DA GABER A JOVANOTTI, SONO IN TANTI AD ESSERSI
DISAFFEZIONATI. MA ANCHE I LORO TESTI DA ANNI SONO VUOTI
«Non voto più, la mia
sinistra si è persa tra slow food e No Tav». Con queste parole il cantautore
romano Francesco De Gregori - da cinquant’anni voce musicata della sinistra
italiana - ha espresso la sua profonda delusione per il Partito democratico. Lui,
che nel suo repertorio vanta tante canzoni di lotta e denuncia sociale, si è
accorto, forse con un po’ di ritardo, che gli eredi del Pci sono lontani dal
loro partito d’origine; lo stesso che ha avuto proprio in De Gregori e altri
cantautori la propria colonna sonora negli anni ’60 e ‘70. Oggi quasi tutti se
ne sono dissociati. La lista comincia a diventare lunga, ma forse con De
Gregori trova la sua definitiva chiusura, essendone egli il più rappresentativo
ancora in vita.