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lunedì 19 maggio 2014

PERFINO CESARE PREVITI HA LASCIATO BERLUSCONI?

VIENE DATO ANCH’EGLI VICINO AL NUOVO CENTRODESTRA. COMUNQUE E’ DA TEMPO CHE NON VEDE BERLUSCONI

Potrebbe allungarsi ulteriormente la già lunga lista dei fedelissimi di Silvio Berlusconi che lasciano Forza Italia. Personaggi vicini al Cavaliere da sempre, i quali, anche per salvare la poltrona, oltre che per mere questioni “ideologiche” si sono defilati dal ritorno del partito tricolore. A loro si potrebbe annoverare anche Cesare Previti, il quale non interviene più alle riunioni forziste. Tantomeno si fa vivo ad Arcore o a Palazzo Grazioli. E non solo «Cesarone» latita, ma l’intero mondo previtiano brilla per la propria assenza dalle adunanze forziste. L’altro ieri, ad esempio, Tajani ha riempito l’Hotel Parco dei Principi con signore inguainate e attempati esponenti del «generone» romano per la gioia di Berlusconi, che non si aspettava tutta quella gente disposta a sorbirsi le sue disgrazie. Ma dell’ex ministro, ras della Roma «pariola», nemmeno l’ombra.

giovedì 13 marzo 2014

MILAN IN CRISI: IL FUTURO DELLA SOCIETA’, TRA ARRIVI E PARTENZE

MENTRE CIRCOLANO VOCI SU UN POSSIBILE INGRESSO DI STRANIERI NELLA SOCIETA’, COMINCIANO A CIRCOLARE ANCHE I NOMI DEI GIOCATORI IN PARTENZA E I POSSIBILI NUOVI ACQUISTI. RITORNA ANCHE IL NOME DI SOLANO COME DIRIGENTE

“Povero Diavolo, che pena mi fa”, cantava Riccardo Cocciante. Un verso che ben si adatta all’attuale situazione del Milan, eliminato malamente in Champions league dall’Atletico Madrid guidato da Pablo “El Cholo” Simeone (ironia della sorte ex calciatore dell’Inter) e lontano in classifica anche dall’Europa league. Con il graduale addio della “vecchia guardia” – tra chi è partito di propria volontà e chi ha ricevuto un benservito – la squadra non è stata adeguatamente rinnovata, con una Società dalle casse semi-vuote che ha puntano su giocatori in scadenza di contratto per lo più trentenni, o acquisti che si sono rivelati al momento poco felici (vedi Balotelli e Honda). La cura dell’inesperto Seedorf, basata più sull’immagine che sulla sostanza, si è mostrata presto inefficace. E così si torna a parlare di rivoluzione; circolano nomi vecchi e nuovi. Mentre il possibile ingresso di stranieri nella società, malgrado le smentite da parte di Fininvest, si rifanno di nuovo possibiliste.