I SONDAGGI LO DANNO AL PRIMO POSTO E BASA LE SUE FORTUNE
SULLA RETE PUR MANTENENDO TONI PACATI ED EUROPEISTI
Dalla Spagna arriva una nuova speranza per la sinistra
europea a dieci anni di distanza dal “sogno Zapatero”? Quest’ultimo, Premier
spagnolo del Partito socialista, specie nella sua prima esperienza di Governo,
fu visto da molti partiti europei di sinistra come il nuovo modello da seguire;
riformista, moderno, concreto. In effetti il Paese iberico fece registrare, tra
il 2004 e il 2007, una crescita economica importante nonché una vistosa
emancipazione sul campo dei diritti civili. Anche in politica estera la Spagna
aveva ritrovato un certo spessore, dopo gli anni da zerbino filoamericano
vissuti con Aznar (si pensi all’immediato ritiro delle truppe spagnole
dall’Iraq, spinto anche dall’attentato alla metropolitana nel marzo 2003). Poi,
complice la recessione giunta nel vecchio Continente dall’America nel 2008, la
sua spinta riformista si affievolì sempre più, perdendo gradualmente il
consenso popolare fino al ritorno dei Popolari al governo nel 2011. Ora, a
distanza di dieci anni, sempre dalla Spagna arriva un nuovo possibile modello
per la smarrita sinistra europea; che si pone a metà strada tra Tsipras e
Grillo. Trattasi di Podemos, la nuova formazione nata dalle piazze degli
Indignados, oggi dato come primo partito nei sondaggi spagnoli.
CHI SONO - Un partito nuovo,
è nato nel gennaio scorso, un leader, Pablo Iglesias, dall’eloquio affascinante
e con un look giovanile, che non ha paura di farsi chiamare «segretario
politico». Insomma, una sinistra che sa reinventarsi e che piace ai giovani, un
esempio da seguire per chi a sinistra non digerisce le scelte di Renzi, ma non
può accontentarsi dello scarso appeal di Sel.
Gli altri partiti spagnoli si mobilitano «contro il
populismo», accusa che richiama il dibattito italiano. Le somiglianze con i
Cinque Stelle esistono, ma sono più di forma che di sostanza: uso abile dei
social network, primarie online e sfida alla «casta» (in italiano). Il cavallo
di battaglia di Podemos è la lotta all’austerità, con accenti duri, propri
della sinistra radicale, ma senza ipotesi di uscita dalla moneta unica. Più
Tsipras che Grillo, tanto che la maggior parte degli eletti al Parlamento
europeo fa parte del gruppo guidato dal politico greco.
Il successo, per ora virtuale, è arrivato velocissimo.
Nemmeno il tempo di trovare una sede che non sia un sottoscala. Mentre prosegue
la ricerca immobiliare, Podemos (in spagnolo «possiamo»), compie balzi
incredibili. Secondo un sondaggio pubblicato ieri dal Mundo, il movimento
avrebbe scavalcato popolari e socialisti, inedito assoluto nella storia
politica del paese: 28,3%, più del quadruplo dei voti presi alle Europee, due
punti in più del partito di Rajoy, con il Psoe dell’astro nascente Pedro
Sanchez fermo al 20%.
Sulle quattro mura campeggiano fotografie dell’assemblea che
ha proclamato segretario Iglesias, professore universitario con destrezza
mediatica. Nella Spagna dilaniata dalla crisi, il nuovo partito acquista
consensi anche con un ruolo di mediazione sociale: aiuta i cittadini nel
pagamento delle tasse, nell’iscrizione alle liste di disoccupazione, pure gli
stranieri vengono alla Calle de Zarita per chiedere una mano. Basta uno sguardo
superficiale alle pareti per capire che lo slogan di Iglesias «né destra, né
sinistra» sia un espediente retorico. Fondatori, volontari e simpatizzanti
hanno storie e linguaggi di sinistra, tanto che a fare le spese del boom sono
Izquierda Unida e socialisti.
COME REAGISCE IL PAESE - Il
terremoto è totale, gli imprenditori sono spaventati, e serve immaginazione per
realizzare che tutto nasca da questo scantinato a Calle de Zurita, venti metri
quadri con saracinesca sporca, nel cuore di Lavapiés, quartiere interetnico di
Madrid. Un po’ stupita sembra anche Fabiola Lopez, volontaria che da sola
presidia il locale, lo pulisce e risponde alle richieste dei cittadini: «Ha
letto El Mundo? Siamo primi – spiega, mentre sposta tavoli e piega volantini -
forse è tempo di spostarsi in una sede più adeguata. Ma non abbiamo
finanziamenti pubblici, non abbiamo nessun eletto in Spagna, andiamo avanti con
donazioni online e con il merchandising».
Se alle politiche del 2015 finisse così, si produrrebbe uno
stallo simile a quello italiano, con tre partiti nemici che non possono
governare soli. Il tema, quindi, è quello delle alleanze: «Con Podemos nessun
accordo possibile», spiega il socialista Sanchez. Una grande coalizione con i
popolari è impensabile. Un patto con il nuovo partito lo chiede a gran voce
Izquierda Unida. «Andiamo insieme», dicono i baschi di Bildu. Loro tacciono e,
nel dubbio, evitano di presentarsi alle amministrative della prossima
primavera.
(Fonte: La
Stampa)
bello questo articolo, grazie.
RispondiEliminaSperiamo anche per l'Italia. :) ciao
in compenso in Italia abbiamo la lega con salvini... come sempre da noi il nuovo che avanza... anzi che è avanzato e se prima già puzzava di fogna ora è pure peggio...
RispondiEliminaBe sono molto più vicini a Tsipras che a Grillo
RispondiEliminaIn effetti con Grillo hanno in comune l'anima movimentista ed internettiana, sono un movimento nato sostanzialmente sul web ... il richiamo agli Indignados è vero solo in parte ... nascono come aggregazione dopo la fine di questo movimento di piazza e nemmeno tutti provengono da lì .. . e,sempre con Grillo, hanno in comune il discorso della "casta" ...
RispondiEliminaCon Tsipras sono invece nello stesso gruppo parlamentare al parlamento europeo, il cosiddetto Gue .... dove c'è anche un altro partito spagnolo, la più "storica" Izquerda Unida, di cui fa parte anche il tradizionale Partito Comunista di Spagna, il Pce ... però va detto con chiarezza che Podemos con la "tradizione comunista" non c'entra proprio un tubo .... e che rifugge, anche in questo come il M5S, da possibili alleanze con altre forze politiche in Spagna ...
Alla fin fine, si potrebbe sintetizzare che Podemos è una specie di M5S sul piano organizzativo ma molto più apertamente "de sinistra" ... ma non ha nulla a che fare nemmeno con la sinistra tradizionale cui siamo abituati, nemmeno con quella più "antagonista" ... è proprio un'altra cosa, del tutto nuova e mai vista prima .... anche la Syriza greca di Tsipras, pur fortemente innovativa nel metodo di intervento e nelle analisi, è comunque una coalizione di partiti e sindacati di sinistra di tipo tradizionale ...Podemos invece nasce veramente in modo del tutto autonomo e quasi dal nulla ...