NELL’INCONTRO TENUTOSI SABATO POMERIGGIO NELLA SEDE DEL PD,
TRA RENZI E BERLUSCONI C’E’ STATA IMMEDIATA SINTONIA. LA LEGGE ELETTORALE SPINGE
AL BIPOLARISMO E ALLA STABILITA’ DI GOVERNO. INOLTRE PENALIZZA I PICCOLI
PARTITI E NON REINTRODUCE IL VOTO DI PREFERENZA
Silvio Berlusconi dimostra ancora una volta di essere
un’eterna Fenice che risorge dalle proprie ceneri. E’ stato dato per finito più
volte in vent’anni di attività politica: nel ’95, nel 2006 e nel 2012, ma si è
sempre ripreso; soprattutto per le sue indubbie doti strategiche, ma anche per
demerito degli avversari, risultando sempre fortemente influente. L’ultima
risurrezione risale a un anno fa, quando ormai in tanti lo ritenevano al
capolinea, e invece la partecipazione alla puntata di Annozero –memorabile lo
sketch con Travaglio – lo ha rimesso in piedi, al punto da trascinare il Pdl
quasi alla pari di Pd e Movimento cinque stelle, e da riproporre Forza Italia.
Perfino l’uscita di Alfano e co. non sembra scalfirlo più di tanto. Anzi, gli
da’ ancora maggiori pieni poteri sul da farsi, mentre il partito di
quest’ultimo rischia già di essere un progetto morto in partenza. A riprova di
tutto ciò la scelta di recarsi in casa del nemico (o presunto tale). Proprio da
quel Matteo Renzi che qualche anno fa gli fece visita ad Arcore beccandosi un
bel po’ di critiche. Perché il Cavaliere sa bene che se il nemico è più forte
di luie, occorre farselo amico (con ogni mezzo). Così, dopo essersi recato da
Santoro, si è recato nella sede del Partito democratico. Non solo. Con lui ha
trovato immediata (e “profonda”, per dirla come il Sindaco di Firenze) sintonia
sulla riforma elettorale, soprattutto perché è una legge che mette in
difficoltà tutti i potenziali alleati di Pd e Forza Italia. Di par suo, il
Sindaco di Firenze ha messo all’angolo la minoranza del suo partito e a tacere
chi a destra parla ancora di antiberlusconismo e di odio. Ma ha dimenticato un
particolare: Berlusconi è stato condannato in via definitiva per corruzione.
NETTA MAGGIORANZA ALLA CAMERA E
SBARRAMENTO SEVERO – Per la Camera dei deputati (che sarà l’unica Camera
elettiva e quella che darà la fiducia al governo) la distribuzione dei seggi
avverrà a livello nazionale, in base ad un sistema proporzionale. Quindi, la
ripartizione dei voti tra i vari partiti sarà attribuito in un collegio unico
nazionale. Questo sistema servirà a garantire anche le formazioni più piccole.
Ma per evitare che il risultato elettorale sia in balia delle formazioni poco
rappresentative, è stato pensato uno sbarramento del 5 per cento (o del 4) per
i partiti che facciano parte di una coalizione e uno più alto, dell’8 per
cento, per i partiti non coalizzati.
La governabilità e la stabilità sono assicurate da un premio
di maggioranza per la coalizione che raggiunga almeno il 35 per cento dei voti
su base nazionale. Il premio ipotizzato consisterebbe in un 20% di seggi in
più, che permetterebbe di raggiungere complessivamente il 55 per cento dei
seggi, alla coalizione vincente.
La proporzione tra questi due numeri - coalizione al 35 per
cento e un premio del 20% dei seggi - è uno dei punti più delicati dell’intero
accordo. Ci sono dei dubbi al riguardo: se cioè non sia troppo alto il premio
previsto o troppo bassa la percentuale richiesta per ottenerlo.
Se nessuna coalizione dovesse raggiungere il 35 per cento
dei consensi a livello nazionale, i voti invece verrebbero ripartiti
proporzionalmente in base ai risultati raggiunti da ciascun partito e da
ciascuna coalizione (fatti salvi i due diversi livelli di sbarramento di cui si
è detto).
LISTE BLOCCATE CON POCHI CANDIDATI
- Come verranno scelti i candidati? Questo è stato uno dei talloni d’Achille
del Porcellum e uno dei motivi principali della sua recente bocciatura da parte
della Corte costituzionale. Ebbene la Corte ha stabilito il principio che i
candidati devono essere facilmente individuati dagli elettori, che i cittadini
devono sapere per chi votano. Non ha però censurato il sistema delle liste
bloccate in sé: ha solo evidenziato il problema costituito da liste troppo
lunghe (con troppi nomi) che impediscono all’elettore di sapere chi alla fine
verrà eletto e riducendo, di fatto, al minimo il suo potere decisionale.
