HA VINTO SOLO IN 41 COMUNI, POCO PIU’ DEL 10% DEGLI ENTI IN
PALIO
Dal risultato delle europee e delle amministrative si evince
che il centrodestra italiano non esiste più. Certo, ci sono singole realtà che
cercano di sopravvivere: Forza Italia che punta ancora, nonostante tutto, su
Silvio Berlusconi; il Nuovo centrodestra, che si propone come la novità ma nei
fatti sta accogliendo tutti i transfughi del primo; la Lega Nord, che archiviato
il Senatur Bossi sta vivendo una nuova stagione con Matteo Salvini; Fratelli
d’Italia, che ha ripristinato il vecchio simbolo di AN ma non scalda i cuori
dell’elettorato destrorso; l’Udc ormai viaggia su cifre da prefisso telefonico.
Messi insieme supererebbero il 40%, ma una convivenza sarebbe assai
problematica e paradossale. Peraltro, l’elettorato ha già bocciato pesantemente
questa ipotesi alle ultime amministrative.
LA DEBACLE - Su un totale di
238 comuni con più di 15mila abitanti chiamati a rinnovare la propria
amministrazione (escludendo la Sicilia), mentre il centrosinistra ne conquista
164 (il 68% circa), il centrodestra “solo” 41 (il 16%). Per il resto 22 sono
appannaggio di liste civiche, 4 vanno a liste civiche di sinistra, 3 a
formazioni centriste, 2 al Movimento 5 Stelle e uno a testa per Lega Nord e
Fratelli d’Italia. Considerando la situazione pregressa, il successo del
centrosinistra e del Partito Democratico è evidente: i comuni amministrati sono
48 in più rispetto alla scorsa consiliatura (erano 112), con 19 capoluoghi
(erano 16, anche se bruciano molto le sconfitte di Livorno, Padova, Potenza e
Perugia).
PERSE BEN 45 ROCCAFORTI E TUTTA LA
SICILIA - Il centrodestra invece perde 45 roccaforti, con sconfitte
brucianti soprattutto a Bergamo (dove Giorgio Gori sconfigge il Sindaco
uscente) e Pavia, dove a sorpresa cade Alessandro Cattaneo, uno dei volti nuovi
di Forza Italia ed in rampa di lancio per un ruolo di spicco a livello
nazionale. Il Movimento 5 Stelle invece si consola della batosta alle Europee
con le tre vittorie di Livorno (risultato clamoroso, in una roccaforte della
sinistra), Civitavecchia e Bagheria.
Emblema del disastro è anche la Sicilia: a Caltanissetta il
nuovo sindaco è Giovanni Ruvolo del centrosinistra che ha ottenuto il 64,31%
delle preferenze totali. A Mazara del Vallo (Trapani) è stato eletto sindaco
Nicolò Cristaldi, candidato sostenuto da tre liste civiche che ha raccolto il
58,91% delle preferenze. Ad Acireale, in provincia di Catania, il centrista
Roberto Barbagallo è il nuovo primo cittadino dopo aver raccolto il 63,53% dei
voti. Il nuovo sindaco di San Cataldo (Caltanissetta) è Giampiero Modaffari,
sostenuto da due liste civiche, che ha ottenuto il 63,81% dei voti.
A Pachino (Siracusa) è stato eletto Roberto Bruno con il
75,03%, mentre a Termini Imerese (Palermo) ha vinto Salvatore Burrafato con il
53,76% delle preferenze totali.
A Bagheria (Pa) vince Patrizio Cinque, il candidato del
Movimento 5 Stelle che ha ottenuto il 69,77% dei voti totali. A Monreale (Pa),
invece, il nuovo sindaco è il democratico Pietro Capizzi che ha raccolto il
55,88% delle preferenze.
Sommando anche questi risultati siciliani, la conta per il
centrodestra diventa ancora più disastrosa, riducendo quel già misero 16% citato
all’inizio a quasi un solo Comune su 10 conquistato.
Una profonda riflessione nel centrodestra si pone dunque
come necessaria. La figura di Berlusconi, un tempo collante tra istanze
politiche diverse, oggi è solo divisoria. Servono figure nuove ed energie
nuove. Quelle che il centrosinistra ha trovato in Matteo Renzi.
(Fonti: La
Repubblica, Il
Sussidiario)
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RispondiEliminaSpazzato via da un enormità di cavolate, in primis quelle ad personam.....poi via via quelle di tutti gli altri, basta pensare che emilio voleva lanciare un suo movimento politico.
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