lunedì 5 ottobre 2015

Per recuperare voti Alfano rispolvera Ponte sullo stretto: i 3 motivi per cui non è realizzabile

L'OPERA E' STATA PER ANNI UN CAVALLO DI BATTAGLIA DI BERLUSCONI, SEMPRE NAUFRAGATO

In Sicilia ci sono andato due volte, in auto e in treno, e in effetti devo ammettere che realizzare un ponte che colleghi l'isola alla Calabria sarebbe utilissimo. Di fatti il tempo che si perde nell'attraversare lo stretto è di circa un'ora e mezza, calcolando l'attesa di salpare sulla nave, l'attraversamento dello stretto e il tempo che si impiega per scendere. Pensiamo al tempo perso da quanti lo attraversano sovente per motivi lavorativi.
Un'opera che però si presenta irrealizzabile per almeno tre aspetti: economici, ambientali e giudiziari. Ma il Ministro degli interni Angelino Alfano l'ha rimessa in mezzo nel dibattito politico, facendone un proprio cavallo di battaglia, nella speranza di metterci il cappello e recuperare un po’ di voti soprattutto nella sua Sicilia. Il Governo però frena, mentre Salvini, pur ammettendo la propria scetticità, propone di lasciare la parola sul tema a calabresi e siciliani mediante Referendum.

ALFANO LO VORREBBE - Alfano ad Agorà dice che è necessario: "Abbiamo fatto una battaglia per rimettere in agenda il ponte e vuol dire che il governo finalmente svolta al sud: con il ponte realizzeremo una grande opera che darà un grande aiuto economico al sud, è la grande incompiuta psicologica del nostro paese".
Il titolare del Viminale sembra così deciso che il veto o meno del premier Renzi, a come si esprime, non sia un problema: "Se ne ho parlato con Renzi? in parlamento la maggioranza ha detto sì: noi siamo parte di questa maggioranza, quindi stavolta ci siamo" insiste parlando delle potenzialità economiche e dei posti di lavoro che il ponte potrebbe offrire.

IL GOVERNO FRENA – A tornare parzialmente sui suoi passi, o meglio, a specificare che il progetto del Ponte sullo Stretto non è in agenda, è il sottosegretario alle Infrastrutture, Del Basso De Caro, che oggi parla comunque di "una possibilità di riconsiderare l'opera. Ieri sono state presentate 8 mozioni, su 4 il governo ha espresso un parere favorevole tout court, sulle altre 4 parere favorevole ma tranne per la parte sul ponte sullo Stretto perchè l'opera non è nell'agenda del governo, quindi la discussione non è matura". Identico altolà che ieri il ministro dei Trapostri Delrio aveva già intimato. "Non abbiamo pregiudizi, ma il dossier non è sul tavolo".

In questo post di due anni e mezzo fa ho elencato i contro di quest'opera. Due di natura economica e due di natura ambientale: http://lucascialo.blogspot.it/2013/03/ecco-perche-il-ponte-sullo-stretto-e-un.html
Ai quali vanno aggiunti quelli relativi al pericolo di infiltrazioni criminali nella sua realizzazione, dato che ricade proprio tra due regioni che ancora patiscono il fenomeno. Checché se ne dica. Con quei soldi sarebbe molto meglio migliorare la rete stradale di Calabria e Sicilia, inefficiente e farraginosa.

SONDAGGIO


(Fonte: Huffingtonpost)

7 commenti:

  1. Se soltanto si usassero quei soldi per rendere efficienti i mezzi in uso oggi faremmo un' opera d'arte.

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  2. L'ha detto Papa Francesco: " Costruite ponti e non muri...". Alfano l'ha preso in parola...

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  3. Le motivazioni del no al ponte sono speciose: 1)la mafia interferisce con le opere pubbliche in ogni parte d'Italia 2)Se la sismicità fosse una ragione valida, in Giappone e in California non ci dovrebbe essere nemmeno un ponte. Il ponte sarebbe utilissimo per l'utenza e per l'occupazione e chiunque lo proponga ha la mia approvazione. Piuttosto cerchiamo di costruirlo bene, non come altri viadotti e ponti crollati dopo pochi mesi senza nessun terremoto.

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    1. Ecco un altro esperto strutturista che dei terremoti e delle faglie attive si fa un baffo e dice che i ponti bisogna costruirli perché così fan tutti...Ignorando, per esempio, che nel terremoto di Kobe in Giappone dieci campate del viadotto della Hanshin Expressway furono distrutte. Le opere viarie in generale, comprese le ferrovie, subirono seri danni, al punto che la fiducia dei Giapponesi nella possibilità di farla franca di fronte a certi disastri è diventata una leggenda metropolitana. Basti considerare quello che è successo alla centrale di Fukushima, dove comportamenti omertosi e irresponsabili hanno fatto sottostimare la gravità di quanto realmente accaduto, con l'incipiente fusione del nocciolo e radioattività scaricata a vagonate nell'oceano e nell'atmosfera.

      Tutto parte da una posizione di fondamentale ignoranza che alimenta la presunzione: quella di possedere le regole del ben costruire. Senza sapere che la nostra scienza costruttiva si basa su un modello matematico: che la natura può ignorare come e quando vuole, comportandosi con le "sue" leggi e lasciando pochi margini di sopravvivenza.

      Il guaio è che nei disastri non periscono solo gli imbecilli che li scatenano, ma anche tanti poveri innocenti.

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  4. Non esistono costruzioni umane che possono resistere alla forza della natura.
    Basta vedere o capire come si formano le montagne, se si vuol capire.

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  5. Alfano ha una faccia da mafioso...

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  6. la solita propaganda da quaquaraqua...
    alla fine si farà nulla...tranquilli

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