PERFINO PER QUELLE DI SALSOMAGGIORE E MONTECATINI. NEL 2012
LA PERDITA E’ STATA DI OLTRE 13 MILIONI DI EURO
Terme, simbolo di relax e di evasione dallo stress quotidiano.
Se per chi ci va effettivamente è così, non lo è invece per gli enti locali,
costretti a versare continuamente denaro pubblico senza alcun profitto. La
gestione di terme e fonti conta 46 società partecipate in tutta Italia. E
considerando che in totale sono 48, significa in pratica tutte. La loro perdita
pro quota, riferita al 2012, è pari a 13,4 milioni di euro. Una voragine. Che
non si riempie con maggiori ricavi ma solo con l'aumento dell'erogazione di
soldi dei contribuenti. Non a caso alcune storiche terme hanno chiuso o sono a
rischio chiusura, come quelle di Castellammare di Stabia, Pozzuoli e Agnano in
Campania. E non va meglio per quelle più famose come Salsomaggiore e
Montecatini.
CONTI DISASTROSI ANCHE PER
SALSOMAGGIORE - Nella rossa Emilia-Romagna esistono 499 società
partecipate che la collocano ai vertici della black list italiana, tanto dalla
Corte dei conti che nella relazione di parifica di bilancio promuove la Regione
per il 2013 ma la boccia per la «non» gestione del problema delle sue
partecipate (sono scese solo di tre unità, da 28 a 25). Le Terme di
Salsomaggiore e Tabiano si collocano in pole position tra le peggiori società
partecipate, con un buco - ed è il terzo anno consecutivo che chiudono in rosso
- pari a 2 milioni e 428mila euro.
Secondo i revisori dei conti, denuncia Forza Italia, la
società (la Regione detiene il 23,45 per cento, il resto è del Comune di Salso
e della Provincia di Parma) ha perso il 15% di valore patrimoniale e il 30% del
valore dei ricavi. La crisi è anche occupazionale visto che, su 221 dipendenti,
81 sono finiti in cassa integrazione.
NON VA MEGLIO A MONTECATINI -
Dall'Emilia alla Toscana, la musica non cambia. Anche un altro centro termale
per antonomasia, quello di Montecatini, non naviga in buone acque. Interamente
di proprietà pubblica (il pacchetto azionario della società è per il 59% della
Regione Toscana e per il 40,9% del Comune di Montecatini), sul sito internet
appaiono come un'oasi di benessere. In realtà quelle che prosperano sono
soprattutto le polemiche. Nel 2011 il bilancio si è chiuso con un segno meno
non indifferente, meno 1,6 milioni di euro, nel 2012 con un lieve più di
103.407 euro. Il problema sta nel rilancio, che non arriva. E questo si
ripercuote a cascata anche sulle strutture ricettive della zona. Il sogno,
costosissimo, è il restyling delle terme Leopoldine, affidato all'archistar
Massimiliano Fuksas. Il cantiere è partito nel 2009, i costi sono lievitati nel
frattempo da 15 a 29 milioni di euro. Ma i soldi non ci sono. E i lavori sono
fermi. A tempo indeterminato. Le Leopoldine, dunque, restano solo un bel sogno,
appunto. Ben illustrato sul sito internet. Per ora, sono solo una grande
incompiuta.
(Fonte: Il
Giornale)
andare alle terme costa, e la Sanità non aiuta più nessuno...
RispondiEliminalogica conseguenza
Terme di Sirmione e di Chianciano dove vanno i milionari e miliardari.
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