LE OMBRE DELL’AMATISSIMO PRESIDENTE AMERICANO SI SONO
DISSOLTE GRAZIE AL SUO FASCINO TELEGENICO
Era una sera del 20 settembre 2010 quando si sfidavano,
davanti a 40 milioni di telespettatori per un’ora in prima serata, nel bianco e
nero trasmesso dalla Wbbm-Tv di Chicago, il repubblicano Richard Nixon e il
democratico John F. Kennedy. Sebbene tra i due passassero solo 4 anni di
differenza (47 anni il primo, 43 il secondo), il primo apparve impacciato,
brontolone, stanco, mentre il secondo giovanile, convincente, telegenico; quasi
come fossero uno zio e il suo nipote, il vecchio che lascia spazio al nuovo che
avanza. Non è un caso infatti che nei sondaggi Nixon ebbe maggiori consensi tra
coloro che avevano seguito il dibattito per radio, mentre Kennedy tra coloro
che avevano seguito lo scontro in Tv. Nasceva la Telecrazia, ovvero il potere
della Tv di persuadere le persone al punto da plasmare la loro opinione
politica.
Richard Nixon così, benché dato in grande vantaggio su
Kennedy, dovette cedergli il posto come Presidente, passando alla storia
rispetto al secondo come un Presidente burbero, sanguinario, con molti
scheletri nell’armadio. Certo, su di lui gravarono accuse quali l’eccidio del
popolo cambogiano o l’inasprimento dei rapporti con i sovietici per quanto
concerne la politica estera, e lo scandalo Watergate per quanto riguarda la
politica interna (che lo costrinse pure alle dimissioni). Ma John Kennedy, come
suo fratello Ted, dietro quel viso d’angelo e quello stile che tanta
ammirazione e invidia ha suscitato negli americani quasi come fossero una
dinastia monarchica, ha nascosto non poche nefandezze.
L’invasione
alla Baia dei Porci - Una stretta insenatura nella parte centrale
dell'isola di Cuba, avvenuta il 17 aprile 1961 da parte di 1.511 esuli cubani
emigrati negli Stati Uniti, finanziati e appoggiati dalla CIA, che si chiamava
“Brigata 2506”, oppositori del governo cubano di Castro. Il tentativo di
ingerenza americana nella vita politica cubana, provocò “la crisi dei missili
di Cuba”, quando questa ultima, vistasi minacciata, chiese e ottenne da Mosca
l'installazione di batterie di missili nucleari sul proprio territorio. La
crisi iniziò il 15 ottobre 1962 e durò tredici giorni.
Guerra IN
Vietnam - Combattuta tra il 1962 e il 1975 sul territorio del Vietnam
del Sud e delle aree confinanti di Cambogia e Laos (vedi anche, Guerra
segreta), e in missioni di bombardamento (Operazione Rolling Thunder) sul
Vietnam del Nord. Kennedy volle fortemente questa guerra poiché era convinto
che il Vietnam del Sud potesse essere una nazione stabile e democratica, e
screditò ampiamente il Nord filo-comunista. In realtà i governanti del Vietnam
del Sud si comportavano in modo diverso ed imbarazzante rispetto alle direttive
americane, compiendo anche spietatezze verso i civili e i monaci buddisti. Ma
anche i successori di Kennedy vollero continuare la guerra.
morte di
Marilyn Monroe (nome d'arte di Norma Jeane Baker) - Trovata senza vita
nella camera da letto della sua casa di Brentwood, in California, all'età di
trentasei anni a causa di un'overdose di barbiturici, il 6 agosto 1962. Tali
voci così pesanti derivano dal fatto che si sospetta che tra i due vi fosse
qualcosa di più di una semplice amicizia, interrottasi proprio poco prima della
sua tragica morte. Forse la Monroe era diventata troppo scomoda per il
Presidente, o forse a farla fuori fu qualcun altro/a (in fondo ella aveva anche
molti nemici data la fama invidiabile). Il caso è stato archiviato come
omicidio, ma la scomparsa delle fotografie dell'inchiesta e dei tabulati
telefonici, nonché il ritardo dei soccorsi, lasciano pensare ad altro.
GLI ELOGI A NAZISMO E FASCISMO
- Sorprendenti e mai diffuse affermazioni sono contenute nei diari e nelle
lettere del defunto presidente degli Stati Uniti, pubblicate in Germania in un
libro dal titolo "John F. Kennedy. In mezzo ai tedeschi. Diari e lettere
1937-1945". Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) ha
pubblicato un'ampia anticipazione della casa editrice Aufbau Verlag. Lo storico
tedesco Oliver Lubrich, che ne é il curatore, definisce in un'intervista
"sconcertante" l'affermazione di quello che sarebbe diventato il mito
dell'America liberal e di molti movimenti di sinistra europei postcomunisti,
secondo cui il Fuehrer "era fatto della stoffa con cui si fanno le
leggende". Il 3 agosto 1937, mentre girava l'Italia da turista, Jfk
annotava nel suo diario a Milano di essere "giunto alla conclusione che il
fascismo é la cosa giusta per la Germania e per l'Italia, il comunismo per la
Russia e la democrazia per l'America e l'Inghilterra. Che sono i mali del
fascismo al confronto del comunismo?". Qualche settimana più tardi, dopo
aver risalito entusiasta per il paesaggio la valle del Reno, Kennedy annotava
il 21 agosto a Colonia un passaggio in cui descriveva la superiorità della
razza di stampo germanico rispetto ai popoli di origine latina. "Abbiamo
risalito il Reno. Bellissimo, anche per i molti castelli lungo il percorso. Le
città sono tutte deliziose, ciò che mostra come le razze nordiche sembrano
essere certamente superiori a quelle romaniche. I tedeschi sono davvero troppo
in gamba, per questo ci si mette tutti insieme contro di loro, per
proteggersi".
