DOPO IL FLOP ELETTORALE DEL TERZO POLO LO SCORSO ANNO E IL
VARO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE PUNTA AL BIPOLARISMO, ALL’EX PRESIDENTE DELLA
CAMERA NON RESTA CHE RITORNARE ALLA CORTE DEL CAVALIERE
“Meglio non fare la fine di Fini” avrà pensato Pier
Ferdinando Casini. E allora meglio ritornare laddove è iniziata la sua ascesa
politica: nel centrodestra guidato dall’indiscutibile Silvio Berlusconi. Una
decina di anni fa il leader dell’Udc, quando era già Presidente della Camera,
veniva considerato un personaggio dalle grandi prospettive: futuro leader di un
centrodestra moderato ed europeo e papabile Presidente della Repubblica. E
invece nel 2006 si allontanò dal Cavaliere, cercando di costruire quel tanto
agognato Terzo Polo o Grande centro (come lo sfotteva pure Neri Marcorè in una
delle tante sue riuscite imitazioni) mai realizzato nei fatti. Nemmeno
sfruttando lo scorso anno un personaggio di spicco quale Mario Monti. La sua
Udc ha beccato a malapena un imbarazzante 1,4%, riuscendo comunque, complice il
Porcellum, ad avere qualche seggio alla Camera e perfino un Ministero (nella
persona di D’Alia) nell’attuale Governo Letta. E così, in vista di una legge
elettorale che spinge verso il Bipolarismo, non resta che schierarsi e tornare
dieci anni indietro. Un po’ come tutto il centrodestra del resto, come già
dimostra il ritorno di Forza Italia e Alleanza Nazionale.