L’EX SINDACO DI ROMA RESTAVA L’ULTIMO BALUARDO CON QUALCHE
RUOLO ISTITUZIONALE DELLA TRADIZIONE MISSINA. OGGI SPARITA SOTTO L’OMBRA DEL
CAVALIERE. TUTTO INIZIO’ A ROMA 20 ANNI FA, DOVE E’ FINITO
Destra sociale e sinistra proletaria nel nostro Parlamento
sono ormai un lontano ricordo. I due grandi partiti che oggi presumono di
rappresentarle non hanno ormai più nulla delle loro rispettive tradizioni e
radici: la prima si è lasciata abbindolare dalle lusinghe del potere offertegli
dal Cavaliere; la seconda ha sotterrato da tempo falce e martello diventando
Radical chic. Per quanto riguarda la destra, il passaggio dal Movimento sociale
italiano ad Alleanza Nazionale è stato storicamente necessario. Un
ammodernamento che ha consentito ai nipoti di Almirante di andare anche al
Governo per tre volte. Ma il passaggio a fine 2007 nel Popolo della libertà è
stato letale, apparso più un’annessione a Forza Italia. Via via gli ex missini sono
stati emarginati fino a perdere ogni potere decisorio. L’ultimo ruolo
istituzionale significativo lo aveva conservato Gianni Alemanno, come Primo
cittadino della Capitale. Ma è stato perso anche quello.
FLI SI E’ SCIOLTA, FRATELLI D’ITALIA
PUNTA AL CENTRO, LA DESTRA HA POCHI VOTI - Tramontato il suo leader
Gianfranco Fini (alle prese con un libro nel quale racconterà la "sua
verità"), Futuro e Libertà si è sciolta lo scorso maggio. Un triumvirato
guidato da Roberto Menia, Aldo Di Biagio e Daniele Toto dovrebbe ora
accompagnare il defunto partito, nato il 13 febbraio del 2011 da una scissione
interna del Pdl, verso una "comune casa di destra": formula quanto
mai vaga.
Lo scorso week-end, Fratelli d'Italia ha organizzato a
Milano le "Giornate Tricolori": l'obiettivo - seguiranno altre
iniziative simili - è quello di discutere insieme le vie da percorrere per
ricomporre la creatura morente. Eppure, a giudicare dal panel degli invitati -
oltre a vecchi protagonisti di An anche l'ex Ministro Tremonti, Magdi Allam, e
qualche volto di "Fermare il Declino" - la rotta sembra più
posizionata verso il centro, che non in direzione di una destra pura.
Altro nodo gordiano è la questione della leadership: La
Russa accende il riflettore su Giorgia Meloni, da alcuni ribattezzata "la
Renzi del centro-destra". Formula quanto mai spendibile in tempi di
rottamazione e insistente richiesta di rinnovamento. Ma non tutti sono
d'accordo.
Non è mai decollata invece La Destra di Storace, il quale
rimane ormai l’unico fondatore rimasto, considerando che la Santanchè è tornata
sulla via di Arcore nel giro di un anno e Bontempo si è spento due mesi fa.
I COLONNELLI NON VOGLIONO RINUNCIARE
AL CAVALIERE - L'ombra lunga del Cavaliere, inoltre, sembra essere
condizione imprescindibile per la nascita della nuova formazione: in attesa che
il volto della rinnovata Forza Italia assuma lineamenti più chiari, molti ex An
già oggi non escludono la possibilità di allearsene, anche se l'ex senatore
Domenico Nania parla di "pulizia etnica della destra del Pdl". Lo
stesso La Russa, che raggiunto dall'Espresso non ha voluto parlare perché
"contrario al taglio del giornale", ha spiegato ieri che l'intento
non è quello di sottrarsi a Berlusconi, ma di comporre la terza gamba "di una
coalizione in grado di vincere". Del resto, i senatori Matteoli e
Gasparri, ex An, hanno già chiarito che resteranno nel rassicurante alveo del
Pdl: l'uno, a capo della commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni di palazzo
Madama, l'altro come vicepresidente del Senato.
RONCHI PENSA A UNA NUOVA AN -
Andrea Ronchi, che nel 2011 uscì da Fli per entrare nel gruppo misto, sostiene
che si commetterebbe un grosso errore, se si pensasse a un'operazione
nostalgia. Ma il suo progetto è comunque molto simile ad AN: "Alleanza
nazionale era un progetto intelligentissimo, che ha avuto la sua massima
espressione in un momento storico molto diverso dall'attuale. Fino al 1993
l'Msi era considerato un partito "paria", impresentabile e oggetto di
razzismo politico. Fu Fini a sdoganarlo, quando si candidò a Roma come sindaco,
contro Rutelli. Nacque tutto lì. Il Cavaliere lo scelse e si aprì la seconda
Repubblica. E proprio a Roma, dove tutto ha avuto principio, tutto è finito con
la sconfitta di Alemanno. Si apre una terza fase".
Un partito che guardi anche al centro - spiega Ronchi - e si
rivolga al volontariato cattolico e alla Cisl. Che si occupi di lavoro,
legalità, sussidiarietà, nazione, welfare sociale, cura economica, e che non
tralasci gli ultimi. "Coinvolgerei Luciano Ciocchetti (ex vicepresidente
del Lazio con la Polverini), Adriana Poli Bortone, Silvano Moffa. Senza pensare
a una leadership precisa, però, perché finché resiste Berlusconi, non si può
pensare ad altri. Certo, non vedrei male un imprenditore come Alfio Marchini...".
Insomma, per la destra sociale tutto è iniziato e finito a
Roma. Berlusconi puntò su Fini candidato Sindaco nel 1993, spingendo alla
nascita di AN; mentre non ha sostenuto con la solita verve Alemanno alle ultime
amministrative, decretandone la sconfitta.
(Fonte: L’Espresso)
ne sta nascendo una nuova. ci vuole, però,un po'di tempo per imporla
RispondiEliminaManca un leader! Mancano i valori! La destra non ha futuro in Italia....eppure negli altri paese europei come scandinavia,grecia e la stessa francia i fronti nazionalisti sono venuti fuori....
RispondiEliminaBisogna far politica non per perseguire interessi personali (alemanno,fini ecc.) ma interessi collettivi. Nazionalsocialismo!!! politica vera!
chi dice che i tempi sono cambiati ed e' arcaico parlare di certe cose allora na capit manc o cazz. e non si tiri in ballo il solito discorso dell'antisemitismo ecc. ecc.! Il lavoro,la famiglia,la difesa della ns identita' socioculturale....q vuol dire credere nei valori
con alemanno via anche casapound
RispondiEliminaCe ne saranno altri che prenderanno il suo posto purtroppooo...
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