L'annotazione forse più pesante sembra essere quella del
primo agosto 1945, meno di tre mesi dopo il crollo del Terzo Reich, quando
Kennedy aveva visitato il cosiddetto "Adlerhorst", cioè il nido
dell'aquila, la residenza alpina di Hitler sulle montagne di Berchtesgaden.
Dopo aver fumato una sera dopo cena "i sigari ritrovati nell'auto blindata
di Goering", l'ormai ventottenne Kennedy si lasciava andare a questa
affermazione: "Chi ha visto questi luoghi può senz'altro immaginare come
Hitler, dall'odio che adesso lo circonda, tra alcuni anni emergerà come una
delle personalità più importanti che siano mai vissute. La sua ambizione
sconfinata per il suo Paese ne ha fatto una minaccia per la pace nel mondo, ma
lui aveva qualcosa di misterioso nel suo modo di vivere e nella sua maniera di
morire, che gli sopravviverà e continuerà a crescere. Era fatto della stoffa
con cui si fanno le leggende".
LE OMBRE SU TED - Anche lo
stesso Ted Kennedy (morto il 25 agosto 2009) ha avuto nella sua lunga vita
qualche neo, che gli costò di fatto la promozione a Presidente degli USA: il 18
luglio 1969, dopo una festa sull'isola di Chappaquiduick (Martha's Vineyard) a
bordo della sua Oldsmobile Delta 88, Ted uscì di strada all'altezza di Dike
Bridge; la macchina cadde in mare e colò a picco. Ted non era solo, ma con una
giovane donna, Mary Jo Kopechne, che annegò. Ted, dopo aver tentato di
salvarla, tornò al luogo della festa chiedendo aiuto ai parenti della vittima e
al suo avvocato prima di avvertire la polizia. Fu un gruppo di pescatori che
ritrovò la vettura solo il mattino dopo ripescando anche il corpo della
giovane. Solo quando la vettura fu identificata come appartenente a Ted, egli
fu interrogato dalla polizia. Kennedy fu accusato di omissione di soccorso e
condannato a due mesi di carcere, poi sospesi (la legge, per questo reato,
prevedeva solo il carcere obbligatorio e non il potere discrezionale di una
sospensione della pena). Addirittura fu anche riaperta l’inchiesta per il
ritrovamento di macchie di sangue sulla gonna, sulla bocca e nel naso della
ragazza; ma non vi furono nuovi sviluppi. La carriera di Ted si era però
pesantemente macchiata, anche se non al punto da fargli perdere il seggio al
Senato; tuttavia, non riuscì mai a diventare Presidente (alle elezioni del 1980
perse contro il presidente Jimmy Carter).
Insomma, i Kennedy tanto angelici non erano, anzi. La Tv
aveva convinto gli americani che loro erano il Bene, quelli affidabili; da
allora in politica un bel sorriso e un po’ di eleganza possono rendere angelico
e accattivante chi in realtà ha commesso non meno errori rispetto ad altri. E
così i politici si sfidano in Tv, parlando poco di programmi e badando
soprattutto a ben apparire. Tanto spazio viene dato anche alla loro vita
privata; meglio se appaiono sportivi e giovanili per accattivare un target
giovanile, buoni padri di famiglia se si tratta di casalinghe, bravi ragazzi
“figli che tutti vorrebbero” se si tratta di anziani. In base alla fetta di
elettorato, così il politico adegua la propria immagine. Questo fenomeno, definito
“americanizzazione” della politica, è giunto in Italia a partire dagli anni
’80; ma la vera Telecrazia è giunta negli anni ’90, quando qualcuno ha
utilizzato le proprie Tv per persuadere gli italiani. E i suoi avversari
politici hanno cercato buffamente di adeguarsi.
(Fonti: LaRepubblica, Wikipedia, Contropiano)
solo una cosa dico: se kennedy era così cattivo come mai lo hanno ucciso???
RispondiEliminai bush sono vivi, clinton è vivo, obama è vivo Questi ultimi sono tutti dei presidenti americani dal cuore d'oro verso i più deboli e sono tutti vivi.
Qualcuno disse: SONO SEMPRE I MIGLIORI CHE SE NE VANNO.
Io aggiungo: e noi ci teniamo gli scarti !!!
KENNEDY FOR PRESIDENT !!!
Tutti gli altri : PRRRRRRRRRRRRR !!!!!!!