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lunedì 21 marzo 2016

Hillary Clinton, l'antidoto a Trump è quasi peggio del male

SARA' LEI A SFIDARE IL MILIONARIO REPUBBLICANO, MA NON CONVINCE

Le Primarie per decidere i due candidati che si contenderanno la Casa Bianca il prossimo novembre, sono state questa volta alquanto chiare fin da subito. Gli elettori repubblicani hanno scelto come proprio rappresentante Donald Trump, contrapponendosi anche all'establishment del partito che invece non lo vuole e tifava per il più giovane e moderato Marco Rubio. I democratici invece si sono proiettati su Hillary Clinton, moglie di Bill. La quale non ha trovato sulla sua strada particolare concorrenza. A parte quella timida del più anziano e socialista Bernie Sanders, che è andato avanti anche oltre le sue più rosee aspettative. Chissà come sarebbe stato ritrovarsi un socialista alla guida degli Stati Uniti.  La Clinton però non mi convince affatto e probabilmente, non convince gli americani stessi. I quali forse la sceglieranno per non dare la guida del proprio Paese in mano a uno xenofobo e populista come Trump. Il quale, peraltro, anche come imprenditore è stato più che discutibile. La Clinton appare priva di leadership, di carisma, e per un Paese che cerca da tempo di riconquistarla a livello mondiale, non è certo la persona giusta.

giovedì 10 marzo 2016

Donald Trump, chi rischiamo di ritrovarci presidente Usa

IMPRENDITORE SETTANTENNE, HA UN PASSATO PROFESSIONALE NON PROPRIO AMMIREVOLE E IDEE POLITICHE POCO RACCOMANDABILI

Fin da quando è stato istituito lo strumento delle primarie, negli Usa i Repubblicani hanno sempre visto tra i candidati qualche personaggio bislacco, politicamente scorretto, magari straricco e con sgangherate idee su cosa sia gestire la cosa pubblica. In genere, simil candidati dopo qualche rumore iniziale, sono stati sempre fatti fuori dopo qualche tornata elettorale. Ma nelle primarie in corso degli 'elefanti a stelle e strisce' sta accadendo qualcosa di insolito, inquietante. Donald Trump sta infatti sbaragliando i suoi avversari politici e sembra il serio candidato che si opporrà a Hillary Clinton (anch'ella ormai in dirittura d'arrivo per i democratici). Trump ha più volte negli ultimi trent'anni annunciato di volersi candidare alla Casa Bianca – 1988, 2004 e 2012 – senza però mai partecipare realmente alle primarie. Ma ora fa sul serio e agli americani sembra pure piacere.

venerdì 23 gennaio 2015

TERREMOTO HAITI, SCANDALO PER I CLINTON: DOVE SONO FINITI I FONDI RACCOLTI?

LA CLINTON FOUNDATION, GESTITA DA BILL E HILLARY E’ ACCUSATA DI NON AVER MAI DATO QUEI FONDI AI TERREMOTATI DEL 2010

Sono passati più di 5 anni dal terremoto di magnitudo 7.0 che alle 16 e 30 locali del 12 gennaio 2010 ha sconvolto Haiti, uccidendo almeno 220 mila abitanti e lasciando senza una casa circa 1,5 milioni di abitanti. Un terremoto che, come quello nostrano a L’Aquila, si è trasformato in un giro di affari. Che sembra coinvolgere anche i coniugi Clinton e la loro Fondazione. Una nuova grana per il già traballante Partito democratico americano?

giovedì 6 novembre 2014

NO, HE CAN’T: OBAMA PERDE LA MAGGIORANZA ANCHE AL SENATO

DOPO IL MID-TERM DI IERI ANCHE IL SENATO PASSA AI REPUBBLICANI, CHE AUMENTANO I PROPRI SEGGI ANCHE ALLA CAMERA

Le elezioni del Mid-term (con le quali si rinnovano le due Camere a metà mandato) a questo giro sono state ancora più severe con il Presidente americano Barack Obama, rispetto a quelle già disastrose di quattro anni fa. Se nel 2010 il Presidente afroamericano perse la Camera e si vide assottigliare drasticamente i seggi al Senato (all’epoca nei repubblicani soffiava forte il vento del Tea party), adesso addirittura perde entrambe le camere. Quella dei deputati non è mai stata democratica e dunque Obama è stato fin dalla sua seconda investitura “un’anatra zoppa” – come viene definito il Presidente in carica che può contare solo sull’appoggio di una Camera – ma ora perde anche il Senato, coi repubblicani che conquistano otto seggi, diventando maggioranza visto che ne avevano solo sei in meno. Una bocciatura non solo per Obama, ma anche per tutto l’establishment del Partito democratico. In particolare per Hillary Clinton, che nonostante abbia partecipato a 45 eventi elettorali negli ultimi 54 giorni, non è riuscita ad avere un grande impatto. Eppure dovrebbe essere proprio lei la futura candidata tra due anni.