mercoledì 17 giugno 2015

L'Unità torna per l'ennesima volta in edicola, ma ormai di sinistra non ha più niente

RITORNERA' NELLE EDICOLE IL PROSSIMO 30 GIUGNO. dovrebbe avere 24 pagine, costare 1,40 euro e tirare per i giorni di lancio oltre 100 mila copie

Chissà cosa starà pensando Antonio Gramsci della brutta fine che il giornale da lui fondato il 12 settembre 1923, l'Unità, ha fatto nell'ultimo decennio. Certo, la sua storia iniziale è stata fin da subito travagliata, essendo un giornale comunista sorto in epoca Fascista e dunque messo fuori legge, ma quanto meno era una storia di coraggio, ideali, valori da difendere e far circolare. Anche mettendo in pericolo la propria vita. Nell'ultimo quarto di secolo la sua esistenza è stata caratterizzata da alti e bassi, complici anche i cambiamenti epocali che lo stesso Pci e la sinistra italiana hanno attraversato. Ma negli ultimi anni è stato sottoposto a una sorta di accanimento terapeutico pur di tenerlo in vita, essendo però ugualmente stato chiuso tre volte; l'ultima nel luglio dell'anno scorso. L'ennesimo ritorno sarà il prossimo 30 giugno, ma il giornale di sinistra non avrà più nulla. Al massimo solo le pagine.    

IL TIRA E MOLLA - Dall'editore del gossip, Guido Veneziani, finito sott'inchiesta per bancarotta, alla Pessina Costruzioni, inserita nell'elenco delle imprese chiacchierate (ma non è indagata) per gli appalti di Expo e per la sua presenza tra i presunti evasori della "lista Falciani", ma considerata "vicina a Renzi". Dal toto-nomi di grido per la direzione (Gad Lerner, Maria Teresa Meli, Gaia Tortora, Stefano Menichini) alla nomina del cronista che ha seguito l'irresistibile ascesa di Matteo Renzi da sindaco di Firenze a premier passando per la scalata alla segretaria nazionale del Pd, Vladimiro Ilic Frulletti.
Inizialmente Frulletti doveva essere il vice direttore vicario incaricato di preparare il ritorno in edicola, ma la situazione complicata del quotidiano ha sconsigliato l'opzione di una figura senza pieni poteri, soprattutto in prospettiva. Così, con questo nuovo socio di maggioranza e con questo direttore l'Unità tornerà in edicola il 30 giugno, guarda caso l'ultimo giorno utile per non far decadere l'accordo stipulato tra Pd e la nuova società editoriale Unità srl, eventualità che aprirebbe la strada al pagamento di penali milionarie e al fallimento.

IL NUOVO ASSETTO SOCIETARIO - L'assetto societario dell'Unità srl vede ora come socio forte, con l'80% delle quote, la società Piesse, che è controllata al 60% da Guido Stefanelli, amministratore delegato della Pessina Costruzioni e habitué delle cene renziane, e per il 40% dal presidente dell'impresa lombarda di costruzioni, Massimo Pessina.
La Fondazione Eyu (Europa-Youdem-l'Unità), che fa capo al Pd, è salita al 19,65%, mentre Guido Veneziani (editore tra l'altro di Stop, Top, Vero, Rakam e Miracoli), che si era preso l'Unità e contava di fare del quotidiano fondato da Antonio Gramsci un giornale nazional-popolare con anche venature di rosa, è sceso sotto l'1% ed uscito dal consiglio di amministrazione. La sua presenza nella compagine, ancorché residuale, è probabilmente legata alla fideiussione bancaria di 10 milioni di euro che aveva firmato per garantire al giudice fallimentare l'affitto della testata con impegno al successivo acquisto (un'altra fideiussione da 4 milioni era stata fissata da Massimo Pessina). Per questo il Gruppo Veneziani resterà nella partita de l'Unità come service per la realizzazione degli inserti tematici che saranno allegati al quotidiano e che dovrebbero spaziare dalla salute al tempo libero.

UN FUTURO INCERTO - Le incognite sono ancora molte. Stefanelli e Pessina non hanno esperienze editoriali alle spalle. Del piano editoriale per ora non c'è traccia. Ma si sa che l'Unità di Frulletti dovrebbe avere 24 pagine, costare 1,40 euro e tirare, per i giorni di lancio, oltre 100 mila copie (ma il venduto, prima della chiusura, era sceso a poco più di 20mila copie). Si sa anche, e questa è una notizia sicuramente positiva, che la redazione sarà composta da 33 tra giornalisti e poligrafici, come ha stabilito il nuovo accordo sindacale del 10 giugno, invece dei 25 inizialmente previsti. Inoltre, la redazione centrale resterà a Roma e non andrà a Milano come stabilito in un primo momento. L'accordo è stato approvato dall'assemblea dei redattori dell'Unità con una consistente maggioranza. Il direttore Frulletti terminerà in questi giorni i colloqui con i giornalisti e subito dopo comincerà l'elaborazione dei numeri zero per preparare il ritorno in edicola dello storico quotidiano del Pci e della sinistra.

IL COMMENTO POSITIVO DEL VECCHIO CDR E DEL PD - Positivo il commento del vecchio Cdr de l'Unità. "Registriamo un importante passo avanti - scrive - decisivo per il lavoro dei colleghi e per la sicurezza economica delle loro famiglie. Il merito di questo risultato va ascritto, in modo non formale, anche ai pesanti sacrifici che i lavoratori hanno accettato di accollarsi. Come rappresentanza sindacale continueremo ad agire a tutela dei colleghi, vigilando affinché possa concretizzarsi al più presto l'impegno dell'azienda (indicato nell'accordo) ad assumere nuovo personale dal bacino dei giornalisti de l'Unità, se nei prossimi 18 mesi il prodotto riuscirà a guadagnare in modo stabile nuove quote di mercato". "L'impegno del Pd per la ripartenza dell'Unità - ha commentato invece Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico - è stato al 100%. Noi ci abbiamo "messo la faccia" con la Fondazione Eyu. A questo punto, incrociando le dita, aspettiamo tra pochi giorni, finalmente, l'Unità di nuovo in edicola".


(Fonte: Globalist)

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