IL GIORNALE FONDATO DA LUCA TELESE E’ DURATO SOLO 3 MESI
Dopo soli tre mesi di vita chiude “Pubblico”, il giornale
fondato da Luca Telese separatosi da Il Fatto quotidiano dopo la rottura con
Marco Travaglio. Un giornale che, proprio come quello diretto da Antonio
Padellaro, non riceveva finanziamenti pubblici e dunque si auto-sosteneva
mediante il mero numero di copie vendute, il cui prezzo ammontava a 1,50 euro.
Come del resto dovrebbe essere per tutti i giornali, di qualunque parte
politica, i quali invece ricevono sovvenzioni dallo specifico Fondo per
l’editoria e dunque sopravvivono anche se non vendono neppure una copia. Tanti
sono gli esempi di quotidiani che neanche arrivano nelle edicole ma che permettono
a fantomatiche redazioni di guadagnare.
UNA SFIDA DIFFICILE - Per
sopravvivere a Pubblico, stando ai calcoli diramati dalla rammaricata lettera
di commianto di Telese, servivano un minimo di 8mila copie vendute, e invece il
giornale si attestava a malapena alla metà. Troppo poche per coprire i vari
costi. Ora cosa aggiungere. La scelta di Telese di fondare un nuovo giornale economicamente
autonomo e obiettivo (solo apparentemente, ma tendenzialmente di sinistra) è da
applaudire. E la chiusura di un giornale è sempre un fatto triste. Ma è anche
vero che il tentativo di avviare un nuovo quotidiano in un mercato sempre più
disastroso per il formato cartaceo, che per di più va a porsi in concorrenza
con realtà di sinistra dalle “spalle più forti” sia per storia che per
sovvenzioni ricevute (vedi la ormai semi-conservatrice LaRepubblica o l’Unità
diventata organo del Pd), o con realtà già ben avviate seppur ugualmente
indipendenti e sicuramente molto più obiettive come Il Fatto quotidiano, ha
fatto di Pubblico un giornale già morto in partenza.
La vicenda di Pubblico deve comunque riportare in auge anche
la vergognosa questione dei fondi pubblici destinati all’editoria. Certo, senza
le sovvenzioni pubbliche di giornali in formato cartaceo ne resterebbero molto
pochi. Ma, quanto meno, sarebbero quelli realmente letti.
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