IN PARTICOLARE L’ASSOCIAZIONE MEDICI PER L’AMBIENTE
I dubbi nutriti sul mal funzionante inceneritore di Acerra,
inaugurato in pompa magna nel 2009 dal duo Berlusconi-Bertolaso e per la cui
costruzione ci è voluto circa un decennio, sono sempre stati tanti e pure
giustificati. Non mancano neppure nell’amministrazione comunale di Napoli
guidata dall’ex Pm Luigi de Magistris, oppostasi alla costruzione di un nuovo
impianto nella zona est della città. Tanto da prediligere l’emigrazione dei
rifiuti verso Rotterdam, essendo la monnezza molto richiesta nei Paesi ben
attrezzati al suo trattamento. D’altronde i rifiuti possono trasformarsi in una
ricchezza, ma non certo nelle modalità altamente tossiche attuate dalla Camorra
negli ultimi decenni.
A diffidare degli inceneritori, chiamati Termovalorizzatori
per renderli più aggraziati ed attraenti ma nei fatti non producono granché di
energia, è anche il direttivo napoletano dell’associazione indipendente Medici
per l’Ambiente, che da anni studia (e critica) le politiche di smaltimento dei
rifiuti campani e denuncia lo scempio ambientale in atto, con il conseguente,
drammatico, picco delle patologie tumorali sui territori del napoletano e del
casertano. Gli inceneritori non sono dannosi solo per l’ambiente ma anche per
l’economia.
I DANNI ARRECATI DALL’INCENERITORE
DI ACERRA - “Quello di Acerra – sostiene il sodalizio – è uno
smaltimento altamente tossico e costosissimo, che in venti anni costerà circa
262 milioni di euro per circa 5239 anni di vita persi dai cittadini acerrani e
napoletani: cioè circa 35mila euro al giorno e circa 7 mesi di vita persi ogni
giorno dai cittadini di Acerra e Napoli. Le navi della spazzatura verso
l’Olanda sono un’iniziativa incongrua, ma ci auguriamo che servano a far
trionfare la verità sulle bugie”. La presa di posizione degli esperti di
un’associazione schierata al fianco dei comitati antidiscariche e ‘rifiuti
zero’ arriva a poche ore dall’attracco a Napoli della Nordstern, la prima nave
dei rifiuti, voluta fortissimamente dal sindaco Luigi de Magistris e
dall’assessore all’Ambiente Tommaso Sodano. Nei prossimi giorni la Nordstern
verrà caricata con circa 3000 tonnellate di ‘secco’ e prenderà il largo verso i
Paesi Bassi. L’obiettivo è quello di far parte una nave ogni fine settimana.
L’analisi dei dottori Comella, Marfella, Esposito e
Ciannella prende spunto da alcuni studi indipendenti, e in particolare da
quello ‘Externe’ della Comunità Europea. Secondo i quali l’inceneritore di
Acerra è da considerarsi “impianto insalubre di classe I”, cioè il massimo
della tossicità industriale. Da qui deriverebbero i dati sopracitati. Danni che
secondo i Medici per l’Ambiente colpiscono solo i cittadini della provincia
napoletana. L’associazione, infatti, ricorda come nel maxi inceneritore di
Acerra “che pone da solo la Campania al terzo posto in Italia come potenza di
incenerimento, si smaltiva e si smaltiscono i rifiuti solidi urbani (rsu) della
intera Regione Campania e non della sola Napoli. Quindi era ed è una bugia che
Napoli con la sua inciviltà pretendeva di smaltire i propri rifiuti presso le
altre Province campane laddove, in modo ordinario, oltre i due terzi delle 1650
tonnellate al giorno incenerite ad Acerra/Napoli provengono da tutte le altre
Province della Regione Campania”.
MEGLIO IN OLANDA - Il gruppo
di medici allarga le sue riflessioni anche al versante dei costi, promuovendo
l’operazione olandese. “Per smaltire una tonnellata di rsu in Olanda il costo
massimo è di circa 80 euro a tonnellata (ma secondo altri addetti ai lavori è
di circa 140 euro a tonnellata, ndr) che è invece, in Campania, soltanto
l’incentivo minimo con il quale lo Stato finanzia la ditta lombarda A2A e cioè
i Comuni proprietari della A2A, (al 60 per cento) Milano, Brescia, Bergamo e
Varese”. Città “che da sempre hanno negato solidarietà a Napoli e alla Campania
per smaltire tale tipologia di rifiuti, preferendo, per i propri impianti in
Lombardia, smaltire oltre 500mila tonnellate l’anno di rifiuti speciali e
industriali, ma non rsu campani”.
FARE PRESTO GLI IMPIANTI - La
conclusione è condita da una polemica. “Smaltire i rsu in Olanda, a nostro
parere, è una iniziativa incongrua, ma sollevando per circa un anno le amministrazioni
del Comune e della Provincia di Napoli dalle necessità quotidiane di
fronteggiare con efficacia il pluridecennale scorretto sistema di smaltimento
dei rsu a Napoli e in Campania” può servire a tutti, in particolare al Comune
di Napoli e alla Regione Campania “per intervenire in modo rapido sulla volontà
di perpetuare sistemi di smaltimento tossici e costosissimi come i maxi
inceneritori, finanziati con il sistema dei CIP6 per favorire ben individuati
gruppi di potere lobbistico del nord. E indirizzare non solo il Comune di
Napoli ma la intera Regione Campania verso la realizzazione dei necessari
impianti, che non sono i maxi inceneritori (contro i quali si sono schierati
anche de Magistris e Sodano, che hanno fatto stralciare l’inceneritore di Napoli
est dal piano del governo Monti, ndr), ma ad esempio gli impianti di
compostaggio”.
Speriamo che questa obiettiva e autorevole presa di
posizione contribuisca all’accelerazione della risoluzione dell’annoso problema
dei rifiuti a Napoli e provincia. Un problema che la Giunta de Magistris sta
cercando di risolvere tramite gli strumenti del riciclo, compostaggio e
differenziazione dei rifiuti. Il tutto per scongiurare nuovi scempi inquinanti
come l’inceneritore di Acerra, il quale è stato costruito per di più in un’area
già ecologicamente provata e compromessa. Impianti che fanno soprattutto il
favore di lobby e aziende dietro le quali il più delle volte si nascondono
“colletti bianchi” non proprio puliti.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
ce la farete vedrete che cela farete!
RispondiElimina