DOVREBBERO SVOLGERSI IL PROSSIMO MESE DI MAGGIO
E alla fine: tanto tuonò che piovve. Ignazio Marino si è
dimesso da Sindaco di Roma. Un atto responsabile ma anche divenuto necessario,
visto che aveva tutti contro. Partito democratico in primis.
Il chirurgo, ex Radicale, non ha rubato, non è un corrotto o
un corruttore. Almeno fino a prova contraria. Tuttavia, ha commesso troppe
gaffe, anche banali. Tra una Panda parcheggiata più volte in una Ztl, troppi
viaggi all'estero, qualche uscita fuori luogo, troppe cene, scarso carisma e assenza
di autoritarismo. Per una città dove lobby e poteri forti imperversano, e avere
il pugno di ferro è condizione necessaria. Marino aveva avviato una discreta
'pulizia' nel Campidoglio e un maggiore controllo dei bilanci. Tutt'al
contrario di quanto fatto dal predecessore Gianni Alemanno.
Ora la Capitale sarà commissariata, in attesa delle prossime
elezioni che dovrebbero tenersi a maggio assieme alle amministrative già in
programma in molte città. Diverse delle quali anche importanti. Tanto che le
prossime comunali sono già identificate come un test probante a livello
nazionale. Vediamo la situazione città per città.
LA SITUAZIONE NELLE PRINCIPALI
CITTA' – Il prossimo maggio (date ancora da stabilire) si voterà infatti
in capoluoghi quali Torino, Milano, Bologna, quasi sicuramente Roma, Napoli e
Cagliari.
Partendo da quello piemontese, storicamente roccaforte del
centrosinistra, il Pd di Matteo Renzi non dovrebbe avere problemi nel
confermare Piero Fassino, che viene da un quinquennio di buon governo, sulla
scia di quanto fatto dal predecessore Champarino. La sua candidatura però non è
ancora sicura. Ma a prescindere dal candidato, il Partito democratico dovrebbe
vincere facile.
Situazione più intricata a Milano, dove il Sindaco uscente
Pisapia ha già detto da tempo di non volersi ricandidare. Qui la vittoria del
Pd è meno scontata, dato che l'avvocato milanese era un outsider di Sel che
aveva vinto le Primarie di coalizione. Inoltre, il centrodestra rispetto a
quattro anni fa ha ritrovato nuove energie grazie a Matteo Salvini, leader
della Lega Nord. Anche se, a controbilanciare la risalita del Carroccio c'è una
Forza Italia ai minimi storici.
A Bologna, ormai ex roccaforte di sinistra, la conferma del
Pd è tutt'altro che scontata. Il centrodestra da diversi anni avanza nei
consensi (ha anche amministrato dal 1999 al 2004) e il Movimento cinque stelle
spera in un Parma bis. Il partito di Renzi comunque ricandiderà il sindaco in
carica Merola.
A Roma invece si presenterà un'occasione storica per il
Movimento cinque stelle, visto che il Pd viene dalla sgangherata esperienza di
Marino e il centrodestra ha dato già scarsa prova di sé al governo della città
con Alemanno. L'opposizione agguerrita ed efficace di questi due anni e mezzo
hanno fatto aumentare il credito dei romani nei confronti dei pentastellati, i
quali però potrebbero patire il solito handicap numerico dovuto alle mancate
alleanze.
A Napoli il Sindaco in carica Luigi de Magistris ha già
fatto sapere da tempo di rivolersi candidare. Al contrario di quanto fatto
dall'altro omologo meneghino appartenente alla cosiddetta 'rivoluzione
arancione'. Certo, per lui non sarà facile, dato che rispetto a quattro anni fa
l'entusiasmo nei suoi confronti è in flessione, mentre il Pd è stato rigenerato
da Renzi ma potrebbe auto-rovinarsi con ennesime primarie fantozziane (si parla
addirittura di un ritorno di Bassolino, il quale in terra partenopea non ha
avuto degni eredi). Il centrodestra potrebbe ricandidare l'imprenditore Gianni
Lettieri, anche se Berlusconi preferirebbe Mara Carfagna. Ma soprattutto, l'ex
Pm dovrà vedersela con un Movimento cinque stelle molto più forte del 2011; dal
cui elettorato allora arrivarono molti voti.
Infine, Cagliari, dove il centrosinistra riproporrà Massimo
Zedda, giovane sindaco della rivoluzione arancione, che ha dato una nuova luce
al capoluogo sardo. I cagliaritani dovrebbero riconfermarlo.
Insomma, per Renzi sicure o quasi sono 2 città su 6. Sulle
altre c'è molta incertezza.
Sai che palle se dovessero vincere i grillini, grillo farà un dopo elezioni tipo berlu vecchio stampo, chiedendo le dimissioni dell'intero Gov.
RispondiEliminaspero ben almeno molti la smetteranno di fare solo affari propri, un radicale cambio di guardia non ci starebbe proprio male
RispondiEliminaGli unici che possono cambiare l'italia in meglio sono i grillini
RispondiEliminaVinca il migliore e certamente non sarà l'ebetino, a cui auguro di cuore una rapidissima e irreversibile debacle!
RispondiElimina