venerdì 4 ottobre 2013

METODO STAMINA, UNA SPERANZA O UNA BUFALA

CONSISTE IN UN trattamento terapeutico a base di cellule staminali inventato da Davide Vannoni, laureato in lettere e filosofia, DAL QUALE AVREBBE TRATTO GIOVAMENTI E CHE VORREBBE FOSSE RICONOSCIUTO DAL MINISTERO DELLA SALUTE

Può un laureato in Lettere e filosofia, che non ha mai pubblicato alcun articolo su riviste scientifiche, dare una speranza a pazienti che ormai l’hanno persa? Forse sì, o forse no. Il dibattito nella comunità scientifica è aperto, e dopo una prima apertura del Ministero della salute, sembra che lo scetticismo abiti anche tra le istituzioni. Fatto sta che Davide Vannoni difende e sostiene il suo “metodo Stamina”, da cui egli stesso avrebbe tratto beneficio. Ma in cosa consiste?

CONVERSIONE DELLE STAMINALI IN NEURONI - Il metodo proposto dalla Stamina Foundation Onlus prevede la conversione di cellule staminali mesenchimali (cellule solitamente destinate alla generazione di tessuti ossei e adiposi) in neuroni, dopo una breve esposizione ad acido retinoico diluito in etanolo. La terapia consiste nel prelievo di cellule dal midollo osseo dei pazienti, la loro manipolazione in vitro (incubazione delle cellule staminali per 2 ore in una soluzione 18 micromolare di acido retinoico), e infine la loro infusione nei pazienti stessi.
Vannoni ha ripetutamente evitato di rivelare i dettagli del suo metodo al di là di quelli disponibili nella sua domanda di brevetto. Nel 2012 l'Ufficio Brevetti degli Stati Uniti aveva parzialmente respinto la domanda di brevetto, con una procedura che consente la ri-presentazione: Vannoni non l'ha più ripresentata. Il rifiuto era dovuto al fatto che la domanda aveva dettagli insufficienti riguardo alla metodologia, al fatto che è improbabile che la differenziazione cellulare si verifichi durante un periodo di incubazione così breve e che la comparsa di cellule nervose nella coltura rischierebbe di essere frutto di cambiamenti citotossici.
Tale metodo viene descritto dal suo ideatore come utile per curare malattie di diverso tipo, anche molto diverse tra loro per cause, sintomi e decorso. In particolare, il metodo viene indicato da Vannoni per la cura di malattie neurodegenerative.

COSA DICE VANNONI - Vannoni racconta di avere avviato il progetto in seguito alla propria esperienza personale: curato nel 2007 in Ucraina per una paralisi facciale con un trapianto di staminali, decide di proporre il trattamento anche in Italia mettendosi in società, tra gi altri, con due biologi ucraini (Vyacheslav Klimenko e Olena Shchegelska), prima stabilendosi a Torino, nel sottoscala della sua azienda di ricerche di mercato e, in seguito, dopo l'entrata in vigore della disciplina europea del 2007 sulle terapie con staminali, a San Marino. Il metodo viene pubblicizzato da depliant che parlano di «oltre mille casi trattati, un recupero del danno dal 70 al 100 per cento (90 ictus con 72 recuperi [...]), una gamma di una ventina di malattie trattate» e da dei video che mostravano «un ballerino russo affetto da parkinson che si alzava dalla carrozzella e tornava a ballare», «di una giovane paralizzata dalla Sla che riprendeva a camminare», «Di un uomo che guariva da una grave forma di psoriasi alle mani».

L’INCHIESTA DI GUARINIELLO - Nel maggio del 2009, in seguito ad un articolo del Corriere della Sera e ad un esposto di un dipendente della società Cognition, di cui Vannoni era amministratore, viene avviata un'inchiesta dal magistrato Raffaele Guariniello, che intende chiarire la posizione di Vannoni in merito all'uso di cellule staminali al di fuori dei protocolli sperimentali previsti dalla legge. Sul finire del 2009 compaiono sulla stampa diversi articoli giornalistici sulle attività di Vannoni, coinvolto in un intreccio di società e la fondazione Stamina. La stampa riporta di come Vannoni prometta la cura di molte malattie neurodegenerative per cifre che oscillano dai 20.000 ai 50.000 euro, utilizzando metodi poco chiari e a volte con danni e conseguenze indesiderate L'inchiesta di Guariniello coinvolge anche San Marino, dato che le cure venivano praticate anche in un centro estetico sammarinese privo di autorizzazione medica.[21] Nell’agosto 2012, la procura dispone il rinvio a giudizio di 12 indagati, tra cui alcuni medici e lo stesso Vannoni, per ipotesi di reato di somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica, truffa e associazione a delinquere.

