sabato 13 dicembre 2014

QUANDO SCALFARO GRAZIO’ SALVATORE BUZZI, VIOLENTO OMICIDA OGGI EPICENTRO DI MAFIA CAPITALE

L’ALLORA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA LO GRAZIO’ NEL 1994 PER IL SUO COMPORTAMENTO ESEMPLARE IN CARCERE. EPPURE AVEVA UCCISO UN UOMO CON 34 COLTELLATE ED ERA IMMISCHIATO IN UN GIRO DI ASSEGNI FALSI

Mafia, ‘Ndrangheta, politici di sinistra, politici di destra, cooperative rosse, estrema destra, Vip, ex esponenti della Banda della Magliana, droga, diversamente abili, immigrati disperati. Questo e chissà ancora quant’altro si trova in quel coarcevo vergognoso ribattezzato Mafia capitale. Già, proprio lei, Roma, fedele Capitale di uno dei Paesi più corrotti del Mondo. Il manovratore di tutto e tutti era Salvatore Buzzi, il capo della cooperativa 29 giugno. Il quale non è stato condannato nei primi anni ‘80 per omicidio colposo. Né, come è stato detto a Bersaglio Mobile, per l'assassinio di una prostituta. Salvatore Buzzi è stato condannato nel giugno del 1980 per aver ucciso con 34 coltellate un suo complice a Roma, il quale lo aveva minacciato di rivelare ai superiori della banca per la quale lavorava  il vorticoso giro di assegni falsi che incassava e si spartiva col suo socio, grazie alle mansioni che svolgeva. Un bel personaggio insomma, che però in carcere seppe fingere di essere cambiato, con un atteggiamento lodevole, prendendosi pure una Laurea. Divenne pure un idolo della sinistra, lodato anche da persone come l'ex presidente della Camera Pietro Ingrao, il presidente della Caritas Don Luigi Di Liegro, ma soprattutto, dall’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro; il quale nel 1994 decise perfino di concedergli la Grazia. Ma tempo qualche anno e riprese a macinare contatti, toccare tanti soldi, bazzicare nella malavita. Fino a diventare un uomo potentissimo.

LA STORIA - L'omicidio che gli aprì le porte di Rebibbia avvenne nel giugno 1980 dopo che un suo complice lo aveva minacciato di rivelare ai superiori della banca per la quale lavorava  il vorticoso giro di assegni falsi che incassava e si spartiva col suo socio, grazie alle mansioni che svolgeva. 34 coltellate, un alibi costruito in fretta e furia grazie alla complicità della fidanzata brasiliana, infine la confessione. Insomma, Buzzi, prima di diventare quello che sarebbe diventato, un detenuto modello che era riuscito a laurearsi in carcere (primo in Italia), per di più con il massimo dei voti, era sin dagli esordi un truffatore. Non esattamente il profilo criminale più adatto per gestire un fiume di denaro pubblico, come sarebbe avvenuto in seguito.
Buzzi, in sostanza, era un imbroglione che non aveva esitato a uccidere in modo anche efferato e che, quando si trovò dietro le sbarre, seppe calarsi perfettamente nella parte, divenne il punto di riferimento dei detenuti di Rebibbia, il testimonial vivente della bontà della legge Gozzini, il fondatore di una cooperativa che avrebbe messo in pratica l'utopia costituzionale del reinserimento dei detenuti, l'uomo che aveva saputo studiare e riscattarsi, ricevendo pubblici riconoscimenti di parlamentari e dirigenti della sinistra e dell'associazionismo cattolico che si battevano da anni per i diritti e il reinserimento dei detenuti.

La domanda che molti si pongono è come sia possibile che un uomo che era finito dietro le sbarre non solo per omicidio, ma anche per truffa, al netto della condanna già scontata, possa arrivare a controllare un giro d'affari di soldi pubblici e appalti per 60 milioni di euro annui. In Italia è possibile, ma forse sarebbe bastato che l’inchiesta Mani pulite sarebbe andata fino in fondo.
E invece quella rivoluzione svanì dopo un paio di anni, tra le rinunce dai Magistrati impauriti dalle bombe che uccisero Falcone e Borsellino e sfiduciati da un minore sostegno popolare, e la discesa in campo di certi personaggi che hanno spinto la politica alla propria auto-difesa a colpi di leggi. Non a caso la grazia a Buzzi è giunta nel 1994, quando Mani pulite si spense. Era iniziata la Seconda Repubblica, peggiore, per quanto fosse difficile, rispetto alla Prima.


(Fonte: Panorama)

7 commenti:

  1. scalfaro era un genio!!!

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  2. Scalfaro e' il peggior presidente della repubblica italiana

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  3. e la discesa in campo di certi personaggi che hanno spinto la politica alla propria auto-difesa a colpi di leggi. Non a caso la grazia a Buzzi è giunta nel 1994, quando Mani pulite si spense

    Meraviglioso questo articolo, che non lesina accuse alla sinistra e a Scalfaro ma quando si tratta di citare Forza Italia e Berlusconi perde la favella.

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    1. Non li ho nominati semplicemente perchè non sono parti in causa della notizia, ma li ho aggiunti nella mia digressione finale. Basta inserire le parole Berlusconi o Forza Italia sul mio Blog, per rendersi conto che quando c'era da nominarli l'ho fatto senza problemi...

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  4. Complimenti al PD... sempre peggio, una manica di corrotti.

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  5. l'ex sindaco del pdl alemagno , indagato per mafia , il sindaco del pd. marino sotto scorta a causa mafia, mentre entra in scena l'immobiliarista CRISTIANO al fianco di DIOTALLEVI.

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