venerdì 19 giugno 2015

La disastrata Calabria ha svoltato a sinistra, ma è da oltre sette mesi senza un governo

FEUDO DA ANNI DEL CENTRODESTRA, HA VISTO LA VITTORIA DI Mario Oliverio ALLE ULTIME REGIONALI DOPO IL COMMISSARIAMENTO. MA ASPETTA ANCORA CHE CREI UNA GIUNTA

Calabria, Regione che ha tanto, eppure non ha niente. Bagnata quasi interamente dal mare, posseditrice dell'Aspromonte che ne consentirebbe anche un turismo invernale, ricca di storia con reperti antichi (su tutti i maltrattati Bronzi di Riace). Tante risorse sprecate, da una politica che per anni e anni ha solo fatto qui, ancor più che altrove, i suoi sporchi affari, tra l'indifferenza calcolatrice di Roma. Dopo anni di gestione locale democristiana e Forzista (interrotti per cinque anni dalla vittoria di Agazio Loiero nel 2005), la Regione ha svoltato a sinistra con Mario Oliviero; sostenuto da SEL-CD-PdCI-IdV. Insediatosi il 9 dicembre dello scorso anno però, Oliviero, già presidente della provincia di Cosenza dal 2004 al 12 ottobre 2014, non ha ancora creato una squadra di Governo locale. Come se la Calabria non ne avesse bisogno urgente e possa vivere un'esperienza simile a quella del Belgio.

UNA REGIONE SENZA GUIDA - Sembra che Oliverio voglia governare da solo, insieme ai suoi tre amici assessori: Nino De Gaetano ai trasporti, Carlo Guccione al lavoro e Vincenzo Ciconte al bilancio.
E le deleghe alla cultura e al turismo? Beh, per quelle c’è ancora tempo. Forse altri dieci giorni.  Tanto, la Calabria cosa se ne farà mai del turismo e della Cultura? Cosa sono i Bronzi di Riace, le tele di Mattia Preti, i versi di Tommaso Campanella, i resti archeologici di innumerevoli civiltà che hanno abitato la terra al centro del Mediterraneo, i borghi medioevali e le piante d’ulivo secolari? Nulla. Per Oliverio non sono nulla. La mancata nomina degli assessori ne è la prova provata.
La Calabria e i calabresi ne hanno bisogno. E alla svelta. Non si può più attendere. L’estate è alle porte, insieme ai turisti entusiasti di visitare una terra dalle mille risorse. Ma anche a girarla, sempre che riescano a raggiungerla, considerati i crolli di viadotti sulla ormai famosa A3 Salerno – fin dove si può, e i mari occupati dai continui sbarchi dei saraceni del 2000. I pochi fortunati che riuscissero a toccare il suolo bruzio, non incontrerebbero un cartello, una guida, una pubblicazione come si deve che li orienti e li indirizzi. Non troverebbero alloggio, vitto, eventuale assistenza sanitaria. Sarebbero, insomma, calabresi doc. Abbandonati a sé stessi e senza possibilità alcuna di sperare nel futuro.


5 commenti:

  1. Quella regione li è un altra che è talmente immersa nel malaffare che uscirne sarà un vero problema, poi se esistono individui che "se uno è indagato lo candido" come diceva qualcuno, ai voglia....

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  2. LE REGIONI MERIDIONALI DOVE NON SI E' MAI AGITO O INVESTITO COERENTEMENTE SU PROGETTI TRASPARENTI MIRATI, E QUESTO DA SEMPRE NELLA STORIA ITALIANA... REGNO DELLA DESTRA PER DECENNI... ABBANDONATE A LORO STESSE, UNICO PREMIO POSTI DI IMPIEGATI NEI VARI MINISTERI ROMANI A COLORO DAL VOTO COMPIACENTE? ANCORA SI PARLA DELL'AUTOSTRADA SALERNO-REGGIO CALABRIA... COSA PRETENDIAMO? DI NON TROVARE FORSE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI? IN SICILIA SI CAMMINA SULLA STORIA, UNA TERRA COSI' ESTREMAMENTE ATTRAENTE CHE AVREBBE MERITATO BEN ALTRI DESTINI, EPPURE... CHI PROVA ONESTAMENTE E CONCRETAMENTE A PORTAR VANTAGGI IN QUELLE TERRE, VIENE MASSACRATO, lo scrivo per esperienza diretta!

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  3. Senza fare nomi ma soltanto cognomi: Falcone e Borsellino...

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