LE CRITICHE - Dal 2011 grazie all'interessamento del dottor Marino Andolina, divenuto collaboratore di Vannoni, il "metodo Stamina" veniva praticato come cura compassionevole nell'Ospedale di Brescia; agli inizi 2013 viene sospeso in seguito a un'ispezione dei NAS e dell'AIFA, in cui fu rilevato il mancato rispetto dei requisiti di sicurezza e igiene e la carenza nella documentazione prescritta dalla legge.
Nell 2013 il metodo Stamina giunge sotto i riflettori dei media in seguito ad un servizio del programma televisivo Le Iene, che ne mostra l'utilizzo su alcuni bambini affetti da diverse malattie neuro-degenerative (tra queste anche la SMA di tipo I). Nel servizio si sostiene che le infusioni di staminali avrebbero generato significativi miglioramenti nello stato di questa malattia, e si suggerisce, senza alcuna evidenza, che possa modificarne il decorso fatale. Il metodo Stamina diviene quindi oggetto di proteste popolari in favore della cura.
Del caso si occupano anche l'Accademia dei Lincei, e il 26 marzo, in ambito internazionale, anche la rivista Nature e l'Agenzia europea per i medicinali. Il 3 maggio 2013, tredici scienziati pubblicano sul The EMBO Journal una critica analisi del metodo, mettendo in luce le loro preoccupazioni in relazione all'inconsistenza delle prove scientifiche, alle carenze metodologiche e all'assenza di pubblicazioni. A partire da marzo dello stesso anno anche l'associazione Famiglie SMA, che riunisce i familiari dei pazienti affetti da SMA, interviene esprimendosi più volte in maniera molto critica verso il metodo Stamina e verso i servizi televisivi de Le Iene.
Il risalto è tale che lo studioso e medico giapponese Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012 e presidente della Società Internazionale per la Ricerca sulle Cellule Staminali (ISSCR), pubblica un comunicato in cui esprime preoccupazione per l'autorizzazione da parte delle autorità italiane di un metodo del quale non si conosce la sicurezza e privo di qualunque evidenza di efficacia.
Il 2 luglio 2013 la rivista Nature in un nuovo articolo definisce la presunta terapia come promossa da «uno psicologo trasformatosi in imprenditore medico, basata su dati fallaci» e «plagio di un altro studio già sviluppato e soprattutto tecnica inefficace»: la rivista ha scoperto che due immagini utilizzate per depositare il brevetto della terapia nel 2010 erano in realtà identiche a quelle di un articolo del 2003 e uno del 2006 di un team di ricercatori russi e ucraini, coordinati dalla biologa molecolare Elena Schegelskaya, della Kharkov National Medical University.

LA CONSIDERAZIONE IN ITALIA - Il 15 maggio 2013 la Commissione affari sociali della Camera dei deputati ha approvato all’unanimità l'avvio della sperimentazione clinica del metodo ideato da Vannoni; il 23 maggio il parlamento ratifica la sperimentabilità del metodo, stanziando anche 3 milioni di Euro per gli anni 2013-2014. Il 21 giugno 2013 Vannoni avrebbe dovuto consegnare la documentazione scientifica sul suo metodo all'Istituto Superiore di Sanità, all'agenzia italiana del farmaco e al centro nazionale trapianti per permettere di elaborare il protocollo dei test, ma chiede di rinviare l'incontro, per ben due volte.
A fine giugno 2013 il ministro della salute Beatrice Lorenzin nomina i membri del comitato che dovrà seguire la sperimentazione nel servizio pubblico (definendone aspetti quali la scelta delle cell factory per produrre le staminali, l'arruolamento dei pazienti, la scelta degli ospedali) e che seguirà le fasi della ricerca (della durata di 1 anno e mezzo). La presidenza è affidata al capo dell'Istituto Superiore di Sanità, e tra i membri ci sono i direttori dell'AIFA, del Centro nazionale trapianti, la federazione delle associazioni delle persone colpite da malattie rare. Il giorno precedente alla pubblicazione del decreto ministeriale, Vannoni ha, per la terza volta, chiesto di rinviare l'incontro per depositare il protocollo della sperimentazione, la cui data di avvio era inizialmente stata fissata al 1º luglio 2013: essa non può quindi ancora cominciare.
L'11 settembre 2013 il comitato scientifico istituito dal Ministro, ha steso un rapporto consultivo secondo cui il metodo non avrebbe nessuna consistenza scientifica, per cui non ci sono le basi che giustifichino la sperimentazione già autorizzara dal Parlamento. La notizia è stata riportata anche dalla stampa scientifica internazionale. Le motivazioni di tale bocciatura sono allo studio da parte del ministero della sanità e delle commissioni parlamentari Affari sociali e Sanità di Camera e Senato al fine di decidere se procedere o meno con la sperimentazione.

Speriamo che sia fatta quanto prima chiarezza su questa terapia, al fine di fornire una nuova concreta speranza, o di contro, evitare che si diffonda un’illusione tra i malati.


(Fonte: Wikipedia)

5 commenti:

  1. Sì, vedendo il ministro della Sanità diplomato DIPLOMATO DIPLOMATO AL LICEO CLASSICO E IL MINISTRO DELL'AGRICOLTURA ANCH'EGLI DIPLOMATO AL CLASSICO ALTRO CHE VENIRMI L'ORTICARIA!!! DELLA SERIE: GUARDA DOVE STIAMO MESSI.

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  2. Piano, un conto è dare speranza, un altro è una persona (nemmeno dottore) che chiede soldi iniettando sostanze nemmeno verificate.

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  3. ...questo metodo non è scienza, lui non è uno scienzato (laureato a stento in lettere). accostare la scienza a quest'individuo o al suo metodo è sbagliato, denigratorio per chi si occupa seriamente di scienza, ed è criminale. questo uomo è un criminale, che specula sulla disperazione di povere famiglie....la speranza sta nella ricerca, che se permetti è ben altra cosa molto lontana da questi cialtroni

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  4. Se quest'uomo e' un criminale e' tutto da vedere ...le persone che si rivolgono a lui ormai nn hanno nulla da perdere ...un genitore che vede il proprio figlio morire giorno per giorno credo che abbia il sacrosanto diritto almeno di provare a far qualcosa ...sono coscienti che non e' un metodo approvato e neanche sicuro ...ma perché nn provarci?

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  5. Scusate se mi aggiungo alla discussione. ...cialtrone o no...una persona può decidere della propria vita o questa libertà si è persa o non si è mai avuta? Buttare fango su persone che cercano vie alternative...mi sembra un buon metodo per far "mangiare"le case farmaceutiche....a buon intenditor poche parole !!!!

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