoto dello Stretto - aveva racimolato appena il 2%.
Evidentemente, però, nel quartier generale dei Cinque Stelle non sono stati in
grado di adottare le contromisure necessarie.
Dalle Europee di maggio, i grillini hanno perso 405.935 voti
(-284.480 in Emilia, -121.455 in Calabria). La base ha mandato un segnale
chiarissimo: i cittadini stellati nel palazzo, sinora, hanno deluso le
aspettative.
FORZA ITALIA STA SPARENDO –
Evidentemente, non sono bastate le promesse ai vecchietti fatti dal leader vecchietto
del partito, Silvio Berlusconi: pensioni minime portate a mille euro, dentiere
e taxi gratis. Venghino siori, venghino. Ma non sono venuti. Forza Italia si
sta sciogliendo come neve al sole, logorata da guerre intestine, da mancati
rinnovamenti e dalla sparizione di alcuni personaggi chiave sparsi nelle varie
Regioni. Se in Calabria la formazione dell'ex Cavaliere ha raccolto circa il
12%, in Emilia Romagna il flop è stato drammatico con appena l'8,4% delle
preferenze, meno della metà della Lega Nord e lontano anni luce dal 44% del
partito democratico.
Una sconfitta che ha dato ossigeno alle istanze di Raffaele
Fitto, Ras del partito in Puglia, il quale da tempo spinge per un rinnovamento.
Ha subito chiesto di «azzerare tutte le nomine, per dare il via a una fase di
vero rinnovamento». Poi la stoccata anche per l'atteggiamento «ambiguo» del
partito nei confronti dell'esecutivo di Matteo Renzi. Fitto ha parlato di una
«linea politica incomprensibile, ambigua, che oscilla tra l'appiattimento
assoluto verso il governo nei giorni pari, e gli insulti al governo nei giorni
dispari».
Pare che il Cavaliere stia selezionando i prossimi candidati
mediante una sorta di X Factor nella sua villa di Arcore. Tutto sommato sarebbe
comunque un inizio. Il partito, da quando è tornato dopo l’implosione del Pdl,
non si mai avvicinato alla popolarità di cui godeva fino a dieci anni fa. Ma i partiti leaderistici, con un padre-padrone, sono destinati ad estinguersi insieme a chi li ha fondati e gestiti a proprio piacimento.
Non migliorano, infine, i consensi per tutti gli altri
partitini, dal Nuovo Centrodestra a Fratelli d’Italia, passando per Sel e Udc. A
questo punto la soglia del tre percento nell’Italicum si fa obbligatoria, per
evitare che Pd e Forza Italia perdano il pur minimo apporto dei propri alleati
di coalizione.
come negli USA, conta vincere, e il PD ha stravinto
RispondiEliminachi non vota ha torto
La politica adesso è una vera merda non siamo più negli anni '60 '70 o '80 Ormai c'è Renzie e Pippone Civati alla guida dell'ormai defunto PCI diventato PD (che di PCI non ha più niente).
RispondiEliminaChe nostalgia di Berlinguer...
il nano perde voti perche' non spara piu' contro i comunisti, mentre salvini ne' acquista tanti sparando contro gli zingari, questi sono i personaggi che abbiamo , uno peggio dell'altro , senza dimenticare le responsabilita' dei votanti...
RispondiEliminaSono sempre dell'opinione che a votare bisogna sempre andarci anche annullando solamente la scheda. Non andando a votare non si è fatto altro che rendere molto facile la sfida a chi ha vinto le elezioni. Forse non è ben chiaro che non andando a votare non si fa sfregio a nessuno ma si avvantaggiano solo alcune persone. Tanto, come ha detto Renzi, astensionismo o meno, abbiamo vinto le elezioni. E a loro interessa quello non la percentuale degli astensionisti. Avranno per cinque anni una regione da amministrare.
Eliminaio lo dico sempre se non sai per chi votare annulla la sk
RispondiEliminaGli italiani hanno e avranno quello che si meritano e cioé affondare...pur sapendo che gli uscenti erano stati condannati e gli entranti, probabilmente, lo saranno, daanno sempre, comunque e indistintamente il voto al peggiore...l'importante é che pero' la propria squadra vinca...
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