Ebbene, nell’Italicum, il numero dei seggi, pur attribuito su scala nazionale,
consentirà di eleggere i candidati presentati dai vari partiti in
circoscrizioni su base provinciale ( o nel caso delle province più grandi e più
densamente popolate) su base subprovinciale. E su liste «corte» e «bloccate».
Non ci saranno quindi preferenze da esprimere, ma il rapporto con l’elettore
verrà assicurato dai pochi nomi per partito che appariranno sulla scheda.
La base provinciale segna una differenza sostanziale
rispetto al modello spagnolo originariamente proposto, dove le circoscrizioni
elettorali sarebbero state molto più piccole e senza la distribuzione dei voti
a livello nazionale. La base «provinciale» o «subprovinciale» avrà anche
un’altra conseguenza. Non ci sarà infatti la necessità di riscrivere
completamente le circoscrizioni elettorali, compito che da solo avrebbe
richiesto moltissimo tempo, prima di poter andare nuovamente a votare.
SENATO COMPOSTO DA SINDACI E
GOVERNATORI - Oltre che sulla legge elettorale l’accordo tra il
segretario del Pd e il leader di Forza Italia è stato raggiunto su due riforme
costituzionali: la riforma del Titolo V della Costituzione e la fine del
cosiddetto bicameralismo perfetto. Il Senato non sarà più elettivo, ma composto
da sindaci, presidenti di Regione, comunque da persone già elette come
rappresentanti delle autonomie locali. Il titolo V riguarda il funzionamento di
Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni, cioè gli enti territoriali che
compongono la Repubblica italiana. Con queste riforme si vuole ottenere un
taglio sostanziale dei costi della politica con l’abbattimento delle indennità.
In sintesi, una legge elettorale siffatta punta a evitare
che partitini col 2-3% tengano in scacco un Governo e a dare una discreta
maggioranza che garantisca la governabilità. Inoltre, si punta a evitare una
inutile uguaglianza di ruoli tra le due Camere.
Qualcuno già parla di inciucio per fare fuori tutti gli
avversari e i potenziali alleati scomodi. Vedremo. Fatto sta che il tanto
temuto mostro Renzusconi è ufficialmente nato, basato su una “profonda” e
inquietante sintonia.
I votanti si dividono in modo netto a seconda dell'età rispetto al dialogo Renzi-Berlusconi. Se i minorenni sono completamente d'accordo, i giovani sono nettamente contrari. Più equilibrata la situazione tra gli adulti, leggermente dissenzienti. Gli over 55 sono invece abbastanza d'accordo.
(Fonte: Corriere
della sera)
Figli di una unica madre ma molti padri.
RispondiEliminacancellare i piccoli partiti ora non è più un sogno, speriamo che riescano a farli tutti questi succhiarisorse, ma non al 4%, bensì io lo metterei all'8%
RispondiEliminaQuesta legge elettorale è peggio della precedente.La chiamerei VACCATUM
RispondiEliminaChe veniva fuori un mostro era facile prevederlo. A parte il fatto di avere liste più corte e soglie di sbarramento più alte in cosa sarebbe meglio sta schifezza del Porcellum? Con lo svantaggio che le schifezze votate da una Camera di Nominati non potranno più essere corrette in un Senato con una composizione leggermente diversa!
RispondiEliminaA proposito di Senato, le modifiche costituzionali per abolirlo, con tanto di referendum probabile, prenderanno un bel po' di tempo. E' già molto ottimista prevedere di riuscire a votare nel 2016...
berlusconi non ha capacita' di intendere e' un pluricondannato e pertanto qualsiasi persona o partito fa vertici con lui sono da ritenere NULLI. Siamo, purtroppo, in mano a una banda di nullafacenti che parlano, parlano spesso senza alcun dato certo e sono incapaci di fare le cose serie che servono alla nazione. Devono smetterla di pensare a loro stessi e ai loro compagni di merende, se vogliono vivere lavorino seriamente e di soldi spendano solo quelli che sono in grado di guadagnare onestamente. Pagliacci.
RispondiEliminaMmmuunnnezzzzz!! A tutti e due,e scusate la volgarità,su queste cose non riesco a contenermi.
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