GIURISTA NAPOLETANO, aderì
al "Manifesto della Razza" E FU PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DELLA RAZZA.
FU POI MINISTRO NEL GOVERNO BADOGLIO PRIMA E COLLABORATORE DEL SEGRETARIO DEL
PCI NEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA. divenne perfino presidente della corte
costituzionale
Due giorni fa
è ricorso come noto il Giorno della memoria, per ricordare gli ebrei vittime
della Shoah. A Napoli, il Sindaco Luigi de Magistris ha dedicato una strada a Luciana
Pacifici, bimba di soli otto mesi deportata ad Aushwitz, rimuovendo la vecchia
toponomastica che la vedeva intitolata a Gaetano Azzariti. Chi era Azzariti? Un
valido giurista napoletano certo, ma non solo. Fu anche Presidente del Tribunale
della razza. Ironia della sorte, la sua carriera con la caduta del Fascismo
proseguì, nominato Ministro da Badoglio e negli anni ’60 Presidente della Corte
costituzionale. Ma, cosa ancora più assurda, fu collaboratore di Palmiro
Togliatti allora Ministro della Giustizia. Per quei pochi che non lo sanno,
Togliatti è stato segretario e dirigente del Pci per molti anni, mantenendo un
legame molto intenso con l’Unione sovietica.
VALIDO GIURISTA - Nacque nel
Palazzo Spinelli di Fuscaldo, a Napoli. Il fratello maggiore Francesco Saverio
Azzariti fu senatore del Regno. Magistrato, fu tra i protagonisti della riforma
dei codici, nonché Presidente della Corte costituzionale. Allievo della scuola
napoletana, fu vicino a Ludovico Mortara (con cui collaborò alla redazione del
volume Dell’esercizio delle azioni commerciali e della loro durata) e a
Vittorio Scialoja.
La sua lunga carriera lo vide a soli venticinque anni, nel
1906, segretario della commissione per l'esame dei codici per la colonia
eritrea. Nel 1908 partecipa alla commissione per la riforma degli altri codici,
costituita da Vittorio Emanuele Orlando. Nel 1909 divenne segretario
particolare del Ministro di Grazia e Giustizia Vittorio Scialoja. Nel 1918 fu
nominato segretario della Commissione per il dopoguerra. Gran parte della sua
opera fu svolta presso l'Ufficio legislativo del Ministero di Grazia e
Giustizia di cui fu responsabile dal 1927 sino al 1949, con una sola
sospensione tra il 25 luglio e il 4 giugno 1944. Di particolare rilievo il suo
ruolo nella preparazione dei testi del codice civile e di quello di procedura
civile del 1942, della legge fallimentare del 1942 e di quella sull'ordinamento
giudiziario del 1940. Oltre a coordinare i relativi lavori preparatori, fece
parte di alcune delle commissioni incaricate della stesura materiale delle
norme e redasse intere parti delle relazioni ministeriali di accompagnamento.
GLI ANNI DEL FASCISMO – All'interno
di questo ministero percorse tutti i gradi della carriera: nel 1923 divenne
consigliere di Corte d'appello, nel 1924 giudice di primo grado per le cause
penali della Repubblica di San Marino, nel 1928 divenne consigliere di
Cassazione, nel 1931 primo presidente di Corte d'Appello. Nel 1938 aderì al
"Manifesto della Razza" documento fondamentale, che ebbe un ruolo non
indifferente nella promulgazione delle cosiddette leggi razziali (redatto da
dieci scienziati italiani per conto del Ministero della Cultura Popolare) e
divenne Presidente del Tribunale della razza presso il dipartimento di
Demografia e razza del ministero dell'Interno.
LA SUA CARRIERA PROSEGUI’ ANCHE NEL
POST-FASCISMO – In barba al ruolo che ebbe durante il Fascismo, il 25
luglio 1943 fu nominato addirittura Ministro di Grazia e Giustizia nel primo
Governo Badoglio. Fuggito il Governo a Salerno, rimase a Roma e trovò rifugio
nei conventi della capitale. Dopo la liberazione, nel giugno del 1944, riprese
servizio presso l'ufficio legislativo del ministero di Grazia e Giustizia senza
che – ovviamente – avesse alcun effetto il suo collocamento a riposo deciso
d'autorità dal Governo della Repubblica Sociale Italiana il 22 dicembre 1944.
Nel dopoguerra oltre a collaborare con il Ministro di grazia
e Giustizia Palmiro Togliatti, fu membro delle due Commissioni per la
riorganizzazione dello Stato e per la riforma dell’amministrazione (Commissioni
Forti), nell’ambito del ministero per la Costituente. Diventato Presidente del
Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, fu collocato a riposo per raggiunti
limiti d'età nel 1951. Il 3 dicembre 1955 venne nominato giudice costituzionale
dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Relatore della prima storica
sentenza (che affermava la competenza della Corte a giudicare la legittimità
costituzionale delle norme entrate in vigore prima della Costituzione
repubblicana), divenne Presidente della Corte il 6 aprile 1957 rimanendo in carica
sino al 5 gennaio 1961, giorno della sua morte.
Insomma, oltre a non essere stato punito per i crimini
commessi durante il regime fascista, Azzariti ha visto pure proseguire in modo
indisturbato, e brillantemente, la sua carriera.
(Fonte: Wikipedia)
sai quanti Azzariti ci sono stati?
RispondiEliminasai quanti ce n'è ancora oggi???
Detto cosi è un mostro...mah..che delusione.sob
RispondiEliminaNon ero a conoscenza di questa notizia ma questa volta condivido il gesto di De Magistris che ha rimosso la toponomastrica di Gaetano Azzariti.
RispondiEliminaDi pure che Togliatti ....."dipendeva" dall' URSS !
RispondiEliminaE che se lui e anche la sua ragassa - che ci siamo ritrovati presidente della camera - avessero pouto far vincere le loro "idee", oggi ai semafori di Londra e di Parigi avremmo lavavetri italiani !
L' errore che si compie è quello di continuare a confondere quel comunismo, ormai seppellito, con l' essere di sinistra in genere !!!
Non è un errore è pura e semplice propaganda, fatta in malafede, e recepita da mente deboli, spesso ancora imbevute dall'ideale fascista.
RispondiEliminaPer quei molti che non lo sanno, o fanno finta di non saperlo Togliatti allora Minstro della Giustizia, amnistiò i fascisti.
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